Modifica legge elettorale 2018: il Rosatellum bis è la nuova riforma

Modifica legge elettorale 2018: il Rosatellum bis è la nuova riforma elettorale in Italia senza premio di maggioranza dopo l'Italicum e il Porcellum.

Redazione
di Redazione
23 aprile 2018 10:31
Modifica legge elettorale 2018: il Rosatellum bis è la nuova riforma

Modifica legge elettorale 2018: il Rosatellum bis è la nuova legge elettorale.

Le polemiche legate alla legge elettorale sono state tante.

Lo scontro più grande è stato tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico.

Il M5S si è sempre opposto a questa legge definendola con riforma fatta contro lo stesso partito.

Così è stato se si vede che a seguito di quella riforma il Movimento 5 Stelle, pur essendo il primo partito in Italia, non ha trovato i numeri per governare.

Infatti l'installo politico si è venuto a formare nonostante la nuova legge elettorale.

Quale sarà il futuro del Rosatellum bis?

 

Modifica legge elettorale 2018

Il Governo non si è ancora formato e già si parla della modifica della legge elettorale.

Come mai?

Il problema è uno solo: anche con la legge elettorale Rosatellum bis non è possibile governare.

Il Movimento 5 Stelle è il primo partito ma non ha i numeri per governare.

Il Centrodestra è la prima coalizione ma non ha i numeri per governare.

Cosa fare?

Le strate possibili sembrano due.

La prima è quella di formare un Governo misto.

Salvini e Di Maio si confrontano per fare un passo del genere.

La secondo alternativa è quella di cambiare la legge elettorale e tornare al voto.

Ma come fare?

Si propone il modello francese: si vota su due turni.

Al primo turno si presentano tutti.

Al secondo solo i due partiti che hanno preso più voti.

Chi vince forma il Governo.

Questa era una cosa che sarebbe stata possibile già dalle ultime elezioni ma che nessuno ha voluto portare avanti.

Nei paragrafi che seguono ricordiamo di come avvenne la modifica della legge elettorale che ha portato al Rosatellum bis.

 

Prima del Rosatellum bis

Dopo le prime riforme che erano state avanzate dal Consiglio dei ministri il Governo Letta procede per la modifica della legge elettorale.

L’incontro a Palazzo Chigi tra Enrico Letta, Gaetano Quagliariello, Dario Franceschini e i capigruppo di maggioranza, ha lanciato le prime fondamenta per quelle che saranno le riforme che il Governo Letta porterà avanti.

Pino Pisicchio, capogruppo alla Camera dei deputati per il gruppo misto, ha fatto sapere alla stampa, al termine della riunione del governo, che entro l’estate la legge Porcellum verrà cambiata. Il deputato Pisicchio aggiunge che inizialmente verranno apportate delle modifiche alla legge vigente, per evitare l’incostituzionalità di quest’ultima, e successivamente si porterà avanti una vera e propria riforma elettorale. Il 29 maggio ci sarà una mozione sia alla Camera che in Senato sul merito.

Per il momento le posizioni del Pd e del Pdl sembrano diverse sull’argomento. Del resto, i due schieramenti, fino ad oggi si sono scontrati su tutti i temi che il governo delle larghe intese ha affrontato.

 

Il Pd sulla riforma elettorale

Dario Franceschini, ministro per i Rapporti con il Parlamento, fa sapere che per quanto riguarda l’ampiezza della riforma non si è deciso nulla e che tale tema verrà affrontato in un secondo momento. Parole, quelle di Franceschini, che sicuramente andavano a far luce sull’intervista che Brunetta del Pdl aveva rilasciato poco prima, definendo che l’accordo raggiunto dal Governo Letta sulla legge elettorale sarebbe legato solo da modifiche minime.

Il segretario generale del Pd, Guglielmo Epifani, esprime la sua preoccupazione su eventuali modifiche minime all’attuale legge elettorale, sottolineando che la soluzione migliore è quella di fare una nuova legge elettorale.

Enrico Letta ha fatto sapere che dall’esito delle riforme istituzionali dipende la vita dello stesso governo in carica. Per Letta è importante cambiare l’attuale legge elettorale che contrasta gerarchicamente con la Costituzione italiana. Letta, inoltre, fa sapere che il 29 maggio ci sarà una mozione in parlamento sul tema delle riforme, e che dal giorno dopo il governo nominerà i propri esperti per la riforma.

 

Il Pdl sulla riforma elettorale

Dopo la riunione, Renato Brunetta, parla di quelle che saranno le modifiche dell’attuale legge elettorale, modifiche minime, secondo lo stesso Brunetta, in base all’accordo a cui si è arrivato all’interno del Governo Letta.

Per il Pdl la riforma sarà portata avanti nel seguente modo:

  • nessuna preferenza;

  • nessuna ridefinizione dei collegi;

  • nessuna ridefinizione sul premio di maggioranza alla coalizione che raggiunge il 40% dei voti.

 

Per capogruppo al Senato, Renato Schifani, è importante fare una nuova legge elettorale, soprattutto a fronte di quanto sancito dalla Corte Costituzionale. Secondo Schifani, dopo la modifica costituzionale sulla forma di Stato, è importante fare un vero e proprio nuovo sistema elettorale.

Il ministro della riforme Gaetano Quagliariello, ospite ad una riunione della Luiss, si sofferma molto sull’argomento delle riforme parlamentari. Gaetano Quagliariello, sostiene che la legge elettorale deve essere fatta in parallelo con le riforme costituzionali, per permettere al parlamento di creare una legge elettorale che sia in grado di adeguarsi al nuovo assetto costituzionale del paese. Lo stesso Quagliariello ha inoltre aggiunto che il Governo Letta opta per un referendum popolare per l’approvazione della nuova legge elettorale. Il ministro delle riforme non ha nascosto che ci sono divergenze tra Pd e Pdl sulle riforme costituzionali, ma ha fatto sapere che ci sarebbe un primo accordo, che verrà portato a termine prima dell’estate, in base al quale si potrà rendere conforme alla Costituzione il Porcellum. Gaetano Quagliariello ha anche contrastato la proposta Zanda-Finocchiaro sull’esclusione dei movimenti dal sistema elettorale. Il ministro delle riforme del Pdl sostiene che la legge elettorale non può imporre ai movimenti di dover incombere in modifiche interne per partecipare alle elezioni politiche. Quagliariello ha affrontato anche l’argomento inerente al Capo dello Stato, facendo sapere che si sta valutando se far eleggere il Presidente della Repubblica direttamente dal popolo come avviene in determinati paesi europei. Quagliariello, infine, conclude il suo intervento facendo sapere che non apportare queste modifiche saperebbe una sconfitta per il Governo Letta.

Il vicepresidente del Santo, Maurizio Gasbarri, fa sapere che si punta a trasformare l’Italia in una repubblica presidenziale. Secondo Gasbarri, l’attuazione del presidenzialismo è un tema che interessa una buona parte del paese e delle forze politiche. Per Maurizio Gasbarri, non è possibile seguire solamente la strada che porti a piccole modifiche del Porcellum, c’è bisogno di riforme costituzionali e di un nuovo sistema elettorale.

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