Procedura infrazione Italia Ue: evitata, la commissione ha detto no

Cos'è la procedura di infrazione Italia debito eccessivo PDE, come funziona e quali sono i rischi e le sanzioni che possono essere applicate dall'UE e tempi

Redazione
di Redazione
3 settembre 2019 10:50
Procedura infrazione Italia Ue: evitata, la commissione ha detto no

PDE, Procedura per Disavanzi Eccessivi: Per la prima nella storia dell’Unione Europea, l’UE potrebbe essere attivata la procedura d’infrazione per debito eccessivo nei confronti di uno Stato membro, l’Italia.

 

Più volte la Commissione europea ha annunciato la procedura nei confronti dell’Italia ma solo adesso è stato fatto il primo passo formale per la sua attivazione, con l’invio di un ammonimento al governo Conte

 

Il 29 maggio 2019, infatti, la Commissione Ue ha inviato all’Italia una lettera di spiegazioni sul debito pubblico, ritenuto ancora una volta troppo eccessivo, e la mancanza di progressi sufficienti per rispettare le regole sul debito nel 2018. 

 

In base alle ultimissime notizie, nel pomeriggio di oggi 2 luglio 2019, i capi di gabinetto dei commissari dovranno discutere la prima valutazione fatta da Dombrovskis-Moscovici per preparare poi la riunione di domani del collegio.

 

Procedura infrazione Italia ultimissime notizie:

Nessuna infrazione. Il Collegio dei commissari europei ha deciso di non raccomandare al Consiglio Ue di aprire una procedura per deficit eccessivo legata al debito nei confronti dell'Italia.

 

Ma cos’è la procedura d’infrazione per dubito eccessivo dell’Italia, come funziona, i tempi, cosa rischia l’Italia ed in cosa consistono le sanzioni Ue.

 

Procedura d'infrazione cos'è?

Che cos’è la procedura d’infrazione? La procedura d'infrazione è uno strumento atto a garantire il rispetto e l'effettività del diritto dell'Unione. 

 

La decisione relativa alla sua attivazione ed attuazione è di competenza esclusiva della Commissione Europea, la quale, esercitando un potere discrezionale, può agire su denuncia di privati, sulla base di un'interrogazione parlamentare o di propria iniziativa.

 

Procedura d'infrazione per debito eccessivo italiano:

Cos'è la Procedura d’infrazione per debito eccessivo?

Nel caso dell’Italia, la procedura d’infrazione è per la violazione dell’articolo 126 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, ossia per eccesso di debito pubblico.

 

L’Italia, infatti, come ogni Paese Membro dell’Unione Europea ha l’obbligo di rispettare determinate regole di deficit:

  • in primis che il deficit di bilancio pubblico non deve superare il 3%, ciò significa che uno Stato Membro non può avere uscire maggiori dell'entrate oltre 3 punti percentuali. La situazione dell'Italia adesso è intorno al 2,5% ma secondo quanto confermato dal ministro dell'Economia, Giovanni Tria, c'è l'impegno e la garanzia nei numeri che la percentuale entro la fine del 2019, arriverà al 2,1%.

  • l'altra regola è che il debito non deve superare il 60% del Pil e ciò vuol dire che il debito che contrae uno Stato Membro con soggetti terzi come banche, investitori o altri Paesi deve essere al di sotto del 60%, l’Italia adesso si trova invece ad aver abbondantemente doppiato la soglia, superando il 132% del suo prodotto interno, peggio di noi solo la Grecia al 181%.

 

Procedura d'infrazione Italia - Ue: come funziona

Come funziona la procedura di infrazione Italia - Ue: Alla luce delle violazione per debito eccessivo, la Commissione Europea ha attivato la procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia. Tale procedura si articola in più tappe ciascuna delle quali si conclude con una decisione formale dell'Ue.

 

La procedura di infrazione funziona così:

1) La Commissione UE invia una lettera di costituzione in mora con cui richiede ulteriori informazioni al paese in questione, che dovrà inviare una risposta dettagliata entro un termine preciso, in genere due mesi. L'Italia ha gà ricevuto la lettera ed il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha avuto 48 ore di tempo per rispondere alla lettera di ammonimento inviata dall’Ue e con un'altra, dare le giuste spiegazioni.

 

2) Se la Commissione ritiene che le spiegazioni e la strategia correttiva sul disavanzo giunte dall'Italia non sono sufficienti e sono venuti meno gli obblighi a norma del diritto dell’UE, può inviare un parere motivato, vale a dire una richiesta formale di conformarsi al diritto dell’Unione in cui spiega perché ritiene che il paese violi il diritto dell’UE. La Commissione chiede inoltre al paese interessato di comunicarle le misure adottate entro un termine preciso, in genere due mesi.

 

3) Se il paese continua a non conformarsi alla legislazione, la Commissione può decidere di deferirlo alla Corte di giustizia. La maggior parte dei casi viene risolta prima di essere sottoposta alla Corte.

 

4) Se un paese dell'UE non comunica le misure che attuano le disposizioni di una direttiva in tempo utile, la Commissione può chiedere alla Corte di imporre sanzioni.

 

5) Se la Corte ritiene che il paese in questione abbia violato il diritto dell’Unione, le autorità nazionali devono adottare misure per conformarsi alle disposizioni della sentenza della Corte.

 

Sanzioni procedura di infrazione: cosa rischia l'Italia? 

Cosa rischia l'Italia in caso di procedura di infrazione per debito eccessivo? Qualora l'Italia fosse deferita alla Corte di giustizia per la seconda volta, la Commissione Europea può proporre che la Corte imponga delle sanzioni pecuniarie, che possono consistere in una somma forfettaria e/o in pagamenti giornalieri.

 

Le sanzioni procedura di infrazione sono calcolate tenendo conto di vari elementi:

  • l'importanza delle norme violate e gli effetti della violazione sugli interessi generali e particolari;

  • il periodo in cui il diritto dell’Unione non è stato applicato;

  • la capacità del paese di pagare, con l'intento di assicurare che le sanzioni abbiano un effetto deterrente.

L’importo proposto dalla Commissione può essere modificato dalla Corte nella sentenza.

 

Quali sono quindi le conseguenze di una PDE per l'Italia? Secondo molti esponenti del governo, tra i quali il vicepremier Luigi Di Maio ed il vicepremier Matteo Salvini, l’Ue non andrà fino in fondo con la procedura di infrazione, e pertanto non ci sarà alcuna Manovra correttiva e tantomeno un intervento su pensioni, welfare o reddito di cittadinanza.

 

Il rischio però di pagare sanzioni fino a quasi 9 miliardi comunque c'è come quello anche di un eventuale aumento dell’Iva e ad una revisione dei piani di investimento.

 

Procedura di infrazione Ue - Italia: la tempistica, le date da ricordare

Ecco il calendario procedura di infrazione Ue - Italia stilato dall‘Osservatorio sui conti pubblici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, diretto da Carlo Cottarelli, che racchiude tutte le prossime tappe della procedura:

  • 5 giugno 2019: La Commissione ha preparato la relazione per la violazione della regola del debito nei confronti dell'Italia.

  • 11 giugno 2019: Il Comitato Economico e Finanziario del Consiglio ha formulato un parere in merito alla relazione dell’art. 126(3) e lo ha trasmesso alla Commissione.

  • tra il 20 e 21 giugno: La Commissione inoltrerà l'eventuale parere all’Italia e informerà il Consiglio;

  • forse il 9 luglio: Il Consiglio di Economia e Finanza dopo una attenta valutazione deciderà se avviare la PDE Procedura per Disavanzi Eccessivi. Se conferma, inizia ufficialmente la procedura di infrazione.

  • entro il mese di luglio: vengono decisi termini e condizioni che l'Italia deve rispettare e la Commissione può proporre al Consiglio di far depositare al nostro Paese un deposito infruttifero al massimo pari allo 0,2% di Pil;

  • entro il mese di agosto: La proposta è accettata automaticamente, salvo che il Consiglio voti per rigettare la proposta della Commissione.

  • entro 3/6 mesi dall’apertura della procedura PDE: La Commissione verifica la “mancanza di azioni efficaci” da parte dell’Italia e propone delle raccomandazioni al Consiglio. In caso le sanzioni entro lo 0,2% devono essere decise nell’arco di 30 giorni.

  • entro i successivi 2/4 mesi: se continuano le inadempienze, la posizione dell'Italia si aggrava ed Ecofin può decidere di aumentare le sanzioni fino allo 0,5%, la BCE, Banca Centrale Europea può inoltre essere esortata a rivedere i prestiti e il Fondo Europeo per Investimenti Strategici può sospendere i pagamenti.

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