Istat, il lockdown da Covid-19 blocca anche gli scambi con l’estero

Secondo l'Istat nel mese di marzo 2020 il saldo della bilancia commerciale italiana ha registrato un aumento di 1.106 milioni di euro. Giù import ed export

Istat, il lockdown da Covid-19 blocca anche gli scambi con l’estero

L’emergenza coronavirus ha fortemente ridotto gli scambi con l’estero nel mese di marzo.

 

Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, nel mese di marzo 2020 il saldo della bilancia commerciale italiana ha registrato un aumento di 1.106 milioni di euro, passando a 5.685 milioni dai 4.579 milioni di marzo 2019. Giù import ed export.

 

Aumenta di 1.106 milioni il saldo della bilancia commerciale a marzo 2020

Le misure di contenimento dell’epidemia di Covid-19 adottate nel nostro Paese e nei principali paesi partner hanno determinato non solo la marcata flessione delle vendite interne ma anche una forte contrazione dei flussi commerciali con l’estero.

 

Nel mese di marzo 2020 il saldo della bilancia commerciale italiana ha registrato un aumento di 1.106 milioni di euro, passando a 5.685 milioni dai 4.579 milioni di marzo 2019. Al netto dei prodotti energetici, rileva l’Istat, il saldo è pari a +7.691 milioni di euro, rispetto al +7.905 milioni di marzo 2019.

 

Su base annua, il drastico calo delle vendite sui mercati esteri di macchinari, autoveicoli e articoli in pelle, escluso abbigliamento, spiega più della metà della caduta tendenziale dell’export, mentre la riduzione degli acquisti di autoveicoli, metalli, petrolio e gas naturale contribuisce per circa 9 punti percentuali alla discesa tendenziale dell’import.

 

Importazioni ed esportazioni in forte calo a marzo

Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, nel terzo mese del 2020, il primo a registrare gli effetti del Covid-19, si è registrata una netta riduzione congiunturale delle esportazioni e delle importazioni, pari al -16,8%.

 

Guardando ai beni Made in Italy che portiamo all’estero si osserva una forte contrazione su base mensile sia delle vendite verso i mercati extra Ue, pari al -18,5%, sia verso l’area Ue, pari al -15,2%.

 

I dati di marzo 2020, confrontati con quelli di marzo 2019, ci dicono invece che le esportazioni hanno registrato una contrazione del 13,5%, per via del forte calo delle vendite sia verso l’area extra Ue (-14,7%) sia verso l’area Ue (-12,2%). In flessione anche le importazioni, che registrano una drastica diminuzione del 18,1%. Contrazione più marcata per gli acquisti dai paesi extra Ue (-21,7%) rispetto a quelli dell’area Ue (-15,5%).

 

Tra i paesi che hanno maggiormente ridotto la richiesta di prodotti Made in Italy figurano la Francia (-18,3%), anch’essa duramente colpita dalla pandemia, il Regno Unito (-24,3%), la Spagna (-19,8%), la Svizzera (-18,9%), la Germania (-7,2%) ed i paesi OPEC (-24,3%).

 

Aumentano solo le esportazioni di farmaci e alimentari

A livello settoriale si sono ridotte fortemente a livello tendenziale soprattutto le vendite oltreconfine di beni prodotti dal comparto dei macchinari e apparecchi n.c.a (-21,2%), gli autoveicoli (-40,7%), gli articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (-32,2%) e altri mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (-26,9%).

 

È aumentata invece la richiesta dall’estero di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+32,5%) e di prodotti alimentari, bevande e tabacco (+13,5%). Questi due settori sono gli stessi che hanno retto a livello di vendite nazionali alla crisi scatenata dal coronavirus.

 

Dati del 1° trimestre 2020

Cumulando il dato di marzo con quelli dei primi due mesi del 2020, poco impattati dalla pandemia, si rileva una diminuzione del 4,1% per le esportazioni e del 5,1% per le importazioni, rispetto a quanto rilevato nel 4° trimestre del 2019.

 

Più ridotta la diminuzione trimestrale confrontata su base annua. Rispetto al 1° trimestre del 2019, infatti, le esportazioni hanno registrato una contrazione dell’1,9%, dovuta in particolare al calo delle vendite di macchinari e apparecchi n.c.a. (-9,3%), autoveicoli (-13,1%), articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (-10,7%) e apparecchi elettrici (-8,3%).

 

Sotto osservazione i prezzi per timori deflazione

Osservati speciali i prezzi alle importazioni che contribuiscono al calcolo dell’inflazione, visto che molti esperti prospettano una possibile deflazione per l’Italia nel 2020. Il calo prolungato dei prezzi è un vero pericolo per l’economia, poiché porta ad una riduzione dei consumi e ad un aumento della disoccupazione, in estrema sintesi ad un calo della ricchezza.

 

Dai dati comunicati dall’Istat relativi al mese di marzo 2020, emerge che i prezzi all’importazione diminuiscono del 3,1% su febbraio 2020 e del 5,1% su base annua.

 

Secondo l’agenzia di rating americana Fitch, l’Italia registrerà un sensibile rallentamento dell'andamento dei prezzi nel corso del 2020 come conseguenza del lockdown, arrivando a registrare un anemico +0,1% che si confronta con il +0,5% dello scorso anno. Prevista un’accelerazione dei prezzi nel 2021, stimata nella misura di un +0,8%.

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