Miccichè spazza i dubbi: l’Ops di Intesa Ubi va avanti senza modifiche

Intesa, Ops su Ubi Banca: cosa farà la fiduciaria Parvus? Con la Bce che ha autorizzato l’offerta anche al 50% più un’azione conviene conferire i titoli

Miccichè spazza i dubbi: l’Ops di Intesa Ubi va avanti senza modifiche

Intesa Sanpaolo è fiduciosa di poter superare le criticità sollevate dall'Antitrust sull'Ops su Ubi Banca e non ha intenzione di apportare nessuna modifica all'offerta". A dirlo il presidente di Banca Imi Gaetano Micciché in una intervista rilasciata al quotidiano La Guida Cuneo.

 

"La Banca sta prestando la massima collaborazione all’autorità Antitrust e intende proseguire negli approfondimenti con quest’ultima, essendo confidente di superare ogni possibile criticità alla luce anche delle indicazioni emerse in questa prima fase istruttoria e di giungere all’auspicato rilascio dell’autorizzazione con soluzioni compatibili con la normativa applicabile", ha detto il manager di Imi.

 

Micciché ha inoltre ribadito che l'offerta non subirà alcuna modifica, come già dichiarato anche dall'AD di Intesa San Paolo Carlo Messina, il quale ha infatti confermato l'intenzione di voler continuare un percorso di dialogo, di apertura e di suggerimenti con gli imprenditori e fondazioni azioniste di Ubi, in modo tale che tutti insieme possano dar vita ad un gruppo ancora più forte.

 

Il presidente della banca di investimento di Intesa San Paolo continua nell'intervista dicendo poi di essere convinto del fatto che l'operazione messa in piedi sia strategica e di grande significato per tutto il sistema bancario italiano nonché europeo, e sarà quindi importante riuscire a portarla a termine anche con un'adesione pari al 50% + 1 azione.

 

D'altronde la possibilità di Ubi di entrare nel gruppo Intesa presenta considerevoli vantaggi in primis per gli azionisti Ubi, visto che diventerebbero azionisti di un gruppo bancario italiano ma con una dimensione europea, un gruppo solido dal punto di vista patrimoniale e a basso rischio, con un modello di business resiliente e ben diversificato.

 

Dal canto suo Intesa ha scelto Ubi banca perché è tra le migliori a livello di gestione ma ha anche delle debolezze in termini strutturali, di redditività e di efficienza che sicuramente incideranno sulle scelte future della banca qualora restasse da sola sul mercato. E questi sono scenari che gli azionisti di Ubi devono tenere presente quando saranno chiamati a decidere se aderire o meno all'offerta di scambio con azioni Intesa San Paolo.

 

Micciché ricorda a tale proposito anche che l'agenzia di rating Ficht ha ridotto il giudizio su Ubi banca a livello "junk-grade", ed è stata l'unica in Italia ma poi attribuendole un outlook positivo, l'agenzia ha ritenuto che il futuro della banca sia strettamente correlato al successo dell'operazione con Intesa di San Paolo che di fatto ha un rating migliore e più solido.

 

E poi l'operazione, ricorda Micciché, produrrà effetti anche sul territorio con l'assunzione di 2.500 giovani e la costituzione di una direzione regionale proprio a Cuneo. Sempre nella stessa città, Intesa San Paolo ha concluso un importante accordo con il Gruppo Merlo, si tratta di una collaborazione innovativa per l'accesso al credito per 500 aziende fornitrici e per i circa 130 dealer legati allo storico gruppo cuneese. A questo va poi aggiunto il recente accordo di finanziamento con il gruppo cuneese Eurostampa pari a 6 milioni di dollari per il suo sviluppo sul mercato americano. Inoltre il CEO Messina ha intenzione anche di creare a Cuneo un centro di innovazione con al suo interno un acceleratore di start up.

 

Intanto, gli ambienti finanziari e le autorità di controllo si interrogano sul ruolo di Parvus, un fondo rappresentato da Edoardo Mercadante (nato a Nizza ma con doppia nazionalità, francese ed italiana) che ha in portafoglio l’8 per cento di Ubi, di cui il 3 per cento acquistato dopo il lancio dell’Ops: in Italia agisce come una sorta di fiduciaria non essendo vigilato nè da Bankitalia nè da Consob perchè al di sotto delle soglie rilevanti (nel caso di Consob superate solo temporaneamente). Il ruolo di Parvus, nota Zacchè sul Giornale, sembrava fatto apposta per bloccare l’assemblea straordinaria di Ubi ma la decisione della Bce di autorizzare l’Ops al 50 per cento più un’azione cambia totalmente lo scenario immaginato dagli azionisti e dal management di Ubi, per cui c’è “l’elevato rischio che i titoli dell’istituto bergamasco, senza più l’appeal dell’Ops perdano un bel pò di valore. In altri termini, i soci che si saranno opposti al controllo di Intesa rischiano danno e beffa”. La tempistica dell’entrata in scena di Parvus e l’acquisto di un ulteriore tre per cento di titoli di Ubi potrebbero far pensare, tra le tante ipotesi, ad azioni difensive concertate con gli attuali azionisti e il management di Ubi. A meno che Parvus non apporti le proprie azioni all’Ops di Intesa proprio per salvaguardare il proprio investimento.

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