
Certificati deposito 2020: I certificati di deposito sono ancora oggi una grande fonte di risparmio ed investimento per molte famiglie italiane, le quali attraverso il deposito vincolato di una certa forma di denaro, cercano di mettere al riparo i propri risparmi, vincolandoli per un periodo di tempo, ottenendo così alla scadenza prestabilita, un certo margine di rendimento.
Ma come vengono tassati i certificati di deposito? Qual è la tassazione certificati deposito 2020 applicata oggi?
Certificati deposito 2020: come vengono tassati?
I certificati deposito 2020 sono una forma di “deposito vincolato”, attraverso il quale la famiglia risparmiatrice decide di depositare in banca una certa forma di denaro obbligando l’istituto a restituirla alla scadenza prestabilita in sede di sottoscrizione.
Per valutare la convenienza dei certificati di deposito, occorre sapere però come vengono tassati i certificati di deposito 2020 in modo da stabilire.
Come vengono tassati i Certificati di deposito 2020? Tassazione:
Per valutare in modo corretto il rendimento dei certificati di deposito 2020 è importante conoscere la tassazione dei certificati di deposito.
Per farlo, dobbiamo innanzitutto dire che tali certificati rientrano tra i redditi di capitali che sono regolati dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi.
In base al TUIR, la tassazione sui certificati di deposito va a colpire gli interessi maturati dai certificati stessi, accumulati duranti il periodo in cui la somma risulta vincolata presso la banca.
E come vengono tassati gli interessi maturati sui certificati di deposito 2020? La tassazione sugli intessi sui certificati deposito 2020 avviene attraverso il sistema di ritenuta alla fonte a titolo d’imposta con l’applicazione di un’aliquota pari al 26%.
Ciò significa che è la stessa banca ad effettuare il calcolo d’imposta applicata al risparmiatore e a versare la somma di denaro al netto della ritenuta fiscale.
Tassazione certificati di deposito 2020 aliquota 26%:
La tassazione certificati di deposito 2020 prevede l’applicazione di un’aliquota del 26%. Tale aliquota è stata, infatti, introdotta a partire dal 1° luglio 2014 per effetto dell’entrata in vigore del DL 66/2014.
Pertanto, tutti i redditi derivanti dai certificati di deposito sottoscritti prima del 1° luglio 2014, come precisato dalla circolare Agenzia delle Entrate numero 19/E del 27 giugno 2014, continuano ad essere assoggettati alla tassazione applicando le precedenti regole mentre a partire dal suddetto termine, si applica l’aliquota pari al 26%.
Per avere una più amplia e migliore visione dell’andamento dell’aliquota certificati deposito, possiamo entrare più nel dettaglio e vedere come tale aliquota sia stata modificata nell’arco dell’ultimo ventennio:
Aliquota certificati deposito dal 1996 e fino al 31 dicembre 2011: pari al 27%;
Aliquota certificati deposito dal 1° gennaio 2012 al 30 giugno 2014: pari al 20%;
Aliquota certificati deposito dal 1° luglio 2014 e anche nel 2020 pari al 26%.
Con l’aumento dell’aliquota dal 20 al 26%, la tassazione degli strumenti finanziari di risparmio oggi è pari al 26% e le banche in base all’articolo 3 del D.L. 66/2014, lettera b) del comma 7, applicano la ritenuta alla fonte sugli interessi e altri proventi di conti correnti e depositi bancari e postali, e quindi anche sui certificati, maturati dopo il 1° luglio 2014, ai sensi dell’articolo 26, comma 2, del D.P.R. n. 600 del 1973,
Bollo certificati deposito 2020:
Il risparmiatore che intende utilizzare i certificati di deposito 2020 per stabilire la loro convenienza, deve verificare oltre la tassazione sugli interessi al 26% a titolo di ritenuta alla fonte anche la misura dell’imposta di bollo certificati deposito 2019.
Il bollo certificati di deposito 2019 è proporzionale ed è pari al 2 per mille sulla somma depositata. Tale bollo, si applica però in modo diverso da quello del bollo conto corrente 2020.