Ue riapre frontiere. Si a Cina e Regno Unito, fuori USA e Brasile

Da oggi, i 27 Paesi Ue riaprono ai flussi provenienti da 15 Paesi extra-Schengen. La lista ammessi/non ammessi. E il sito Web Re-openEU con le info covid19.

Ue riapre frontiere. Si a Cina e Regno Unito, fuori USA e Brasile

A partire dal 1 luglio, per la maggior parte dei Paesi ha ufficialmente inizio la FASE 3. L’Unione europea ha deciso di riaprire i suoi confini a alcuni flussi extra-europei che consentirebbero ai 27 Stati membri di accogliere quelle ondate di visitatori che alimentano, ogni anno, un fiorente turismo estivo, specialmente le realtà balneari del bacino Mediterraneo. Un contributo che consentirebbe il riavvio un’economia fortemente danneggiata dalla crisi sanitaria del covid-19 e un settore ricettivo a corto di liquidità.

 

15 sono i Paesi della lista che ha ricevuto la greenlight da Bruxelles e che potranno entrare in Europa. Tra gli esclusi, ci sono gli Stati Uniti, la Russia e il Brasile. Si temono, infatti nuovi contagi che potrebbero provenire dai Paesi che ancora registrano un alto numero di casi e dove la fase più pericolosa del coronavirus non ha ancora avuto il suo decorso. Tuttavia, la lista rimane flessibile e soggetta a aperture (o chiusure) a seconda di come evolverà l’andamento dei contagi. Infatti, ogni due settimane, verrà rivista in base agli ultimi aggiornamenti della situazione dell’emergenza pandemica.

Dopo un acceso dibattito tra diplomatici (che si è protratto fino a venerdì sera e per tutto il fine settimana), il Consiglio dell'Ue ieri ha trovato l’intesa per revocare il divieto del blocco di viaggiatori provenienti da 14 nazioni, a partire da oggi. Viste le difficoltà nel raggiungere il giusto compromesso tra sicurezza sanitaria e priorità economiche di sostegno alle attività turistiche, si è finalmente arrivati a un elenco completo di “ammessi e non-ammessi”, stilato dai funzionari Ue in base a criteri epidemiologici (tassi di diffusione del covid-19).

 

Tra i SI, nella lista definitiva figurano Paesi che hanno avuto contagi limitati.

Eccoli (in grassetto) solo quelli ammessi ufficialmente, da oggi). Segue (non in grassetto) un elenco dei Paesi che erano nella lista provvisoria, ma che non sono stati ammessi.

 

Albania, Algeria, Australia, Canada, Georgia, Giappone, Montenegro, Marocco, Nuova Zelanda, Ruanda, Serbia, Corea del Sud, Tailandia, Tunisia e Uruguay.

 

Bosnia ed Erzegovina, Andorra, Turchia, Turkmenistan, Ucraina, Uzbekistan, Vietnam, Bhutan, Tajikistan, Kazakistan, Palau, Dominica, Bahamas, Santa Lucia, Giamaica, Cuba, Guyana, Paraguay, Venezuela, Nicaragua, Costa Rica, Angola, Namibia, Uganda, Mozambico, Mauritius, Zambia, Etiopia, Egitto. Indonesia, India, Kosovo, Libano, Monaco, Città del Vaticano, Mongolia, Myanmar e Repubblica Democratica Popolare di Corea.

 

È SI per la Cina, ma con “asterisco”, stando a un principio di reciprocità stabilito tra Bruxelles e Pechino (come si legge in una nota a pie-pagina nel documento ufficiale contente l’intero elenco). L’impero del dragone, infatti, ammetterà l’ingresso dei viaggiatori che provengono dai 27 Paesi dell’Ue.

SI anche per il Regno Unito (che rientra ancora nei conteggi dei Paesi Ue), ma per ora solo fino al 31 dicembre, data-chiave nella timeline della Brexit, segna la scadenza del periodo di transizione.

 

Tra i NO, in ordine alfabetico: India, Israele, Russia, Stati Uniti (con 2,4 milioni di contagi, il Paese a stelle e strisce è considerato il più a rischio).

Niente vacanze mediterranee, dunque, per i cittadini USA. Un provvedimento che potrebbe causare la reazione del Presidente Donald Trump, da cui l’Unione europea si aspetta già un inasprimento della politica commerciale tramite nuovi dazi e, addirittura, restrizioni alle frontiere per quanti si dirigano “overseas”.

 

Come ribadito dal Ministro della Salute Roberto Speranza, l’Italia resta prudente per non annullare i grandi sforzi e i risultati delle misure di contenimento e del duro lockdown dei mesi scorsi.  Si mantiene, quindi, l’isolamento to fiduciario e la sorveglianza delle autorità sanitarie per chi arriva al Bel Paese da area extra-Schengen. Ingressi in via straordinaria ed eccezionale in Italia saranno consentiti solo per motivi di salute, di “business” o di comprovata urgenza (ad esempio, il ricongiungimento familiare).

 

Sembra tutto pronto per l’estate e pianificare con successo la partenza per le vacanze 2020 potrebbe facilitare gli spostamenti, evitando spiacevoli sorprese. Eppure, il puzzle dei controlli ai confini dell’Ue è ancora costellato da permessi e divieti. Già dal 15 giugno scorso, l’Europa ha tentato di ripartire con l’apertura intra-Ue (ovvero, la maggior parte dei 27 Paesi dell’Ue hanno, di fatto, consentito la libera circolazione dei viaggiatori provenienti dall’area Schengen). Ma la gestione delle frontiere rimane comunque competenza specifica dei Governi nazionali, alcuni dei quali hanno introdotto misure più restrittive.

 

Per sapere dove e come viaggiare in sicurezza, la Commissione europea ha attivato una piattaforma online, la “Re-open EU. Uno strumento Web studiato per tracciare tutti gli aggiornamenti sulle disposizioni, le regole e altri dettagli utili a chi deve recarsi in una data destinazione. Fornirà informazioni - in tempo reale - sulla situazione delle frontiere, i mezzi di trasporto disponibili, le eventuali restrizioni di viaggio, lo stato della salute pubblica e altre misure di protezione e contenimento dei contagi, come il distanziamento fisico (distanza di sicurezza), l’uso obbligatorio o meno di maschere, ecc. “Re-open EU” fa parte delle misure annunciate da Bruxelles nell’ambito del Pacchetto Turismo e Trasporti, presentato il 13 maggio scorso dai Commissari Ue responsabili dei dossier competenti.

 

Stando ai dati dell’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT/WTO) e alle statistiche aggiornate di Eurostat (Ufficio statistico dell’Ue), l’Europa rappresenta metà del mercato turistico mondiale in termini d arrivi. Ed è la prima destinazione turistica su scala globale. Ma con migliaia di voli cancellati e i confini rimasti chiusi (alcuni ancora lo sono), questo primato di destinazione turistica potrebbe non essere confermato, dato che le compagnie aeree hanno subito notevoli ritardi e perdite nel primo semestre del 2020, un anno “nero” per i bilanci dei vettori quanto delle imprese turistiche, che auspicano a un pronto recupero, almeno parzialmente, al boom dei mesi estivi più caldi.

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