Scuola, il Piano Azzolina non convince. Polemica su paritarie

Le scuole italiane disporranno di un miliardo di euro in più rispetto ai 4,6 già stanziati da inizio anno per la ripartenza in presenza e in sicurezza

 Scuola, il Piano Azzolina non convince. Polemica su paritarie

La ripartenza del Paese non può che passare da un nuovo slancio innovativo della scuola, perché come dice Malala Yousafzaiun bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo”. L’Italia in questo momento ha bisogno di un grosso cambiamento per ripartire dopo la tragedia della pandemia, un cambiamento che deve necessariamente garantire il diritto alla salute dei bambini e quindi di tutte le famiglie italiane.

 

Scuola: un miliardo in più per la ripartenza

Le scuole italiane disporranno di un miliardo di euro in più rispetto ai 4,6 già stanziati da inizio anno. Fondi per l’edilizia scolastica, per la gestione dell’emergenza, per la chiusura dell’anno scolastico in corso e per l’avvio del prossimo, ha dichiarato la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, presentando le Linee guida per la ripresa insieme al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, assicurando che a settembre si tornerà a scuola “in presenza e in sicurezza”.

 

La scuola è tornata ad essere, finalmente, un settore su cui investire. La ministra parla di una “progettazione di lungo respiro, stabile, duratura. Di visione”. Azzolina dichiara che la rotta è stata definitivamente invertita visto che non si parla più di tagli ma di un Piano pluriennale di intervento attraverso il finanziamento dei nuovi fondi europei, a partire dal Recovery fund. Queste risorse serviranno per puntare alla riduzione del numero degli alunni per classe, alla lotta contro la dispersione scolastica, alla formazione del personale della scuola, al potenziamento della mobilità europea dei ragazzi, alla valorizzazione degli ITS. Senza dimenticare un grande investimento pluriennale sull’edilizia scolastica, che dia al Paese edifici sicuri.

 

In particolare, da gennaio sono stati stanziati 4,6 miliardi di euro per la scuola, tra cui 1,5 miliardi nel decreto Rilancio, 85 milioni nel Cura Italia per tablet e pc da dare agli studenti meno abbienti e per la formazione dei docenti. Un altro miliardo di fondi Pon è andato all’edilizia leggera, al digitale, alla formazione, al supporto amministrativo alle scuole. “Solo quest’anno per l’edilizia scolastica sono stati sbloccati 798 milioni di euro e altri 332 sono in arrivo a breve. A questi si aggiungono gli 885 milioni per edilizia per le sole scuole di secondo grado”, ha riassunto Gianluca Vacca, capogruppo del Movimento 5 stelle in commissione Cultura a Montecitorio aggiungendo che “finalmente ci siamo lasciati alle spalle la stagione dei 10 miliardi sottratti alla scuola”.

 

La ministra Azzolina ha annunciato poi che ci saranno 50 mila assunzioni a tempo determinato, oltre ai posti a tempo indeterminato, per un totale di circa 80.000, già messi a concorso nelle scorse settimane.

 

“Abbiamo le risorse economiche, gli strumenti, possiamo far sì che la ripartenza sia anche volano di innovazione”, ha aggiunto la ministra.

 

Il Piano non convince presidi, insegnanti e genitori

L’entusiasmo mostrato dalla Ministra Azzolina non sembra essere lo stesso delle associazioni che ruotano attorno al mondo della scuola. Presidi, insegnanti, genitori vedono nell’ampia autonomia attribuita alle scuole, uno scarico di responsabilità da parte del governo nazionale sugli attori locali.

 

In particolare, non vedono questa riforma coraggiosa di cui tanto parla la Azzolina ma solamente una razionalizzazione della situazione esistente per ripristinare la normalità nella scuola post covid-19.

 

Secondo la Cisl scuola per ora non si va molto oltre la richiesta di ripristinare la didattica in presenza “in condizioni di sicurezza”.

 

La richiesta è quella di un Piano strategico, con gli esponenti del Movimento 5 stelle che invocano un Piano pluriennale di intervento attraverso il finanziamento dei nuovi fondi europei, a partire dal cosiddetto Recovery fund.

 

No alla privatizzazione della scuola italiana

La Uil scuola chiede invece che venga accantonato “un piano che apre alla privatizzazione del sistema nazionale dell’istruzione”. Il piano presentato dalla Azzolina “si basa su principi di sussidiarietà verticale e orizzontale che indeboliscono la funzione affidata alle scuole statali del paese”, ha dichiarato il segretario generale della Uil Scuola Pino Turi, sostenendo che con “questo patto si vuole aprire alla privatizzazione della scuola italiana”.

 

La scelta politica – accusa Turi - è quella di non investire sulla scuola, che dovrà cavarsela con ciò che ha e su ciò che riesce a recuperare dal volontariato e dagli Enti locali che diventeranno i gestori, di fatto, della scuola. Mancanza di investimenti e sovrapposizione istituzionale delle competenze genereranno confusione e scarica barile delle responsabilità”.

 

Sui fondi Turi avverte che “settembre è già oggi. I tempi sono strettissimi e non si può aspettare il Recovery Fund che può servire per un progetto complessivo. Oggi vanno usati subito i fondi del Mes che sono pronti. Vanno utilizzati immediatamente anche per l’adeguamento del personale docente e Ata”.

 

Polemica sulle paritarie

Il dibattito sulla scuola sembra ora focalizzarsi sulle paritarie, dopo la lettera che il leader della Lega Matteo Salvini ha inviato al Capo dello Stato Sergio Mattarella per chiedere maggiore attenzione e finanziamenti per il settore della scuola paritaria.

 

Proprio grazie alle proposte della Lega, il finanziamento per le scuole paritarie (inizialmente di 150 milioni) è arrivato a 300 milioni. Una buona notizia: è un investimento sul futuro dei nostri figli, che va accompagnato da altri impegni di spesa e soprattutto da altre buone idee e soluzioni per i troppi precari”, ha scritto Salvini.

 

L’ex ministro degli esteri aveva già in passato accusato “il governo, con la ministra Lucia Azzolina in testa, di condannare a morte 12 mila scuola paritarie, con 900mila allievi e 180mila dipendenti”.


Intanto la ministra Azzolina replica all’ennesimo attacco di Salvini sulle problematiche relative agli spazi didattici, esortando la ministra a chiedere la disponibilità delle scuole paritarie. “A settembre la scuola riaprirà per tutti. Abbiamo le soluzioni e abbiamo le risorse. E siamo al lavoro con il contributo di tanti. C'è chi, invece, preferisce usare la scuola per fare propaganda. È molto facile ma anche molto irresponsabile", ha tuonato la Azzolina.

 

Nel frattempo, governo e maggioranza discutono sulla possibilità di estendere il superbonus al 110% anche alle scuole paritarie.

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