Pensioni 2020: allarme impatto covid su sistema pensionistico italiano

Si prevede un aumento delle uscite grazie a Quota 100 e Opzione Donna causa covid e una riduzione delle entrate contributive che metterà a dura prova l’INPS

Pensioni 2020: allarme impatto covid su sistema pensionistico italiano

Pensioni 2020 ultime notizie:

 

*** Pensioni 2020 ultime notizie 29 luglio 2020: la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo avrebbe annunciato ai sindacati l’arrivo di nuove misure sulle pensioni, come l’ampliamento della quattordicesima per i pensionati, una proroga dell’APE Sociale e di Opzione Donna per il 2021.

 

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Pensioni 2020, allarme impatto covid su sistema pensionistico italiano

Il coronavirus si mostra sempre più feroce mettendo al tappeto l’economia italiana dopo averla colpita al cuore sul fronte sanitario. Il covid si è abbattuto indistintamente su tutte le categorie, dalle piccole alle grandi aziende, dalle famiglie ai pensionati, anche se poi gli effetti sono diversi in quanto ognuno ha la propria capacità di resilienza.

 

Cosa cambierà per i pensionati italiani dopo il covid? Le previsioni non sono affatto felici, visto che la vertiginosa flessione del PIL si ripercuoterà inevitabilmente anche sugli assegni previdenziali. Si prevede un aumento delle uscite grazie a Quota 100 e Opzione Donna e una riduzione delle entrate contributive che metterà a dura prova l’INPS.

 

Assegni più leggeri dal 2021

Il futuro delle pensioni è incerto ma di certo c’è che i pensionati subiranno un taglio degli assegni a partire già dal prossimo anno, a causa della revisione dei coefficienti introdotti dal primo gennaio 2021 per l’applicazione del metodo contributivo, un taglio che oscilla da un minimo dello 0,3% ad un massimo dello 0,7%.

 

Secondo alcuni calcoli effettuati da Il Sole 24 Ore una dipendente del settore pubblico che va in pensione con 67 anni di età, con meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 vedrà scendere il suo assegno complessivo di circa 300 euro all'anno, da 64mila euro a 63.700 euro.

 

"Il Governo deve sterilizzare subito gli effetti negativi che la caduta del PIL ha sulle Pensioni future – ha dichiarato Domenico Proietti, segretario confederale della Uil -. Se da una parte la rivalutazione del montante contributivo dei futuri pensionati non può essere inferiore all'1%, a seguito delle modifiche del 2015, è altresì vero che eventuali differenze saranno recuperate negli anni successivi con effetti negativi sul futuro previdenziale dei lavoratori. Parallelamente gli effetti della crisi impatteranno anche sulla rivalutazione delle Pensioni in essere".

 

Secondo una stima del settimanale Panorama, le pensioni potrebbero registrare una riduzione dell’importo mensile fino al 6%, considerando per quest'anno una caduta del PIL italiano del 10% circa, ed un rimbalzo intorno al 4% per il 2021 e per l'anno successivo.

 

Domande in aumento per Quota 100 e Opzione Donna

La tanto criticata Quota 100, in fase sperimentale per tre anni fino al 2021, potrebbe rivelarsi un paracadute per coloro che sono a rischio licenziamento causa effetti covid. La misura previdenziale, che consente ai lavoratori dipendenti, autonomi e parasubordinati che maturano un requisito contributivo minimo pari a 38 anni e un'età anagrafica di 62 anni di andare in pensione con requisiti meno stringenti rispetto a quelli previsti per le pensioni anticipata e di vecchiaia, potrebbe diventare un vero e proprio ammortizzatore sociale. 

 

Lo stesso vale per Opzione donna, misura riservata alle lavoratrici che possono congedarsi con 58 anni di età (59 se autonome) e 35 di contributi.

I lavoratori a rischio, infatti, potrebbero scegliere queste soluzioni invece di rischiare la perdita del posto di lavoro e quindi di una sicura fonte di reddito, optando come sappiamo bene per un assegno pensionistico ribassato rispetto a quello che si avrebbe con la pensione di vecchiaia ma certo.

 

Negli ultimi sette anni il sistema pensionistico si è dimostrato solido e sostenibile ma lo sarà anche in futuro? La domanda è lecita, vediamo il perché.

 

Maggiori uscite per l’INPS

In autunno, con la fine della cassa integrazione, potrebbero aumentare sensibilmente le richieste di pensionamento anticipato mettendo in difficoltà l’INPS. Secondo una previsione del centro Studi Itinerari previdenziali l’anno prossimo il numero di pensionati potrebbe aumentare riportandosi sui livelli del 2003, a 16,44 milioni di unità.

 

Dobbiamo considerare che il PIL cadrà a picco, 90mila esercizi tra cui negozi, ristoranti, alberghi non riapriranno più, il turismo non lavorerà: tutti quelli che si troveranno in situazioni di emergenza lavorativa potrebbero chiedere le pensioni una volta finite le quattordici settimane di cassa integrazione”, osserva Alberto Brambilla, presidente del Centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali.

 

Nel 2019 hanno fatto domanda di Quota 100 228mila persone: ne sono state accolte oltre 150 mila. Le potenziali situazioni di cassa integrazione prolungata e soprattutto l’aumento della disoccupazione incentiveranno l’uso di Quota 100 per cui si può prevedere che nel 2020 saranno almeno altrettante le persone che richiederanno Quota 100. Quindi, si ipotizzano circa 150mila concessioni di pensioni anche per il 2020”, ha dichiarato Brambilla.

 

Se a Quota 100 si aggiungono anche Ape sociale e Opzione donna il numero delle pensioni potrebbe arrivare a 240 mila, escluse le anticipate.

 

Entrate contributive in calo per l’INPS

La spesa previdenziale potrebbe raggiungere 240 miliardi di euro rispetto ai 225 mld del 2018 e ai 230 mld del 2019, con un disavanzo di circa 41 miliardi per l'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.

 

A peggiorare la situazione si aggiunge il calo dell’occupazione e quindi delle entrate contributive. In particolare, il numero di persone occupate potrebbe scendere sotto i 23 milioni, con un rapporto attivi pensionati al di sotto dell’1,4 con una riduzione delle entrate contributive pari a circa 11 miliardi

 

Brambilla stima una riduzione di 600 mila occupati nel 2020, calcolando che con la crisi del 2008, che registrò una perdita di PIL di 7 punti, ci fu una riduzione di 378.000 occupati. Bankitalia prevede uno scenario peggiore, con un calo degli occupati per quest’anno tra i 900 mila e 1,2 milioni.

 

Allo studio una Riforma delle pensioni

Il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, assicura che è allo studio una “riforma organica della disciplina degli ammortizzatori sociali, volta a rendere l'istituto meno farraginoso e più idoneo a rispondere tempestivamente alle esigenze di tutela delle imprese e dei lavoratori" in questa emergenza post covid. In particolare, si punta a migliorare il sistema degli ammortizzatori sociali semplificando le procedure.

 

Per quanto riguarda invece una vera e propria riforma del sistema pensionistico bisognerà probabilmente attendere il 2022.  “La prossima legge di bilancio sarà dedicata alla riforma fiscale, quella successiva alla riforma previdenziale che entrerà in vigore il 1° gennaio 2022, sciogliendo il nodo dello scalone che si verrà a creare per la fine di Quota 100: l’età pensionabile che sale di cinque anni dai 62 ai 67″, ha dichiarato il sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta.

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