Un momento storico che (forse) segna il punto di svolta nella lotta alla pandemia. La Russia sarebbe il primo Paese al mondo ad aver depositato – l’11 agosto – il brevetto di un vaccino contro il coronavirus (Sars-CoV-2), eppure i test sarebbero incompleti. Perché?
Intanto, una delle prime fiale anti-covid è stata somministrata proprio alla figlia del Presidente russo, Vladimir Putin. Funzionerà? Non sembra vero, ma subito dopo la prima iniezione ha avuto la febbre a 38 gradi, il giorno dopo a 37 e, con il secondo shot, risaliva leggermente per poi gradualmente stabilizzarsi a livelli normali. E al test sierologico, la Putin risulta avere sviluppato gli anti-corpi.
Ha dell’incredibile, ma il vaccino ha già un nome: “Sputnik V”, richiamando il grande lancio, nel 1957, del primo satellite artificiale dalla Terra allo spazio. È stato prodotto dall’istituto statale Gamaleya di Mosca (nome completo: National Research Center for Epidemiology and Microbiology “Gamalei” - NITsEM), in stretta cooperazione con il Ministero della Difesa.
Cos’altro sappiamo sul Gamaleya, chi ha diretto il centro di ricerca? Cosa ne pensa l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms)? Ad esempio, che a capo del team dei ricercatori, c’è il professor Alexander Gintsburg, che ha testato il vaccino non solo su se stesso ma anche sui collaboratori.
Ora che il farmaco anti-covid è stato messo a punto, cosa aspettarsi dopo che si è trovata la “formula della salvezza” nella corsa al vaccino?
Se è vero che l’Unione europea sia riuscita a negoziare un accordo con Sanofi su quei 300 milioni di dosi di potenziale vaccino per contenere la pandemia, a che punto siamo nella ricerca di soluzioni e nel piano di distribuzione?
Qual è il ruolo dei Social media, della gestione e verifica delle informazioni? Può costituire un ostacolo o un fenomeno fuorviante per i Governi e le organizzazioni impegnate nella ricerca del vaccino?
Nello speciale di oggi, e in quelli dei prossimi giorni e senza pretesa di esaustività, resteremo al passo con le fonti primarie di informazione, per saperne di più, tenendo conto anche del parere degli esperti epidemiologici, monitorando gli aggiornamenti internazionali su questa notizia, da tanto attesa.
Allunaggio e coronavirus, c’è corrispondenza?
Come avvenne per la corsa allo sbarco sulla luna, in piena Guerra Fredda, la sfida tra americani e sovietici portò la NASA a segnare il successo indiscusso con il primo uomo sulla luna, nonostante l’astronauta russo, Jurij Gagarin, rimanga una figura storica importante nell’esplorazione spaziale.
49 anni dopo, Mosca sembra prendere la sua rivincita. Allora, ci sarà un vaccino accessibile “For All Mankind”? (l’espressione è mutuata dalla prima dichiarazione dell’uomo sulla luna ed è il titolo di una nuova serie TV di Apple che racconta la vicenda della corsa allo spazio in chiave ucronica, variando la versione dei fatti storici: sono infatti i russi che arrivano per primi sulla Luna).
Dubbi su efficacia visti i tempi record del vaccino: by-passa la Fase 3, la sperimentazione
Il timing dell’annuncio del capo del Cremlino è arrivato nonostante molti scienziati in Russia (e fuori dalla Russia) abbiano messo in dubbio la decisione di rendere il vaccino disponibile per l'uso prima delle sperimentazioni della Fase 3. Queste procedure di test e “collaudo” possono durare lunghi mesi e dovrebbero essere estese a migliaia di persone prima di finire agli acquirenti.
Martedì 11 agosto, Putin ha dichiarato che il vaccino ha già provato la sua efficacia in seguito ai primi test e che sarà in grado di garantire un’immunità duratura. Sembra che – insomma - vengano scardinate le stime dei ricercatori, di medici e studiosi che negli scorsi mesi avevano parlato di tempi pari ad almeno a 11 mesi per finalizzare un prodotto valido. Una perplessità plausibile può cogliere tutti (non solo i giornalisti): perché Vladimir Putin non specifica quale delle due figlie ha somministrato il vaccino?
Mentre ce lo siamo chiesti, il Ministero russo della Salute ha fatto sapere che l’immunità coperta dal vaccino durerebbe 2 anni. E le autorità di Mosca stanno iniziando a organizzare le agende delle vaccinazioni dichiarando di dare priorità a operatori sanitari, docenti e altri individui a rischio.
Le sperimentazioni sull’uomo sono iniziati il ??17 giugno e hanno coinvolto 76 volontari. Il 50% dei tester ha ricevuto una dose liquida di vaccino attraverso un’iniezione, l’altra metà invece ha assunto una polvere solubile. Nei primi sei mesi, pare che la maggior parte delle persone sia stata richiamata dalle fila dei corpi militari.
La produzione è stata dislocata in due diversi siti: oltre al Gamaleya, anche nella sede della società Binnopharm. Intanto il manager del Fondo russo per gli investimenti diretti, Kirill Dmitriyev, ha annunciato che già 20 Paesi hanno fatto “ordini preliminari per oltre un miliardo di dosi”.
Tatyana Golikova, primo Vice-ministro del Governo Putin, ha affermato che la vaccinazione dei medici potrebbe iniziare già questo mese. Stando a quanto diffuso dai funzionari ministeriali russi, la produzione su larga scala del vaccino sarà avviata a partire da settembre, per procedere alla vaccinazione di massa da ottobre in poi. Secondo fonti AFP, c’è una prima reazione da parte dell’Oms, che ha spiegato come la licenza di un vaccino richiederebbe “procedure rigorose”. Sempre nelle dichiarazioni in conferenza stampa di Tarik Jasarevic (portavoce dell’Oms) diffuse da AFP, “la prequalificazione include la revisione e la valutazione di tutti i dati di sicurezza ed efficacia richiesti dagli studi clinici”, invitando alla cautela e che, ad ogni modo, la verifica sarebbe universale, uguale per tutti i candidati in gara per il vaccino.
La Russia si è affrettata per mobilitare ogni risorsa che la portasse a un vaccino in tempi record. Sia i Social Media che i giornali e i leader politici degli Stati Uniti, della Regno Unito e del Canada hanno asserito che Mosca si sia avvalsa di hacker per ‘spiare’ – dall’interno dei laboratori stessi e delle case farmaceutiche - gli andamenti delle attività di ricerca del blocco occidentale. Quello che lascia pensare è anche il fatto che Mosca non abbia ancora pubblicato uno report completo dei risultati delle prove con i dettagli e i riferimenti che facciano trasparenza sull'efficacia dei prodotti che afferma di aver scoperto. Ma, allora, ci potremmo chiedere: che ne è del contro-spionaggio che indaghi sull’esistenza di documentazione e esiti?
Per concludere, Putin ha by-passato le procedure della Fase 3, ma difende con fermezza il vaccino ‘russo’, che per Mosca è una soluzione conforme ai parametri, dato che ha superato i test di applicazione.
In teoria, quindi, Sputnik V deve ancora passare al vaglio dell’Oms, prima di essere autorizzato alla distribuzione. Una posizione che potremo definire attendista, ma dato che si tratta di farmaci da iniettare nei corpi dei migliaia di pazienti, non è pessimista ma ponderata l’ipotesi di vedere cosa succederà nei prossimi giorni.