Convivenza di fatto: cos'è e diritti more uxorio dopo legge Cirinnà

Convivenza more uxorio cos'è cambiato per le coppie di fatto dopo approvazione Ddl Cirinnà sulle Unioni Civili? Quali sono ora i diritti riconosciuti?

Convivenza di fatto: cos'è e diritti more uxorio dopo legge Cirinnà

Convivenza di fatto cos'è cambiato dopo il ddl Cirinnà?


Con l’approvazione del Ddl Cirinnà sulle Unioni Civili, finalmente l’Italia sta per compiere un passo in avanti verso il riconoscimento dei diritti civili anche a moltissimi cittadini, rimasti esclusi per lungo, troppo tempo.

 

Vediamo quindi cosa è cambiato dopo l’approvazione definitiva del decreto Unioni Civili, per la Convivenza more uxorio.

 

Convivenza more uxorio: cos’è?

Che cos'è la convivenza more uxorio?

  • La convivenza more uxorio, è una coabitazione tra due persone legate affettivamente che convivono nella stessa abitazione senza però essere sposate legalmente.

  • Fino adesso la legge ha disciplinato solo l’istituto del matrimonio prevedendo una serie di diritti e doveri, ed obblighi facenti capo ai coniugi. Al contrario per le le cd. coppie di fatto, la legge non ha previsto una legge specifica che disciplini l’istituto della convivenza di fatto, o di convivenza more uxorio, lasciando così un vuoto normativo  diffamante per un paese democratico come l’Italia.

  • In Italia, infatti, la legge ha riconosciuto la possibilità alle coppie non sposate di poter convivere, convivenza more uxorio, come scelta libera tra le parti non vincolante dal punto di vista di fedeltà reciproca, patrimoniale e di assistenza morale.

  • Ciò significa che per la legge italiana, il fatto che due persone convivano e collaborino insieme alle spese della casa, costituiscano un semplice adempimento spontaneo di doveri non previsti dalla legge ma dall'etica e la morale.

 

Convivenza di fatto: cos'è cambiato dopo il Ddl Cirinnà?

Sebbene il Ddl Cirinnà sulle Unioni Civili, per poter essere approvato dal Governo Italiano, sia stato stralciato di importanti diritti, come ad esempio la stepchild adoption, fortemente contrastata dai paladini della famiglia tradizionale, il ddl Cirinnà rappresenta comunque un passo importantissimo nella lunga strada verso l’estensione dei diritti civili a tutti i cittadini italiani.

 

Convivenza di fatto cos'è cambiato dopo il Ddl Cirinnà?

Il Ddl Cirinnà è intervenuto a riconoscere che:

  • Il matrimonio civile può essere contratto solo tra uomo e donna, i quali stipulando un contratto sono uniti da diritti e doveri specifici come ad esempio l’obbligo di assistere il coniuge in caso di malattia ed il diritto a percepire la pensione di reversibilità in caso di decesso del coniuge.

 

Con il ddl Cirinnà e grazie all’istituzione in Italia delle Unioni Civili, questi diritti sono stati estesi a tutti i cittadini che convivono senza essere sposati, a prescindere dal loro orientamento.

 

Per la convivenza di fatto, basterà quindi l’accertamento anagrafico, da parte di un funzionario competente in materia, a certificare la stabile convivenza.

Leggi anche: Legge 104 permessi conviventi e detrazione partner a carico.

 

Convivenze di fatto diritti automatici:

I diritti automatici nelle convivenze di fatto sono diritti  che si acquisiscono a prescindere dalla sottoscrizione di un qualsiasi contratto, anche matrimoniale, sono analoghi a quelli delle coppie sposate regolarmente come ad esempio il diritto di visita in caso di ricovero in ospedale, di malattia o di assistenza e accesso alle informazioni personali. 

  • I due conviventi, inoltre, possono decidere di investire l’altro del titolo di rappresentante, nel caso si verificassero situazioni spiacevoli come ad esempio una malattia o l’incapacità di intendere e di volere, donare gli organi ecc… diritto che tutela anche l’abitazione, in quanto in caso di decesso, il convivente superstite ha diritto a rimanere nella casa comune, in affitto per altri 2 anni fino ad un massimo di 5 anni. 

  • Se poi nella stessa casa, coabitano figli minori o disabili del convivente in vita, il diritto di abitazione nella residenza comune, è riconosciuto per un periodo non inferiore a 3 anni.

  • Inoltre, in caso di cessazione della convenienza, il convivente più debole avrà diritto ad un assegno di mantenimento proporzionale alla durata della convivenza.

Diritti patrimoniali nella convivenza di fatto:

  • la coppia di fatto può disciplinare mediante la sottoscrizione di un patto di convivenza, ossia, un atto pubblico formale o una scrittura privata con firma autenticata di un notaio o di un avvocato, che preveda una serie di accordi e di regole della propria convivenza, dalla regolamentazione dei rapporti patrimoniali alle conseguenze in caso di cessazione della convivenza.

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