Sergio Mattarella ha scelto la scuola per segnare la fine delle vacanze per la gran parte degli italiani e quasi per dire che la ricreazione è finita e che si fa sul serio: la riapertura delle scuole è il passaggio chiave per il controllo del virus, ma anche una prova di buona amministrazione che potrebbe avere un riscontro positivo per la maggioranza di governo alle regionali (ma quest’ultimo ovviamente non era l’obiettivo del Colle).
La scuola, ha detto il presidente citando l’esempio di Maria Montessori nel centocinquantesimo anniversario della nascita, è la “risorsa decisiva”. «L’umanità di Maria Montessori, i suoi studi, la sua coraggiosa esperienza di educatrice, hanno impresso un segno profondo nelle scienze pedagogiche e indicato orizzonti nuovi per la scuola, a beneficio di milioni di giovani in ogni parte del mondo, che hanno potuto e saputo accrescere in piena libertà la loro personalità. Esempi come il suo esortano ad affrontare efficacemente le responsabilità di questo momento difficile», ha affermato il capo dello Stato.
Giuseppe Conte ha fatto immediatamente da sponda in un tweet: «Ancora una volta l’Italia in prima fila per elaborare strategie utili per combattere il coronavirus. Grazie al ministro Roberto Speranza oggi 53 Paesi si confrontano con l’Oms sulla riapertura delle scuole in sicurezza. Questa oggi è la nostra priorità».
Che il presidente della Repubblica abbia scelto la scuola come tema del suo “ritorno in campo” quasi settembrino è un buon segnale: come è noto, quando il Quirinale interviene su un tema quasi “di gestione”, chiede report e dossier alle amministrazioni competenti prima di farlo e certamente è stato rassicurato che la riapertura avverrà in sicurezza. Si tratta appunto di un tema delicato, la cartina di tornasole più importante per provare a tornare alla normalità ma anche e soprattutto per restituire ai ragazzi, in particolare a quelli delle elementari lo spazio di socialità e di crescita che solo la scuola può dare. E’ un tema delicatissimo, che va molto al di là delle polemiche sui banchi monoposto a rotelle o sugli ovvi problemi del trasporto pubblico: cosa succede, ad esempio, se un bambino comincia a tossire, e la cosa magari si ripete con frequenza nel giro di un’ora o giù di lì? In tempi normali, il bambino andava a casa subito oppure al termine della lezione, qualche vicino di banco si prendeva il raffreddore anche lui, ma si trattava di cose normali e banali a quell’età. Ma con il virus in circolazione?
Il fatto che il premier abbia condiviso immediatamente la posizione del Colle lascia dunque ben sperare su di una riapertura, come si dice, ordinata e in sicurezza. Il fatto che Conte, che già aveva rivendicato la collegialità delle scelte sulla scuola al costo di far apparire commissariata la ministra Azzolina, ci metta anche personalmente la firma fa ben sperare. Tra l’altro, il premier continua nella sia nuova fase di comunicazione, più asciutta e più legata ai fatti e ai risultati.