
“L’inaugurazione dell'anno scolastico, mai come in questa occasione ha il valore e il significato di una ripartenza per l'intera società”. Sono passati tanti mesi da quel 5 marzo in cui tutte le scuole di ogni ordine e grado furono chiuse per il dramma dell’emergenza sanitaria, e ora che riaprono è il Paese intero a ricominciare. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, proprio da Vo’ Euganeo, il piccolo centro del padovano dove tutto è cominciato con il primo caso di coronavirus, ieri pomeriggio ha lanciato il suo messaggio di “fiducia” e di “speranza” all’Italia intera. E soprattutto al mondo dell’istruzione e della formazione, piegato dalla pandemia, e che prova a rialzarsi da vecchie e nuove ferite. Siamo di fronte a una “sfida decisiva”, ha detto, che deve impegnare tutti, “nessuno escluso”, una prova su cui “il Paese non può dividersi”.
I disagi e i nodi ancora irrisolti
Per il primo giorno in classe dopo 193 giorni non sono mancati i disagi. Più di 5 milioni e mezzo di studenti sono tornati sui banchi (la settimana prossima saranno 8,3 milioni) e - seppure le nomine per le cattedre vacanti sono in corso – mancherebbero all’appello 100 mila professori. Le consegne dei banchi sono in estremo ritardo, 2 milioni quelli ancora attesi dagli istituti che ne hanno fatto richiesta. Preoccupa, inoltre, la carenza degli insegnanti di sostegno per i ragazzi con disabilità. Sono già stati registrati casi di alunni che non hanno potuto far rientro in scuole che ne sono prive.
Mattarella invita a non dividersi e a puntare su inclusione, banda larga, risorse europee
Il presidente Mattarella sa che di nodi da affrontare ce ne sono ancora e ha parlato chiaro: “Conosco i ritardi e le difficoltà e so bene che vi saranno inevitabili polemiche. So anche che, in atto, vi sono risorse limitate. Ma un Paese non può dividersi sull'esigenza di sostenere e promuovere la sua scuola”. Soprattutto il capo dello Stato ha posto l’accento sul tema dell’inclusione. Perché “il lockdown ci ha mostrato che hanno sofferto pesanti esclusioni i ragazzi senza computer a casa, quelli che erano privi di spazi sufficienti, coloro che già vivevano una condizione di marginalità. Dobbiamo evitare che il divario digitale diventi una frattura incolmabile”. Tema centrale è quello della banda larga. “Questo periodo ha sottolineato, con grande evidenza l’urgenza e l'assoluta necessità di disporre della banda larga ovunque nel nostro Paese”, ha detto. Punto di svolta è il programma europeo per la ripresa che metterà a disposizione dei paesi colpiti dalla pandemia risorse straordinarie. Per Matterella è necessario “investire nella scuola” e il Next generation è “un’occasione da non perdere”.
Ma l’avvio del nuovo anno scolastico divide: la Cisl critica la ministra Azzolina e chiede un confronto serio
Parole, quelle del presidente Mattarella, che hanno risuonato forti nel primo giorno di questo anno scolastico 2020-21 ma che non hanno fermato le polemiche. Mentre oggi il premier Conte è in visita ad alcuni istituti scolastici di Norcia, emergono ancora disagi e si riaccende il dibattitto sull’opportunità di riaprire le scuole e sulle decisioni del Governo. Per Annamaria Furlan, segretaria nazionale della Cisl “la scuola non era ancora pronta ad affrontare, in tutto il Paese, la riapertura. Si è indugiato troppo, tanta è stata la voglia di fare da soli, in particolare da parte della ministra, e ora tutti i nodi vengono al pettine”. Per la leader sindacale: “Si è perso tempo, ma ora è indispensabile sostenere la scuola. Ci sono scuole senza banchi, mense che non possono ancora essere attivate e scuole in cui non è possibile riaprire a tempo pieno. Ecco, recuperiamo gli errori fatti ma per fare questo serve un confronto serio".