Figli positivi al Covid

Scuola, tampone positivo figli in quarantena: cosa spetta ai genitori

Smart working e congedo per figli in quarantena ma solo per domande entro il 31 dicembre e con un limite massimo di spesa di 50 milioni di euro per il 2020

Scuola, tampone positivo figli in quarantena: cosa spetta ai genitori

Riaperti i cancelli delle scuole italiane, dopo la lunga chiusura forzata iniziata a marzo con il lockdown e protrattasi per tutto l’anno scolastico al fine di evitare il diffondersi dei contagi da Coronavirus.

 

Nonostante le difficoltà legate alla sicurezza, l’obbligo della mascherina, il distanziamento sociale, le classi pollaio e le perplessità espresse da dirigenti scolastici e docenti, 5,6 milioni di studenti sono tornati sui banchi di scuola, in presenza e in sicurezza come promesso più volte dal premier Giuseppe Conte, dal ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina e dal Commissario Straordinario per l'Emergenza Covid, Domenico Arcuri.  

 

Le scuole sono sicure, hanno più volte ribadito i tre rappresentanti dello Stato, consapevoli del fatto che non è possibile azzerare il rischio contagio, ecco perché l’Esecutivo ha varato una serie di misure atte ad aiutare le famiglie che si troveranno a fare i conti con un figlio in età scolastica positivo al tampone Covid-19.

 

Scuola, ministro Azzolina: il rischio zero non esiste

In questi giorni sono tornati a scuola 5,6 milioni di studenti italiani di 12 Regioni e della provincia di Trento mentre gli istituti di Abruzzo, Campania, Basilicata, Puglia, Sicilia e Sardegna hanno preferito rinviare l’avvio dell’anno scolastico 2020/2021 a dopo le elezioni regionali. Da domani 24 settembre, in totale saranno 8,3 milioni gli studenti in classe.

 

Dopo quasi sette lunghi mesi si sperava che tutto fosse pronto per questo importante appuntamento, le regole per la sicurezza ci sono ma mancano ancora i banchi monoposto (ne sono stati consegnati 200 mila sui 2,4 milioni ordinati), le aule, i docenti. Le mascherine ci sono ma solo per gli insegnanti e tampone il personale scolastico.

 

“C’è ancora qualche criticità – ha ammesso il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina - assicurando che questo c’è stato sempre ogni anno. La scuola in questo momento va protetta”. “Ho l’assoluta consapevolezza che l’anno che ci aspetta sarà un anno straordinario, sarà un anno difficile ma ho certezza che abbiamo lavorato bene. Non ci siamo mai fermati, io, come tutta la comunità scolastica”, certa del fatto che il rischio zero non esiste ma che si sta facendo il possibile per limitare il numero dei contagi e per gestire gli eventuali casi nel miglior modo possibile. 

 

Studenti positivi al Covid-19: cosa succede

Cosa succede nel caso in cui si verifica un caso Covid-19 a scuola? I genitori degli alunni hanno firmato un Patto di corresponsabilità nel quale dichiarano di essere pienamente consapevoli e di accettare, che in caso di insorgenza di febbre (temperatura superiore a 37,5 °) o di altri sintomi (tosse, raffreddore, mal di gola, congestione nasale, congiuntivite, perdita dell'olfatto o del gusto), la scuola provvederà all'isolamento dello studente grazie all’intervento del referente Covid, ossia di una persona scelta tra il personale scolastico e formato per intervenire in caso di emergenza.

 

Nel caso di minori verranno immediatamente informati i familiari, che dovranno poi rivolgersi al proprio medico di famiglia per stabilire come procedere. La scuola provvederà, inoltre, a contattare il Dipartimento di Sanità Pubblica (DSP) per gli approfondimenti previsti.

 

In caso di positività lo studente non potrà essere riammesso alle attività didattiche fino ad avvenuta e piena guarigione, certificata secondo i protocolli previsti, ci sarà dunque un periodo di quarantena da rispettare. Servono due tamponi negativi a distanza di 24 ore per accertare l’avvenuta guarigione.

 

Per sicurezza verrà messa in isolamento preventivo l’intera classe dello studente positivo al Covid-19, con la possibilità di rientro a scuola solo se dopo 14 giorni nessun altro alunno ha manifestato sintomi sospetti. A vigilare sul rispetto delle procedure sarà la ASL.

 

Fortunatamente la Azzolina ha preso in considerazione una serie di misure a sostegno delle famiglie che dovranno purtroppo affrontare questa eventualità: smart working e congedo straordinario parentale Covid per i genitori di figli al di sotto dei 14 anni positivi al tampone.

 

Gli studenti in quarantena cominceranno a fare didattica a distanza e ci saranno – precisa la Azzolina – congedi e smart working per le famiglie “.

 

Studenti under 14 in quarantena: smart working e congedi per genitori

Il 15 ottobre prossimo (salvo proroghe), con la fine dello Stato di emergenza, verranno meno le semplificazioni per accedere allo smart working, decise dal Governo con il DPCM del 1º marzo 2020 al fine di limitare i contatti tra le persone e garantire la continuità lavorativa ai soggetti in grado di svolgere il proprio lavoro lontano dall’ufficio.

 

In vista della riapertura delle scuole, il Consiglio dei ministri ha varato un nuovo decreto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 9 settembre 2020, che prevede congedi straordinari o smart working per i genitori di figli minori di quattordici anni positivi al Covid ed in quarantena.

 

Smart working e congedo per figli in quarantena: cos’è e come funziona

Secondo la normativa vigente, un genitore lavoratore dipendente ha il diritto a svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile per tutto o parte del periodo corrispondente alla durata della quarantena del figlio convivente, minore di anni quattordici, disposta dal Dipartimento di prevenzione della ASL territorialmente competente a seguito di contatto verificatosi all’interno del plesso scolastico.

 

Nelle sole ipotesi in cui la prestazione lavorativa non possa essere svolta in modalità agile, uno dei genitori, alternativamente all’altro, può astenersi dal lavoro per tutto o parte del periodo corrispondente alla durata della quarantena del figlio under quattordici, grazie ad un congedo straordinario Covid retribuito al 50 per cento della retribuzione stessa, con copertura della contribuzione figurativa.

 

Naturalmente per i giorni in cui un genitore fruisce di una di queste due misure, ovvero svolge anche ad altro titolo l’attività di lavoro in modalità agile o comunque non svolge alcuna attività lavorativa, l’altro genitore non può’ chiedere di fruire di alcuna delle predette misure.

 

La domanda per le due prestazioni, smart working e congedo straordinario Covid, va presentata all’INPS entro il 31 dicembre 2020.

Il beneficio però è limitato: previsto un limite di spesa di 50 milioni di euro per l’anno 2020.

 

L’INPS, infatti, provvederà al monitoraggio del limite di spesa, decidendo di non prende in considerazione ulteriori domande nel caso in cui dai calcoli emerga che anche in via prospettica il limite massimo è stato raggiunto.

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