I numeri della crisi economica

Economia, l’incertezza sull’evoluzione della pandemia frena la ripresa

Bankitalia conferma rimbalzo ma il quadro è instabile. Gentiloni: “sprint rallenta”. Bonomi: “Numeri da guerra. Unica eccezione l’industria manifatturiera”

Economia, l’incertezza sull’evoluzione della pandemia frena la ripresa

In questa fase è l’incertezza il nemico principale della ripresa economica. Nel giorno in cui alla Camera dei Deputati diventa legge il dl Agosto, il terzo provvedimento varato dal Governo per far fronte alla crisi economica provocata dal Coronavirus, il mondo dell’economia e quello della politica mostrano preoccupazione.  

 

Gentiloni: “Sprint è rallentato”

Dall’hangar di Linate dove si è tenuta l’assemblea generale di Assolombarda è per primo il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, ad ammettere: “La ripresa è in corso ma nelle ultime settimane, a partire da fine agosto, pur continuando sta rallentando". Non solo. La ripresa è “diseguale tra Paesi”. Come il calo del Pil dovuto al Covid: “Dal -4% dei Paesi nordici al -19% della Spagna”. Comunque, ribadisce: "lo sprint è rallentato".  

 

Stime di Via Nazionale in linea con scenario Nadef

Intanto la Banca d’Italia stima un recupero dell'economia nel terzo trimestre più ampio di quanto previsto in precedenza, anche se non omogeneo tra i settori. Con la produzione industriale cresciuta attorno al 30 per cento, l'impatto maggiore della crisi sarebbe nei servizi. Pur riconoscendo il recupero, Via Nazionale valuta per il Pil una contrazione a luglio del 9,5% in linea con lo scenario della Nota al documento di Economia e Finanza del Governo. Scenario che giudica “coerente" con le proprie stime ma ancora complesso. A far paura è soprattutto la prospettiva del debito al 150 %. Dalle indagini di Bankitalia si rileva preoccupazione per le famiglie in difficoltà economica ma anche per il calo dei consumi: anche i nuclei familiari che sono riusciti a difendere il reddito si apprestano a ridurre le spese.

 

Bonomi: “Non è il momento degli scioperi”

Si sofferma anche sul rinnovo dei contratti e sul rapporto con il Governo il capo degli industriali. “Non giudichiamo i governi ma i provvedimenti economici”, dichiara. “Quando hanno fatto bene lo abbiamo detto come per esempio per il fondo di garanzia per le pmi o i 12 miliardi per i pagamenti dei debiti della Pa”. Così come “abbiamo criticato” i provvedimenti “che non ci sono piaciuti”. E sui contratti: “vogliamo farli, dare i soldi alle persone, ma in maniera sostenibile e intelligente. E’ impensabile ragionare su aumenti salariali indipendenti da quello che stanno subendo i mercati e le aziende". “La strada giusta”, conclude, “è quella di sedersi al tavolo e parlarsi. Non è il momento di fare scioperi”. 

 

Bombardieri, segretario Uil: “Decidiamo noi quando farli”

Alle dichiarazioni di Bonomi risponde a stretto giro il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri: “Non è certo il presidente di Confindustria a decidere se e quando debbano essere proclamati gli scioperi. Si interroghi, piuttosto, sul perché sindacato e lavoratori sono costretti a questo passo, difficile e costoso per loro. In alcune categorie sono in corso trattative per il rinnovo dei contratti i cui pessimi risultati si commentano da soli. Bonomi farebbe bene ad informarsi sull'andamento di quei confronti”.

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