Il grande pasticcio

Regioni, oggi riunione di Cts e cabina di regia ma è scontro sui dati

In Calabria dopo il caso del commissario alla Sanità Cotticelli, sostituito dal ministro Speranza, scoppia la polemica su Zuccatelli appena nominato.

Regioni, oggi riunione di Cts e cabina di regia ma è scontro sui dati

Lo scontro tra Stato e Regioni non si calma con il passare dei giorni e la pandemia sta diventando drammaticamente lo specchio di un’impasse istituzionale dalle ripercussioni inedite. L’incompletezza e il ritardo con cui i dati dagli enti locali arriverebbero all’amministrazione centrale, che deve decidere in che fascia collocare i singoli territori, inaspriscono il clima di reciproca diffidenza. E poi il caso Calabria. Con due commissari alla Sanità, uno dopo l’altro, finiti nell’occhio del ciclone per dichiarazioni imbarazzanti. E che gettano un’ombra sull’adeguatezza di certi dirigenti a ricoprire incarichi delicati e di rilievo. Sullo sfondo, un regionalismo che sta rivelando tutti i suoi limiti e una riforma delle modifiche apportate nel 2001 al Titolo V della Costituzione non più rinviabile.

 

D’Incà sulle Regioni che rischiano ulteriori restrizioni: “Controlleremo dati e decideremo”

“Oggi alle 15 ci sarà un momento di confronto con il Cts e da lì potremo capire quali Regioni passeranno o meno a una fascia diversa”. L’annuncio del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Inca, arriva in una giornata convulsa e in cui incalza la bufera mediatica sui bollettini regionali relativi al Covid. Il ministro spiega: “Attraverso 21 indicatori con dati precisi e attraverso la verifica, con Cts e la cabina di regia, individuiamo quali passaggi ci debbano essere per portare una Regione in fascia gialla, arancione o rossa, perché all'interno le libertà individuali sono molto diverse. Queste soluzioni passano per dei dati che vanno controllati e verificati”. La cabina di regia cui fa riferimento D’Incà doveva già aver deciso sulle nuove Regioni più a rischio - Campania, Liguria, Umbria e Abruzzo - ma la riunione è slittata ad oggi. Insieme a quella del Comitato tecnico scientifico. Il titolare del dicastero della Salute, Roberto Speranza, ieri ha avvertito: “Sarebbe un reato grave dare dati falsi”. Ma l’accavallarsi di dichiarazioni e informazioni da parte dei diversi soggetti istituzionali in campo aumentano dubbi e incertezze. Oggi è ancora il consigliere del ministro, Walter Ricciardi, ad accusare il Governo di essere “lento nelle decisioni”. 

 

In Liguria su bollettini regionali indaga la magistratura

Intanto, anche la magistratura si è attivata. La Procura di Genova ha aperto un’indagine conoscitiva sui numeri relativi al covid consegnati dalla Liguria al ministero della Salute, che ha portato a inserire la Regione nella fascia di rischio gialla. “Escludo che ci sia una situazione di dati falsati”, dice il governatore, Giovanni Toti. Ci pensano “gli uffici di Prevenzione delle nostre Asl a raccoglierli, e poi sono elaborati dall'Agenzia sanitaria ligure, un po' come accade in tutte le Regioni, e incasellati in un complicato meccanismo. Può esserci stato un errore materiale, ma lo escluderei, perché se due report consecutivi portano gli stessi dati, un errore materiale si corregge, mentre non può esserci alcuna malizia”. 

 

De Luca a Speranza: “Confronto pubblico su dati”

Dalla Campania, il presidente Vincenzo De Luca chiede oggi “al ministro della Salute un confronto di merito e pubblico sui dati oggettivi del sistema sanitario campano, nell'ambito di una verifica generale e ineludibile di tutte le regioni d'Italia. E' indispensabile la più assoluta trasparenza. Non abbiamo da occultare né da attenuare nulla di nulla”. Nel frattempo alcuni terriotri scelgono autonomamente ulteriori restrizioni per il contenimento del virus. E’ il caso della provincia autonoma di Bolzano. Un esempio che il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia loda. “L'esatta fotografia del regime di autonomia locale in raccordo col potere centrale”, dice. “Ringrazio il presidente Kompatscher per la correttezza e la tempestività con la quale ha informato il governo in ordine alle sue legittime decisioni motivate da comprovati e trasparenti dati e analisi epidemiologiche”.

 

Centrodestra e M5S Calabria: “Via Zuccatelli”

Sarà difficile per il ministro Speranza difendere ancora la nomina del neo commissario alla Sanità della Regione Calabria, Giuseppe Zuccatelli. Il video in cui il manager del settore sanitario dichiara che “non c’è nessuna necessità di usare le mascherine” da diverse ore fa il giro del web e agita le stanze della politica. Dal centrodestra il coro è unanime: la “nomina va revocata”. Dello stesso avviso i parlamentari calabresi dei Cinquestelle: “la nomina frettolosa di Zuccatelli si è rivelata inopportuna, un'inaccettabile beffa per i cittadini, costretti a restrizioni sulle attività produttive, sulla frequenza scolastica in presenza, non per il numero dei contagi, ma per una gestione sanitaria inadeguata a cui oggi la politica è chiamata a porre rimedio”. Solo pochi giorni fa la destituzione dell’altro commissario, il generale Saverio Cotticelli, che in un’intervista Rai aveva dichiarato di non sapere di dover provvedere al piano regionale anticovid. Dichiarazioni gravissime che gli sono costate il posto. E che hanno avuto un seguito persino più imbarazzante: “Non mi riconosco nell’intervista. Sembrava la mia controfigura”, ha detto ieri sera a Non è l’Arena. “Mi hanno drogato? Non lo so, ma non ero lucido, stavo male”. 

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA