L’Eurocamera e il Consiglio europeo hanno trovato l’accordo sul ‘pacchetto rilancio’ necessario per far fronte alle conseguenze economiche della pandemia. Le misure e i fondi in ballo comprendono il Bilancio Ue (QPF) ed il Recovery fund (NextGenerationEU) e segnano un compromesso politico delle parti nel rispetto delle decisioni del summit europeo dello scorso luglio. Ma la novità sta in quei 16 miliardi di euro addizionali, richiesti dagli eurodeputati, che non figuravano invece nella proposta di documento presentata dai Capi di Stato e di Governo in estate.
Si è cercato, quindi, maggiore supporto agli strumenti della ripresa, lavorando anche alle linee guida per definire il prossimo QFP 2021-2027 e le nuove risorse proprie.
Ad annunciare l’esito delle trattative del 10 novembre è stato Sebastian Fisher, Portavoce della presidenza tedesca all’Ue in corso fino a fine anno.
Su 16, 15 miliardi di euro rafforzeranno i programmi chiave dell'Unione per proteggere i cittadini dall’attuale crisi economico-sanitaria del covid-19, fornire opportunità alla prossima generazione e preservare i valori europei. Il resto, 1 miliardo di euro, è destinata ad aumentare la flessibilità di bilancio per prepararsi a esigenze impreviste, a nuove crisi o emergenze future. Per il Parlamento Ue, portare avanti le negoziazioni nella direzione intrapresa ha permesso di garantire un irrobustimento di priorità e flagship politiche pre-pandemia (come il Green Deal e l’Agenda Digitale) che avrebbero rischiato altrimenti di restare sottofinanziati, compromettendo sia gli obiettivi che gli impegni già presi da Bruxelles.
Espansione del budget e nuove risorse proprie
La maggior parte delle risorse aggiuntive dei finanziamenti Ue saranno attinte da multe per concorrenza sleale ricadenti sulle imprese che rispettano le regole dell'Ue, in linea con la richiesta iniziale del Parlamento che ha spinto affinché i fondi generati dall’Ue rimanessero nel Bilancio europeo. Rientrano in questa cifra: 7,4 miliardi di euro per l’assistenza sanitaria (dotazione triplicata per EU4Health), 2,2 miliardi per Erasmus+ (l’equivalente di un anno supplementare di finanziamento), 1,5 miliardi per una gestione più efficace dei flussi migratori e un’espansione dei fondi per la ricerca.
Si è riusciti a trovare una quadra al cerchio quando l’Eurocamera e il Consiglio hanno trovato una posizione comune sui costi a medio e lungo termine per il rimborso del debito (rimborsi e tassi di interesse). Questi, infatti, devono essere coperti dal Fondo di ripresa senza pesare sui programmi di investimento già esistenti, né portare a contributi più elevati da parte dei Governi.
Per procedere con la fase successiva, gli eurodeputati hanno elaborato una tabella di marcia per l’introduzione di nuove risorse proprie nei prossimi sette anni. È stata integrata in un testo vincolante dal punto di vista giuridico, l’Accordo interistituzionale. A detta di David Sassoli, Presidente del Parlamento Ue, la tabella di marcia assicurerà che “il bilancio dell’Ue sia finanziato in modo più efficace e sostenibile nel futuro - attraverso l’introduzione di un prelievo sulle materie plastiche non riciclate, una web tax che farà pagare una giusta quota ai giganti digitali e una tassa sulle transazioni finanziarie”.
“Forse la cosa più importante, per la prima volta, è che la ricezione di fondi dal Bilancio europeo sarà vincolata al rispetto dello stato di diritto da parte degli Stati membri. Siamo un’Unione basata su valori della libertà, della democrazia e dell’uguaglianza, se i governi non rispettano questi principi non dovrebbero avere accesso ai fondi dell’Unione Europea”, ha aggiunto Sassoli.
Il documento dell’accordo ora dovrà essere sottoposto al Consiglio europeo e alla sessione plenaria del Parlamento europeo per l’approvazione definitiva, insieme agli altri elementi del QFP e del NextGenerationEU. A ritardare l’iter di approvazione, c’è ancora la questione del meccanismo per vincolare l’erogazione del Recovery Fund al rispetto dello Stato di diritto. L’Esecutivo Ue ieri ha confermato di aver ricevuto una lettera da Budapest, inviata dal Primo Ministro Viktor Orban che, come preannunciato, minaccia di porre il veto ungherese sul Bilancio dell’Ue – e sul NextGenerationEU – qualora non si chiariscano tutti gli aspetti del dossier rimasto sospeso, da luglio scorso, sullo Stato di diritto. La Polonia affianca Orban che potrebbe presto ottenere anche il sostegno di altri Governi dell’Est.
“L’Europa non è un bancomat, chi non rispetta i principi fondanti di questa comunità non può pensare di avere in mano una carta di credito che eroga soldi a prescindere”, ha dichiarato Simona Bonafè, eurodeputata del PD, durante un intervento in plenaria in cui si è tenuto il dibattito sulla decisione di ieri.
Staremo a vedere come si evolverà la situazione e quali saranno gli schieramenti di una partita in cui si gioca il futuro dell’Europa.
Ecco uno schema della tabella di marcia “indicativa” che prevede risorse proprie originate da:
dal 2021: un contributo basato su materie plastiche non riciclate.
dal 2023: il sistema di scambio delle quote di emissione di carbonio, l’ETS – EU Trade Emissions Scheme e Meccanismo di adeguamento delle quote del carbonio.
un prelievo digitale (entro il 2023).
un’imposta sulle transazioni finanziarie (ITF).
un contributo finanziario legato al settore delle imprese o una nuova base imponibile comune per l’imposta sulle società (al più tardi entro il 2026).
Il Bilancio, in linea con le priorità a lungo termine dell'Ue, attribuisce/introduce:
Il 30% della spesa complessiva al sostegno degli obiettivi climatici;
il 10% dal 2026 in poi alla biodiversità;
misure per migliorare il monitoraggio del clima;
nuovi strumenti per garantire il rispetto della parità di genere.
Cifre in sintesi
Risposta al COVID-19
4 miliardi di euro per Horizon2020.
3,4 miliardi di euro per EU4Health.
Futuro dell'Europa e nuove generazioni
2,2 miliardi di euro per Erasmus.
1 miliardo di euro per InvestEU.
Cultura e valori europei
600 milioni di euro per Creative Europe.
600 milioni di euro per il Programma Diritti e Valori.
Politica migratoria
1,5 miliardi di euro in più per il Fondo per la gestione integrata delle frontiere e per Frontex.
Ue nel mondo
1 miliardo di euro per il nuovo Strumento di vicinato, sviluppo e cooperazione internazionale.
500 milioni di euro in più per gli aiuti umanitari.