
Uno spray nasale in grado di bloccare la trasmissione del virus Sars-Cov-2, responsabile del Covid-19, è stato messo a punto da alcuni ricercatori del Columbia Medical Center di New York.
Un’arma che potrebbe rivelarsi davvero preziosa nella lotta alla pandemia: per il momento lo spray è stato testato solo nei furetti, e non ancora nell'uomo, ma ha dato esiti particolarmente promettenti, che fanno ben sperare per la lotta al Covid-19.
Ecco cosa ci ha spiegato Matteo Porotto, Professore alla Columbia University e uno dei ricercatori coinvolti nello studio.
Prof. Porotto, che ruolo ha nella ricerca e quali sono le sue specializzazioni?
Matteo Porotto: "Io sono Professore Associato alla Columbia University. Ho studiato Biologia in Italia e dal 1999 sono qui negli USA (Mount Sinai dal 1999 al 2005, Weill Cornell Medical college dal 2005 al 2015 e Columbia dal 2015 ad oggi). Sono il "principal investigator" (PI) della ricerca ma è uno studio interdisciplinare e collaborativo. Per ottenere i risultati conseguiti è necessario coordinarsi con ricercatori di altre discipline. Nessuno da solo può fare molto.
Qual è il funzionamento di questo spray nasale? Dalla ricerca si evince che blocca la trasmissione del coronavirus con un’efficacia elevata, finora testata sui furetti.
Matteo Porotto: "Il funzionamento del principio attivo è di bloccare l'entrata del virus nella cellula, impedendo la fusione della membrana virale con la membrana della cellula bersaglio."
Com’è nata la ricerca in questo campo?
Matteo Porotto: "Stiamo lavorando a sistemi simili da circa 10 anni (per altri virus) per cui abbiamo adattato il bagaglio di conoscenze che avevamo acquisito al SARS-CoV-2."
Quali saranno i prossimi step fino ad arrivare alla produzione e commercializzazione dello spray nasale? Può darci delle tempistiche?
Matteo Porotto: "Io ho un'idea generale, ma non sono un esperto e abbiamo bisogno di specifiche competenze per implementare la produzione (approvazione all'uso nell'uomo) e la commercializzazione. In teoria con appropriati aiuto e supporto si potrebbe fare in pochi mesi."
Quando inizierà la sperimentazione sull'uomo? In Italia si parla già di un arrivo imminente...
Matteo Porotto: "Non riesco ad immaginare come possano aver pensato che arriveràa presto. Vista l'urgenza, se troviamo un buon partner commerciale di sicuro si può procedere rapidamente, ma non si tratta di due o tre mesi.
Onestamente non potrei dare una valutazione delle tempistiche, dipende molto da se e chi deciderà di sviluppare la nostra tecnologia."
Quali potrebbero essere i campi di applicazione? Che durata di protezione può raggiungere e come andrebbe utilizzato? Può rappresentare un’ulteriore arma contro il Covid-19 insieme al vaccino?
Matteo Porotto: "Le persone più a rischio di contatto potrebbero usarlo come prevenzione, le persone infettate (asintomatiche) potrebbero usarlo per diminuire la contagiosità. Per ora pensiamo che una inoculazione ogni 24-48 possa proteggere. Noi vediamo un'utilità sia con che senza vaccino (che spero funzioni bene). Le persone che non rispondono al vaccino potrebbero usarlo per proteggersi. Siccome funziona subito dopo l'inoculazione non c'è bisogno di aspettare, come per il vaccino, la siero-conversione."
La ricerca ora è in preprint ed è stata sottomessa a Science.
Matteo Porotto: "Si trova in preprint perchè Science richiede per argomenti COVID-19 di sottometterlo per i manoscritti che manda in revisione. Noi ovviamente speriamo in esito favorevole, ma dipende dai giudizi/commenti/richieste dei revisori, la nostra capacità di rispondere ai commenti/richieste e alla valutazione degli editori di Science".
Il virus del Covid-19 si trasmette principalmente mediante le secrezioni della bocca (quindi goccioline di saliva, le cosiddette droplet, e le secrezioni respiratorie) oltre che dal contatto di mani infette con le mucose di occhi e naso. La molecola individuata, chiamata lipopeptide, va quindi a inibire le fusione delle cellule, evitando di fatto l’infezione. Il lipopeptide è stabile, poco costoso, non richiede refrigerazione e ha anche una lunga durata.
È necessario però effettuare dei test clinici su volontari, dato che finora lo spray è stato sperimentato solo sui furetti, scelti perché possono tasmettere i virus e vengono infettati attraverso il naso, proprio come succede agli esseri umani.