Statini generali

Faccia a faccia Bonomi-Landini oggi alla tre giorni della Cgil

Il rinnovo dei contratti la grande sfida tra sindacato e imprese. All’iniziativa Cgil dovrebbe partecipare anche Conte. Domenica Gentiloni e Letta su Ue

Faccia a faccia Bonomi-Landini oggi alla tre giorni della Cgil

Sarà un confronto anche sul rinnovo dei contratti di lavoro. Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, incontrerà oggi sabato 14 novembre in un faccia a faccia organizzato dalla Cgil il segretario generale Maurizio Landini. Dopo le tensioni degli ultimi mesi l’appuntamento è alla tre giorni “Futura: lavoro, ambiente, innovazione” voluta dal sindacato e che si terrà al Teatro Brancaccio di Roma. Prove di distensione, dunque, per riaprire un dialogo spezzato, ma che adesso tutte le forze sociali dovrebbero provare a ricostruire. “E’ il momento dell'unità, non per avere le stesse idee ma per pensare al futuro”, dice Landini. “A Confindustria ci permettiamo di dire di fare una scelta: il rinnovo dei contratti come quello multiservizi è un punto decisivo. Vogliamo aprire un dibattito”. Dobbiamo “discutere di come far ripartire gli investimenti”, spiega, “e creare il lavoro” andando oltre l’emergenza “per cambiare il modello di sviluppo”. Tutto da verificare se sindacato e imprese riusciranno a trovare l’unità, o quanto meno a parlarsi per l’avvio di una trattativa che abbia possibilità di sbocchi.

 

Cgil: “Dialogo per superare la crisi”

Fino a domenica di tavoli di confronto ce ne saranno parecchi. E con diversi soggetti istituzionali, politici, e del mondo del lavoro e sociale. L’obiettivo, nelle intenzioni degli organizzatori, è l’apertura di un dialogo a più livelli per superare l’attuale fase di crisi e guardare al futuro. Di tutto riguardo il parterre di relatori. A una delle tre giornate dovrebbe partecipare anche il premier Giuseppe Conte. Sul tema del lavoro venerdì 13, tra gli altri, Linda Laura Sabbadini, direttrice Istat, l’economista Mariana Mazzuccato, l’amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti, Fabrizio Palermo. Sabato, oltre all’incontro Bonomi-Landini, Fabrizio Barca, Andrea Riccardi, Chiara Saraceno presiederanno a tavoli diversi. Chiuderà la giornata il cardinale Matteo Maria Zuppi. Domenica appuntamento su Europa e Ambiente con il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, e con l’ex presidente del Consiglio, Enrico Letta. Don Luigi Ciotti parteciperà al dibattito su Ambiente e legalità insieme a Marcello Minenna, direttore dell’Agenzia delle dogane, e Carlo Petrini fondatore di Slow food.

 

Bene il confronto ma nella prospettiva di risultati concreti

E’ difficile immaginare che i singoli tavoli siano come compartimenti stagni. Lavoro, sanità, Europa, disagio sociale sono ormai cluster tematici che attraversano in maniera trasversale ogni aspetto nevralgico dello sviluppo e del sistema Paese. Non è pensabile affrontare il tema del depotenziamento progressivo della sanità pubblica senza parlare di economia, tagli al welfare, pareggio di bilancio e politiche economiche dell’Ue. Così come non è plausibile discutere di Europa e Recovery Fund senza guardare negli occhi le pecche di un’amministrazione pubblica che ancora arranca nella programmazione. E che non spende i fondi strutturali che l’Ue mette ogni sette anni in bilancio. E poi l’emergenza sociale, figlia di una crisi economica che stringe in una morsa drammatica decine di migliaia di famiglie. Landini dice: la Cgil è “preoccupata fortemente dal possibile clima di scontro sociale” creato dall'emergenza Covid che si può evitare "solo se si producono cambiamenti veri”. Insiste il segretario del più grande sindacato confederale sulla necessità di “cambiare il modello di sviluppo usato fino ad oggi” e che il “punto è non solo sindacale ma soprattutto politico”.  Progettare un nuovo modello significa, dice ancora, "mettere al centro la persona e non il mercato in una contesto in cui la politica deve tornare a svolgere un ruolo di indirizzo”. 

 

Ha ragione. Ed è senz’altro positivo dare spazio al confronto multilaterale e allo studio degli esperti per cercare metodi di lavoro meno conflittuali. Ma poi l’importante è che si raggiungano risultati. Sindacati, imprese, partiti, Governo a questo sono chiamati. A trovare accordi e soluzioni. I decreti ristori possono frenare temporaneamente la crisi di liquidità delle categorie più penalizzate dalle chiusure per covid, la proroga del blocco dei licenziamenti pure, e così i fondi per il prolungamento della Cig. La pandemia però ha spazzato via qualcosa di più di una pseudo tranquillità economica figlia di un modello liberista destinato, prima o poi, a una battuta di arresto. Ha spazzato via i fragili pilastri di un sistema che già la crisi del 2008 aveva messo in discussione. In questo scenario le parole non possono bastare.

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