
La Commissione ha avviato oggi il primo Forum Schengen con gli eurodeputati ed i Ministri degli Affari interni dei Paesi dell’area Schengen per promuovere una cooperazione concreta per il rafforzamento dello spazio senza frontiere interne all’Unione europea. Un confronto ad alto livello sul ruolo di Schengen nella fase di ripresa economica post-coronavirus e sulla relativa strategia che verrà presentata a metà del 2021.
Al centro delle discussioni il miglioramento del meccanismo per valutare l’attuazione delle regole Schengen (il Schengen Borders Code), ragionando sulle prospettive di revisione delle stesse, partendo da un uso più efficace di misure alternative al ripristino dei controlli alle frontiere, ottimizzando lo scambio di informazioni, la gestione delle frontiere esterne dell’Unione e della cooperazione tra le forze di polizia. Lo spazio Schengen oggi comprende 21 dei 27 Paesi (mancano all’appello Bulgaria, Croazia, Cipro e Romania che vi aderiranno successivamente). Irlanda e Regno Unito hanno aderito parzialmente e mantengono i propri controlli alle frontiere. Ne fanno parte anche Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.
“I primi mesi della pandemia ci hanno mostrato cosa succede quando Schengen smette di funzionare: l'Europa si ferma” - ha dichiarato la Von der leyen – “(il) futuro di Schengen è troppo prezioso per tutti (...). Non permetteremo che fallisca. (…) Gli ultimi anni lo hanno messo a dura prova. Tra il 2006 e il 2014, in nove anni, i controlli alle frontiere interne sono stati reintrodotti 35 volte”, ha aggiunto la Presidente. Sulle criticità e gli sviluppi delle politiche di Schengen, ha poi spiegato che dal 2015, in meno di cinque anni, i controlli alle frontiere interne sono stati reintrodotti 205 volte. Per la Von der Leyen è urgente studiarne le ragioni, considerando il fatto che le sfide di oggi non sono quelle di 25 anni fa.
La Presidente ha parlato anche di “buone procedure”, come il processo di screening per le persone che arrivano in Europa in modo irregolare. Elemento proposto dall’Esecutivo Ue nel Nuovo Patto su Immigrazione e Asilo.
Dal Forum è emersa la necessità di attuare rapidamente il Sistema di ingressi / uscite (EES) e il Sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggiatori (ETIAS). Questi sistemi integrano le banche dati già in uso, in particolare, quelle del Sistema d'informazione Schengen (SIS) e del Sistema d'informazione Visti (SIV). Inoltre, risulta cruciale fornire alla Polizia di frontiera tutte le informazioni sui movimenti necessarie per monitorare i flussi delle persone che attraversamento i confini dell’Ue. A partire dal 2021, il corpo della Guardia di frontiera e costiera europea fornirà maggiore sostegno alle autorità nazionali.
Immigrazione e asilo: lettera all'Ue di Italia, Grecia, Malta e Spagna. Nuovo accordo Parigi-Londra contro sbarchi illegali
Intanto, le cancellerie europee stanno lavorando per trovare soluzioni a circostanze urgenti nell’ambito di nuovi accordi sulle questioni legate alle politiche Ue di immigrazione e asilo.
Infatti, la scorsa settimana, la Von der Leyen ha ricevuto una lettera trasmessa dai Primi Ministri di Italia, Grecia, Malta e Spagna (e indirizzata anche a Charles Michel e ad Angela Merkel). La richiesta di Giuseppe Conte, Pedro Sanchez, Kyriakos Mitsotakis e Robert Abela ai vertici Ue è di un maggiore sforzo di solidarietà e condivisione delle responsabilità per ridurre lo squilibrio – in materia di immigrazione, accoglienza e asilo - che attualmente li penalizza. Chiedono anche una revisione del nuovo Patto Ue nel contesto del Consiglio Affari interni, in agenda per dicembre. Il Patto, infatti, è considerato svantaggioso per i Paesi di primo approdo – ovvero Italia, Spagna, Grecia e Malta. Un portavoce ha fatto sapere che la Presidente “risponderà a tempo debito” alla lettera. Già in conferenza stampa con Pedro Sanchez a Palma de Maiorca, il Premier Conte aveva dichiarato che “ci deve essere una redistribuzione efficace perché non ci può essere un Paese di primo arrivo esposto ai flussi e dobbiamo migliorare il meccanismo sui rimpatri”.
Nel frattempo, Emmanuel Macron ha annunciato che raddoppierà – a partire dal 1 dicembre - i pattugliamenti in mare avvalendosi anche dell’uso di droni e radar. Queste le misure attivate in seguito al nuovo accordo raggiunto da Francia e Regno Unito per fermare l’immigrazione illegale che passa attraverso il Canale della Manica. Lo scorso fine settimana, le motovedette francesi hanno recuperato in mare 64 migranti che stavano viaggiando in direzione del Regno Unito. In una nota del Ministero francese degli Interni, emerge che c’è stato un finanziamento aggiuntivo, pari a 31,4 milioni di euro, con cui il Governo di Londra contribuisce alle operazioni condotte dalle autorità francesi.