L'analisi

Rapporto Censis dipinge un’Italia a pezzi. Crescono disuguaglianze

Il 54esimo Rapporto Censis fotografa un Paese che sta annaspando tra le sabbie mobili del Covid-19. Crescono disuguaglianze sociali e sul mercato del lavoro

Rapporto Censis dipinge un’Italia a pezzi. Crescono disuguaglianze

Dopo dieci lunghi mesi di pandemia da Coronavirus l’Italia è a pezzi. Il 54esimo Rapporto Censis fotografa un Paese che sta annaspando tra le sabbie mobili del Covid-19, un’Italia che fa fatica ad andare avanti, che manca di un progetto di crescita ben definito, fatto di annunci più che di fatti concreti.

 

Dall’analisi emerge anche che il Covid non ha fatto altro che ampliare le disuguaglianze sociali e sul mercato del lavoro, spazzando via 5 milioni di lavoratori in nero.

 

Censis: il 2020 è stato l’anno della “bonus economy”

L’Istituto di ricerca economica italiano fondato nel 1964 ha deciso di rappresentare il sistema-Italia come una ruota quadrata che non gira, che avanza a fatica, “con un disumano sforzo per ogni quarto di giro compiuto, tra pesanti tonfi e tentennamenti”.

 

A dare il colpo di grazia ad una “società già stanca” è stato proprio il Covid-19, che non ha fatto altro che evidenziare i punti deboli del nostro Paese.

Non siamo stati in grado di reagire prontamente alla pandemia, osserva il Censis, mancando di visione prospettica, intraprendendo un sentiero di crescita caratterizzato da “annunci già troppe volte pronunciati: un sentiero di bassa valle più che un'alta via".

 

Il 2020 è stato definito come l’anno della “bonus economy”, fatta di bonus bancomat, bonus bici e monopattini, di bonus vacanze, di bonus baby-sitter… (la lista è lunga), per tenere a bada il nervosismo delle persone più colpite dalla pandemia: il Covid ha spazzato via in un solo colpo ben 5 milioni di lavoratori in nero.

Facendo un po’ di calcoli si parla in media di 2.000 euro a testa per un quarto della popolazione italiana.

Ad ottobre i sussidi erogati dall’INPS coinvolgevano oltre 14 milioni di beneficiari, con una spesa superiore ai 26 miliardi di euro.

 

Rapporto Censis 2020: Covid ha amplificato disuguaglianze

Quello dipinto dal Rapporto Censis 2020 è davvero un annus horribilis per l’Italia, ma lo sapevamo già, perché lo stiamo vivendo tutti sulla nostra stessa pelle. Dai problemi nelle rianimazioni degli ospedali alle serrande abbassate delle attività commerciali nelle nostre città, il sistema-Italia sta crollando piano piano sotto il peso della pandemia.

 

Il Covid, avverte l’istituto di ricerca, sta ampliando le disuguaglianze sociali già esistenti, colpendo soprattutto le persone più vulnerabili. La conferma arriva dai dati, che indicano un incremento del 22,8% dei soggetti che vivono nelle famiglie che percepiscono un sussidio di cittadinanza: si tratta di 582.485 persone in più da marzo a settembre 2020. Di contro si registra un aumento del 3% di persone ricche, ossia di coloro che posseggono un patrimonio superiore al milione di dollari (840.000 euro). In totale stiamo parlando di 1.496.000 individui, 40 dei quali miliardari, che possiedono il 34% della ricchezza del paese.

 

Stessa situazione sul mercato del lavoro, con una sempre più marcata distinzione tra i lavoratori garantiti e non garantiti.

Sono circa 3,2 milioni i dipendenti pubblici che possono contare su un reddito sicuro mentre i pensionati sono pari a 16 milioni.

 

Persi in totale 500 mila posti di lavoro nel 3° trimestre 2020 rispetto allo scorso anno, con i giovani e le donne tra le fasce più colpite. Il 53,7% degli occupati nelle piccole imprese che si sente a rischio disoccupazione, percentuale che scende al 28,6% tra gli addetti delle grandi aziende.

 

E poi ci sono gli autonomi, il popolo delle partite IVA, con solo il 23% che ha continuato a registrare entrate sui livelli pre-Covid.

Da segnalare anche che solo il 17,6% degli imprenditori ritiene sufficienti le misure di sostegno economiche per l’emergenza e che l’idea di fare impresa sembra essere sempre più rischiosa agli occhi degli italiani.

 

Censis, Governo blinda il Natale: 80% degli italiani favorevole. Delusione DAD

La decisione dell’esecutivo di blindare l’Italia a Natale con il Dpcm del 3 dicembre sembra aver trovato d’accordo quasi l'80% degli italiani, ma a preoccupare sono i giorni che verranno dopo la Befana, è il futuro a spaventare i cittadini del Belpaese, con il 44,8% (quasi uno su due) convinto che non andrà tutto bene come scrivevamo in primavera sui cartelli, e che da questa pandemia usciremo peggiori.  

 

Il Natale 2020 sarà sicuramente diverso dagli altri, non solo per le restrizioni ma per l’umore che ci accompagnerà durante queste feste. Il 54,6% degli italiani ridurrà le spese per i regali, il 59,6% taglierà quelle per il cenone di Capodanno. Vacanze natalizie all’insegna del risparmio, dunque, vista l’incertezza sul futuro e una possibile seconda recessione.

 

Il 24° Rapporto Censis volge lo sguardo anche sulla scuola, con la notizia della riapertura del 7 gennaio, in presenza per il 75% degli istituti superiori, che alimenta l’acceso dibattito tra didattica a distanza (DAD) e didattica in presenza. 

 

Dall’analisi emerge che l'esperimento della DAD durante la pandemia non è stato poi così soddisfacente. Per il 74,8% degli oltre 2.800 dirigenti scolastici, infatti, la didattica a distanza ha di fatto ampliato il gap di apprendimento tra gli studenti mentre solo l’11,2% è riuscito a coinvolgere tutti gli studenti.

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