Palazzo Chigi

Recovery, Italia viva da Conte: “Task force non c’è più. Passo avanti”

Due ore e mezza di riunione tra il premier e la delegazione dei renziani. Per lunedì Iv presenterà un suo documento, entro tre giorni la risposta di Chigi

Recovery, Italia viva da Conte: “Task force non c’è più. Passo avanti”

Recovery, Italia viva vede Conte: "Finalmente Conte ha preso atto che le proposte di Iv sono assolutamente positive e la task force nel testo” del Recovery “non c'è più. Si tratta di un passo avanti”. Così la capodelegazione di Italia Viva, la ministra alle Politiche agricole Teresa Bellanova, uscendo da Palazzo Chigi commenta a caldo la riunione durata più di due ore e mezzo con il premier Conte e i ministri Gualtieri e Amendola sul Recovery Plan. Per il partito di Matteo Renzi presenti all’incontro anche la ministra alle Pari opportunità Elena Bonetti, i capigruppo di Camera e Senato Maria Elena Boschi e Davide Faraone, il coordinatore nazionale Ettore Rosato ed il deputato Luigi Marattin.

“Si comincia a discutere nel merito”, precisa la Bellanova. “Non c’è più sul tavolo la prima proposta di governance di Conte. Ma abbiamo chiesto anche perché ci sono solo 9 miliardi sulla sanità e perché non si possono utilizzare i 37 miliardi del Mes. Adesso ci riserviamo qualche giorno per avanzare un documento più puntuale” per poi pervenire “a una sintesi”. La proposta di Italia Viva insieme a quella delle altre forze di maggioranza dovrebbe arrivare sul tavolo di Palazzo Chigi per lunedì prossimo. “Nei primi giorni della prossima settimana” assicura la ministra, è attesa la risposta di Conte. Poco prima del vertice di questa mattina sulla sua e-news Renzi aveva scritto: “Vedremo se Conte vorrà dare delle risposte. La palla adesso è nelle mani del premier”.

 

Nella giornata di ieri in cui l’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha dato il disco verde al vaccino anti-Covid Pfizer-BionTech ed è arrivato l’ok della Commissione di Ursula Von der Leyen sulla sua immissione in commercio il governo italiano era ancora impegnato sul fronte più insidioso, quello della verifica. A Palazzo Chigi prima l’incontro con la delegazione del M5S, poi con il Pd per trovare un accordo sul Recovery Plan. Oggi alle 11 il vertice con la rappresentanza di Italia Viva e a seguire con Leu. L’obiettivo di Conte è accelerare e arrivare a un accordo che riduca le distanze con i renziani. Dopo i toni bellicosi degli ultimi giorni un segnale distensivo lo manda Ettore Rosato: “Qualcosa è cambiato. Il presidente del Consiglio Conte ha convocato una serie di riunioni e questo mi sembra un fatto positivo. Poi vediamo come vanno. Ma c'è stato un fatto nuovo”. 

 

La proposta dei 5S: un gruppo di lavoro con le forze di maggioranza

“Dobbiamo riprendere con la massima lena la discussione sul Recovery Plan. Non ci possiamo permettere distrazioni. Dobbiamo trovare presto una sintesi efficace”. La linea del presidente del Consiglio è chiara. Nessuna forzatura ma lavorare per mantenere aperta la strada del dialogo e uscire in tempi brevi dall’impasse di un’eventuale crisi. Ne vale la credibilità dell’Italia e in questo momento Bruxelles ci guarda. Di nebbie sulla trattativa però ce ne sono ancora perché di Matteo Renzi ci si fida poco. Uscendo da Palazzo Chigi, il capo delegazione Cinquestelle, Alfonso Bonafede, non nasconde una certa irritazione nei confronti dello scalpitante alleato e invita a “lasciare da parte ogni sterile polemica”. I cittadini, dice “non meritano di assistere ad uno spettacolino della politica in cui si parla di crisi di governo o di rimpasto, piuttosto vogliono vederci lavorare”. Il Movimento apprezza “molto” l’iniziativa di Conte, ovvero la via dell’ “interlocuzione” per trovare una quadra e propone l’istituzione di “un gruppo di lavoro che includa i rappresentanti delle forze di maggioranza in vista dell'approdo del Piano in Consiglio dei ministri”. Il titolare di via Arenula insiste sulla “collegialità che richiede il progetto”. “Su alcuni punti c’è ancora da lavorare”, dichiara ai cronisti, “lo faremo collegialmente”.

 

I paletti del Nazareno

Che anche ai dem lo schema di governance del Recovery Plan proposto da Conte due settimane fa piacesse poco trova conferma nella posizione manifestata al premier. Per il Pd “la questione non può essere accantonata” ed “è corretto impostarla nella forma della sussidiarietà ma non della sostituzione alle prerogative dell'amministrazione centrale e periferica dello Stato”. Niente cabina di regia sganciata dai ministri e dalla politica, dunque. Fermo restando che il Piano va messo a punto “aprendo un dibattito nel Paese, con le parti sociali, le imprese, l'associazionismo, i giovani, le donne, le associazioni ambientaliste”. Conte chiarisce: “Non abbiamo mai pensato a una struttura centralizzata invasiva o che potesse intralciare le prerogative, i poteri, le facoltà e le responsabilità che competono alle amministrazioni centrali, territoriali, periferiche”. E aggiunge: “il dibattito pubblico ha creato un polverone. Ma i ministeri, le regioni, i sindaci sono e rimarranno soggetti attuatori”. Da Palazzo Chigi avvertono però che “Il piano di ricostruzione italiano non è solo il Recovery fund. Ma anche i fondi di coesione, fondi strutturali oltre che la legge di bilancio”. 

 

A dicembre manovra di bilancio e Recovery. Poi si penserà al rimpasto

In questo momento per Chigi la priorità è fare presto: “C'è una proposta sul tavolo, sarebbe imperdonabile ritardare o sottrarre tempo al Parlamento. Dobbiamo arrivare in Cdm prima della fine dell'anno, tra il 26 e il 31 dicembre. Andare oltre sarebbe un pessimo segnale”. Entro la fine del mese il governo vuole portare a casa la manovra di Bilancio e il Recovery. Ma se anche la maggioranza si ricompattasse sul Piano da presentare a Bruxelles e su come gestirlo e Renzi accettasse i compromessi proposti, resterebbe in agguato il rimpasto. La prossima settimana sarà decisiva per capire se ci sono le basi per approdare all’altro step decisivo: il cambio della squadra. Molto dipenderà dalle mosse del fondatore di Italia viva. E da quanto in là il Pd sarà disposto a spingersi. 

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