Il giallo

Firenze, cadaveri in valigia: svolta nelle indagini. Un fermo

Fermata la ex fidanzata del figlio della coppia albanese. Sequestrati due immobili, proseguono le indagini sul duplice omicidio dei coniugi fatti a pezzi

Firenze, cadaveri in valigia: svolta nelle indagini. Un fermo

Si chiama Elona Kalesha, 36 anni albanese come la coppia uccisa e fatta a pezzi, i cui resti sono stati trovati in quattro valigie in un terreno fuori Firenze. Il suo fermo è scattato mentre proseguono le indagini sul ritrovamento dei trolley con i resti umani, nei pressi della Firenze-Pisa-Livorno. Pesanti le accuse: omicidio, occultamento e vilipendio di cadavere in concorso con persone ignote. Non sono dunque finite le indagini, alla ricerca di un altro autore materiale del delitto, ma potrebbe essere una svolta. La donna è la ex fidanzata di Taulant Pasho il figlio di Shpetim e Teuta Pasha, identificati tramite il Dna. L’indagata, già interrogata dal pm, Ornella Galeotti, si è avvalsa della facoltà di non rispondere.


Intanto, sequestrati due immobili: un appartamento alla periferia di Firenze e il garage dell’abitazione a Scandicci dove avevano abitato fino a qualche tempo fa Taulant Pasho ed Elona Kalesha. Sotto la lente degli investigatori anche i 40mila euro del padre di Pasho, che potrebbero avere a che fare con il delitto. Al momento non ci sono ipotesi di reato nei confronti del figlio, sul quale però si effettuano accertamenti, dopo il suo ritrovamento in Svizzera.

 

Il figlio della coppia in carcere in Svizzera

Di lui si erano perse le tracce dal 2 novembre 2015, giorni in cui erano scomparsi i genitori e in cui lui aveva lasciato il carcere fiorentino di Sollicciano dove era stato detenuto per una condanna a 3 anni e 11 mesi per reati di droga. L’uomo è in una cella in Svizzera dal 16 ottobre scorso, dopo essere evaso dai domiciliari a Firenze nel 2016, qualche tempo dopo la scomparsa dei genitori.

 

In precedenza era stato detenuto nel carcere di Sollicciano a poca distanza dal ritrovamento dei trolley con i cadaveri perché condannato a 3 anni e 11 mesi per detenzione ai fini di spaccio: nell’appartamento in cui abitava a Scandicci erano stati trovati sei chili di marijuana. In precedenza la casa era stata oggetto di diverse perquisizioni e accertamenti per le numerose segnalazioni dei vicini che lamentavano cattivi odori, a causa delle pessime condizioni igieniche nelle quali erano tenuti all’interno alcuni cani, e per la presenza di urina ed escrementi. 

 

Dopo la concessione dei domiciliari, però, l’uomo era risultato irreperibile. Secondo quando emerso sarebbe in ordinanza cautelare nel cantone di Argovia dopo un furto con scasso e violazione di domicilio. 

Ora si indaga sui rapporti tra genitori e figlio. Sono state sentite anche le altre due figlie della coppia, che risiedono sempre in Toscana e che da tempo non avrebbero contatti col fratello. 

 

Il "giallo di Firenze" 

Nelle ore precedenti al ritrovamento di Pasho era stata scoperta anche la quarta valigia con parti di un corpo, che gli inquirenti erano piuttosto certi di trovare nella stessa zona dove erano state trovate le prime tre, con resti umani appartenenti a un uomo e a una donna. Apparterrebbero a Shpetim e Teuta Pasho, 54 e 52 anni.

 

Secondo quanto ricostruito erano marito e moglie, giunti in Italia per trovare i figli, uno dei quali era detenuto nel carcere di Sollicciano, che confina con il terreno in cui sono stati scoperti i trolley. Tra le prime ipotesi del delitto c'era proprio quella del "messaggio" rivolto a qualcuno. Ora sarà l’esito dell’esame del Dna a confermare l’identità delle vittime, dando una svolta alle indagini su quello che è stato chiamato il “giallo di Firenze”. 

 

Il mistero delle prime valigie

I primi due trolley con all’interno resti umani erano stati trovati giovedì 10 dicembre, abbandonati in un campo sotto la superstrada Firenze-Pisa-Livorno. All’interno, avvolto in un telo e in avanzato stato di decomposizione, c'era il cadavere di un uomo con tatuaggio, che poi ha permesso una prima possibile identificazione.

 

La notizia, però, era rimasta sotto silenzio. Poi, lunedì 14, la scoperta di una terza valigia, poco lontano dalle prime due.

 

Anche in questo caso all’interno i carabinieri del nucleo investigativo di Firenze hanno trovato parte di un corpo: esattamente un tronco saponificato come quello rinvenuto in uno dei bagagli precedenti, che però appartiene a una donna. Potrebbe trattarsi di una coppia di origini albanesi di cui si erano perse le tracce nel 2015.

 

Ma è giallo: chi può aver commesso il duplice delitto? Da quanto tempo i resti si trovavano lì? Si può trattare di un avvertimento nei confronti di qualcuno, visto che il ritrovamento è avvenuto nel terreno lungo il perimetro del carcere di Sollicciano? Anche dopo il ritrovamento della quarta valigia qualcuno non esclude l’opera di un nuovo mostro di Firenze o di una setta? 

 

Il ritrovamento della quarta valigia

Il quarto bagaglio è stato trovato nella stessa zona delle prime tre, tutte infangate e abbandonate in mezzo alle erbacce alte. La si cercava perché il terzo trolley conteneva solo il tronco della donna, quindi si riteneva che gli arti potessero trovarsi in una quarta valigia, poi scoperta. Alle ricerche hanno contribuito anche le unità cinofile provenienti da Bologna. Ora le attenzioni sono puntate sul tatuaggio dell’uomo. E’ a forma di àncora sotto cui c’è il nome della città albanese Valona ("Vlore") e una ulteriore scritta "SHP".

Quest'ultima potrebbe appunto essere riferita alle iniziali di Shpetim.

 

Come sono morte le vittime

Secondo quanto emerso dall’esame autoptico l’uomo sarebbe stato ucciso con un fendente alla gola e successivamente il suo corpo sarebbe stato fatto a pezzi. Al momento non è invece chiara la causa della morte della donna, sul cui cadavere è stato comunque disposta l’autopsia. Quel che è certo è che il decesso, in entrambi i casi, risalirebbe a diverso tempo fa. Si ipotizza dai sei mesi fino a due anni fa, dato l’avanzato stato di decomposizione e la condizione dei trolley nei quali sono stati trovati i resti. Il ritrovamento di un brandello di stoffa di un abito invernale (sembra un giubbotto), però, farebbe pensare che la morte sia da datare allo scorso inverno.

 

Chi e come ha scoperto i corpi a Firenze

A trovare le valigie è stato un contadino della zona, che si stava occupando di ripulire il terreno dopo le recenti piogge allo scopo di evitare allagamenti. Secondo quanto raccontato dall’uomo, erano due anni che non procedeva con lavori di questo genere. Le prime due valigie erano a una distanza di circa 70 metri l’auna dall’altra. Anche la terza era poso distante, a un centinaio di metri, il che lascia pensare che possano essere state gettate dalla sopraelevata della FI-PI-LI, insieme. Più difficile immaginare che siano state abbandonate passando per i campi.

 

Le ipotesi del giallo di Firenze: delitto, vendetta, setta o mostro?

Ogni ipotesi investigativa al momento è aperta. Secondo quanto trapelato, l’unica certezza sembra il fatto che le due vittime siano state uccise nello stesso momento. Potrebbe essersi trattato di un delitto passionale, ma non si esclude del tutto la vendetta o il gesto intimidatorio, magari nei confronti di uno dei figli della coppia, in precedenza detenuto nel carcere poco lontano dal luogo del ritrovamento dei resti umani. 

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