
C’è chi la neve la attende da settimane, insieme alla possibilità di sciare con la riapertura degli impianti a gennaio (che sembra slittare dal 7 alla fine di gennaio), eppure gli esperti “gelano” le speranze.
E’ vero che gli ultimi giorni del 2020 sono imbiancati grazie a nevicate anche a bassa quota e in pianura, come a Miano, ma il freddo non sembra che accompagnerà il 2021, complice La Niña, ossia un fenomeno che porta il raffreddamento della temperatura delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico. Ma che conseguenze ci saranno in Europa e in Italia? Insomma, che anno dobbiamo aspettarci, in termini di meteo?
L’arrivo de La Niña nel 2021
La Niña è un fenomeno, ampiamente previsto dagli esperti fin dalla scorsa estate, indica un raffreddamento della temperatura delle acque superficiali dell'Oceano Pacifico centrale ed orientale che, insieme al suo opposto (il Niño, che invece riscalda) è in grado di influenzare il clima del Pianeta e dunque anche dell’Europa e dell’Italia. Se fino allo scorso maggio la temperatura delle acque superficiali erano in media superiore a quella stagionale (di +0,8°C), fin dall’estate si è registrata un’inversione di tendenza, con +0,4°C a giugno e un calo lieve, ma continuo, anche nei mesi successivi.
Questo significa che c’è stata un’alternanza, come già era accaduto in passato, nell’ENSO (El Niño Southern Oscillation), un’area dell’oceano nel Pacifico tropicale, che alterna fasi calde e fasi fredde che si chiamano rispettivamente El Niño e La Niña. Ma questo cosa comporta?
I primi effetti meteo 2021: più piogge
La modifica della circolazione atmosferica ha già portato i primi effetti: in alcune regioni come l’Australia, l’Indonesia, le Filippine, ma anche in alcune zone meridionali dell’Africa e nel nord del Brasile sono aumentate le piogge. In Asia e sull’India si sono rafforzati i monsoni, mentre sono diminuite le precipitazioni tra Brasile e Argentina e in parte degli Usa, come la California (alle prese con vasti incendi nei mesi scorsi). E da noi?
Nonostante un inverno che fino a Natale è stato mediamente “caldo”, gli esperti avvertono che proprio a partire dagli ultimi mesi del 2020 le temperature sono state inferiori di circa 1 °C alla media climatica di riferimento, complice un forte ciclo di La Niña.
Quali conseguenze per l’inizio del 2021?
Previsioni meteo 2021, cosa aspettarci?
I primi a fare previsioni per l’anno nuovo sono stati gli esperti del Meteorological Office di Londra, secondo cui il 2021 sarà leggermente più freddo, proprio grazie alla Niña. Questo, però, non significa un’inversione di tendenza verso il riscaldamento globale: «Io credo che sia un azzardo fare previsioni così a lungo termine, anche perché il fenomeno impatta meno sull’Europa. In termini climatici, però, è probabile che nel 2021 si confermerà la tendenza ad andare verso anni più caldi» spiega a The Italian Times Luca Mercalli, climatologo e presidente della Società Meteorologica Italiana.
Un andamento confermato anche dai ricercatori del servizio meteorologico britannico, che stimano che il 2021 sarà tra 0,9 e 15 gradi più alta di quella del periodo tra il 1850 e il 1900, con una media di + 1,03° C. questo perché gli effetti della Niña nel raffreddamento delle acque del Pacifico centro-meridionale e orientale, con una riduzione stimata in 1-2 gradi, viene mitigato e in parte vanificato dal riscaldamento del Pianeta dovuto alle emissioni di inquinanti e all’effetto serra. Gli esperti inglesi, però, si sono spinti anche a prevedere un incremento delle perturbazioni anche più estreme, in arrivo sul Vecchio Continente. Questo sarebbe un effetto del fatto che l’alta pressione, che solitamente blocca questi fenomeni o li limita, potrebbe spostarsi sul Nord Africa.
Pianeta Terra 2021: si surriscalda o si raffredda?
Di fronte all’evidente allarme per il riscaldamento globale, proprio lo scorso settembre si è registrato un freddo record in Groenlandia, l’isola più vasta del pianeta, dove secondo l’Organizzazione Meteorologia Mondiale (WMO) si sono toccati i - 69,6°C, ossia la temperatura più bassa di sempre per l’emisfero boreale. Il precedente primato risaliva al 1892, quando in Russia, a Verkhoyanksk, si toccarono i -67,8°C. Ma allora la Terra si sta surriscaldando o si sta raffreddando?
«Va chiarito che il freddo record è solo una punta, è un episodio di un giorno, mentre il riscaldamento viene confermato sulla base della valutazione dell’andamento di un anno intero e il 2020 è stato il terzo anno più caldo della storia. Per le Alpi italiane, per esempio, lo scorso novembre è stato il più caldo di sempre» spiega Mercalli.
«Va poi tenuto presente che la Groenlandia è una terra disabitata dove solo da 10/20 anni è possibile effettuare misurazioni grazie a stazioni automatiche, mentre in Europa o a Milano abbiamo 200 anni di dati di riferimento – prosegue l’esperto – Il riscaldamento è incontrovertibile, è frutto di analisi medie su tutto il Pianeta: che poi ci siano tre giorni di freddo oppure nevichi abbondantemente come accaduto a Milano, non cambia la situazione generale. Basti pensare che la scorsa estate in Siberia si sono raggiunti i 38° C e tutto il periodo è stato caldo, come certificato dall’Organizzazione Mondiale del Clima».