
Dopo due ore e mezza di riunione il Consiglio dei ministri approva il Recovery Plan ma con l’astensione delle due ministre di Italia Viva, Teresa Bellanova ed Elena Bonetti. “E’ il più il più grande piano di investimenti mai visto in Italia. Con le risorse europee ora il nostro Paese può cambiare davvero. È stato un gran lavoro, più importante di ogni polemica. Ora via al confronto in Parlamento e nella società”, commenta con soddisfazione il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Ma anche se il Piano ottiene il via libera il destino del Conte bis non è al riparo dallo strappo definitivo di Renzi che potrebbe arrivare in giornata. Italia viva oltre ad astenersi sul Recovery Plan nel corso del Cdm alza il tiro sul Mes e parla di scelta ‘incomprensibile’ di non utilizzare i prestiti che il Fondo Salva Stati mette a disposizione per le spese legate all’emergenza sanitaria. Per il Governo è lo stesso Gualtieri a rispondere: “Sono da sempre favorevole al suo utilizzo ma non capisco cosa c’entra con l'approvazione o meno del Recovery. Dal punto di vista giuridico e procedurale sono due cose distinte”. E sui ritardi imputati dalle ministre renziane all’esecutivo su scostamento di bilancio e decreto ristori il titolare di via XX Settembre replica così: “il dl ristori dipende dalla richiesta alle Camere di scostamento che è sempre stata prevista per il Cdm di giovedì prossimo, e il voto in Parlamento sarà il 20 gennaio”. Dunque, “non c’è alcun ritardo”.
Insomma, nonostante il lavoro dei pontieri delle ultime ore per ricompattare la maggioranza i toni non sono mutati. Durante la conferenza stampa convocata per il pomeriggio Renzi potrebbe annunciare la sua uscita dal Conte bis ma fa sapere che “deciderà in mattinata e poi lo comunicherà alla stampa”. Prende piede, intanto, la possibilità di ricorrere al voto di ‘responsabili’ che possano assicurare il sostegno che Italia Viva farebbe mancare in Aula. Ad essere ottimista è Goffredo Bettini del Pd: “Se si va in Parlamento la coscienza dei singoli parlamentari dovrà essere interrogata e vediamo se emergono delle forze che vogliono esercitare una responsabilità, invece che un’azione distruttiva”. E aggiunge: “Non voglio dire cosa deve fare Fi o Berlusconi. Dico solo che sono emerse posizioni di grande responsabilità dentro una parte di Fi. Ci sono forze che vogliono contribuire nel segno di un rapporto con l'Europa e penso che al momento opportuno queste forze possano palesarsi”. Ma Renzi attacca ancora e adesso è convinto che “ci sarà o un Conte- Mastella o un governo diverso”. Poi sarcastico commenta: “Stanno parlando con Forza Italia, con Brunetta, e quando feci il Nazareno attaccavano me”.
In ogni modo, tra le forze di maggioranza si tratta ancora per evitare il punto di rottura definitivo, quello da cui non si può più tornare indietro. Una crisi appare ingiustificata e assolutamente inopportuna in questo momento drammatico che vive il Paese. Conte incassa anche il sostegno dell’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi. “A me sembra che Renzi abbia assolutamente lo stesso obiettivo di Bertinotti (che fece cadere il primo esecutivo guidato dal professore nel 1998, ndr), cioè rompere. Ha la sicurezza che non si andrà ad elezioni e che alla fine qualcosa la ottiene. Ha fatto bene Conte a dire 'se poi rompe, rompe...'. Non è che si possa poi riprendere dentro le cose”. Sull’opportunità di andare ad elezioni incalza però il leader del Carroccio, Matteo Salvini. “Dicono che non si può votare, che le elezioni sarebbero una catastrofe, una sciagura, ma a fine mese si vota in Portogallo, poi in Catalogna, in Israele, in Olanda, in Albania, in Scozia e Galles, a Cipro, in Francia: in tutto il resto del mondo sviluppato dove c'è la democrazia votano”.