Il Recovery plan

Recovery plan: ok dal CdM al piano da 210 miliardi. Cosa c'è nel testo

Via libera del CdM al Recovery fund italiano che mette in campo 210 miliardi di euro da distribuirsi su sei missioni. Italia Viva si astiene e rimanda crisi

Recovery plan: ok dal CdM al piano da 210 miliardi. Cosa c'è nel testo

Il Consiglio dei Ministri ha approvato nella notte il Recovery plan, il Piano che dovrà dare attuazione, nel nostro Paese, al programma Next Generation EU, varato dall’Unione europea per far fronte alla crisi economica e sociale della pandemia da Covid-19.

 

L’azione di rilancio del Paese delineata dal Piano punta su tre assi strategici condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale.

 

Recovery Plan: via libera del CdM al testo. Italia Viva si astiene

Il Recovery plan è stato approvato nella notte di ieri in una riunione al cardiopalma, con Italia Viva che ha deciso di astenersi dal voto e di annunciare oggi se aprire la crisi di governo con le dimissioni delle sue due ministre Bellanova e Bonetti, mossa che aprirebbe la porta ad un possibile Conte ter.

 

Il Recovery plan consente di affrontare, in modo radicale, le profonde trasformazioni imposte dalla duplice transizione, ecologica e digitale, e di puntare attraverso un approccio integrato e orizzontale, al rafforzamento del ruolo della donna e al contrasto alle discriminazioni di genere, all’accrescimento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani, al riequilibrio territoriale e allo sviluppo del Mezzogiorno.

 

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), composto da 160 pagine, sarà ora inviato alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica al fine di acquisirne le valutazioni, per arrivare a Bruxelles entro il 30 aprile 2021.

 

Recovery plan: sei le missioni del Piano da 210 milioni di euro

Il Recovery fund italiano mette in campo 210 miliardi di euro da distribuirsi su sei missioni (144,2 miliardi finanziano “nuovi progetti” mentre i restanti 65,7 miliardi sono destinati a “progetti in essere”):

  • digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura (46,18 miliardi);

  • rivoluzione verde e transizione ecologica (68,9 miliardi);

  • infrastrutture per una mobilità sostenibile (31,98 miliardi);

  • istruzione e ricerca (28,49 miliardi);

  • inclusione e coesione (27,62 miliardi);

  • salute (19,72 miliardi).

 

La quota destinata agli investimenti pubblici supera il 70% mentre gli incentivi a investimenti privati sono pari a circa il 21%.

 

Altri 20 miliardi arrivano dal Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027 per nuovi progetti in settori importanti, che comprendono la rete ferroviaria veloce, la portualità integrata, il trasporto locale sostenibile, la banda larga e il 5G, il ciclo integrale dei rifiuti, l’infrastrutturazione sociale e sanitaria del Mezzogiorno.

 

Il primo 70 per cento delle sovvenzioni verrà impegnato entro la fine del 2022 e speso entro la fine del 2023 mentre il restante 30 per cento delle sovvenzioni sarà speso tra il 2023 e il 2025.

 

Soddisfatti Conte e Gualtieri che parlano del più grande piano di investimenti mai visto in Italia.

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