
Brutte notizie per chi decide di andare in pensione nel 2021. A causa del cambio dei coefficienti di trasformazione per il calcolo della pensione, che avviene ogni due anni, i futuri pensionati riceveranno un assegno più basso rispetto a coloro che hanno già lasciato il mondo del lavoro.
A lanciare l’allarme la Uil, che calcola fino a 170 euro lordi all’anno in meno, proponendo di rivedere il sistema con un modello alla svedese.
Pensioni 2021: assegni più bassi per i neopensionati a causa dei coefficienti di trasformazione
Dal primo gennaio 2021 cambiano i coefficienti di trasformazione del calcolo della pensione, comportando una penalizzazione generalizzata per i lavoratori che accedono alla pensione ma anche per coloro che decidono di rimandare l’accesso alla pensione visto che incorrono nel pericolo di vedere il proprio montante contributivo calcolato con coefficienti più sfavorevoli.
La Uil ha analizzato gli effetti di tale modifica, individuando differenze annue che vanno dai 70 ai 170 euro sull’assegno pensionistico per coloro che andranno in pensione nel 2021, a seconda dell’importo della pensione e dell’età, considerando un sistema totalmente contributivo.
La penalizzazione è più evidente sulla base di un esempio. Paolo e Mario hanno lo stesso reddito e lo stesso montante contributivo, ma andranno in pensione il primo il 31 dicembre 2020 ed il secondo il 2 gennaio 2021. Rispetto a Paolo, Mario percepirà un assegno più basso di 136 euro lordi l’anno per tutto il resto della sua vita.
Più alto sarà l’assegno pensionistico, più alto sarà il taglio.
Pensioni 2021: Cisl e Uil premono per una riforma previdenziale
I sindacati invocano a gran voce e da tempo una seria Riforma delle Pensioni, che con molta probabilità arriverà nel 2022 con la fine di Quota 100.
"La revisione automatica dei coefficienti per il calcolo delle pensioni con il sistema contributivo, che nel 2021 comporta una nuova leggera riduzione di questo valore, dovrebbe essere rivista e diventare oggetto di confronto con le organizzazioni sindacali, come prevedeva all'origine la legge Dini del 1995", ha dichiarato il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga sperando di poter riprendere al più presto il confronto con il governo sulla previdenza.
La Uil, invece, propone di legare i coefficienti per coorti di età. Sulla falsariga del modello svedese, si può operare assegnando a ciascuna coorte di età pensionabile il proprio coefficiente, eventualmente anche di tipo forward looking e quindi previsionale.