
Numeri che fanno riflettere quelli diffusi da Bankitalia relativamente all’evasione fiscale da Irpef, pari a 38 miliardi di euro, ossia al 41% del totale delle tasse evase.
Si guarda alla Riforma del Fisco, con un mare di proposte vanno dalla flat tax al modello tedesco.
Riforma Fisco: la proposta di Bankitalia. Evasi 38 miliardi di euro di Irpef nel 2018
L’assegno unico è solo l’antipasto della Riforma del Fisco che ha in mente l’esecutivo, sempre se riuscirà a superare questa crisi di governo.
Come ben sappiamo il sistema tributario necessita di una riforma ampia e organica, che dovrebbe avere come finalità principale quella di sostenere la crescita, fortemente provata dalla crisi, incentivando l'offerta di lavoro e l'attività d'impresa. Così la pensa Giacomo Ricotti, capo del servizio assistenza e consulenza fiscale di Bankitalia, convinto che la Riforma Irpef debba evitare di aumentare il livello del prelievo complessivo per muoversi verso una ricomposizione del prelievo fiscale a beneficio dei fattori produttivi. Una perdita di gettito, dunque, andrà compensata da una riduzione delle spese per non pregiudicare la sostenibilità dei conti pubblici.
Questa la premessa di quella che è stata poi una dichiarazione choc, secondo cui un eventuale taglio delle tasse alle imprese dovrebbe essere finanziato da un aumento dell’Iva e da maggiori prelievi sulla ricchezza con la reintroduzione dell’Imu sulla prima casa.
Riforma Irpef, Ruffini: sistema attuale disincentiva lavoro
L’istituto di via Nazionale ha quantificato l’evasione fiscale relativa all’Irpef 2018 in 38 miliardi di euro, pari al 41% del totale delle tasse evase. Di questa cifra più dei quattro quinti è riconducibile a redditi da lavoro autonomo e d’impresa mentre un quinto al lavoro dipendente irregolare.
Numeri che fanno riflettore e che richiamano a gran voce una Riforma del Fisco. In audizione dinnanzi alle commissioni Finanze di Camera e Senato, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha dichiarato che l'attuale sistema dell'Irpef disincentiva l'offerta di lavoro. "Il sistema delle detrazioni e delle deduzioni ha determinato con il tempo una deformazione della progressività dell'imposta 'effettiva' rispetto alle aliquote nominali, determinando un potente disincentivo a lavorare e guadagnare di più".
Ruffini ha sottolineato l’esigenza di confermare la “no tax area” per i redditi più bassi per poi applicare la flat tax, ossia un’unica aliquota da applicare a tutti i redditi sulla parte eccedente l’importo minimo non tassato.
L’idea del ministro dell’Economia, Gualtieri, resta fissa sul modello tedesco.