Conte e il Krugman post datato: il Nobel elogiò a luglio l’Italia

È vero, Paul Krugman ha citato l’Italia come modello durante il Covid e ha fatto bene Giuseppe Conte a richiamarlo durante il suo intervento alla Camera, peccato che Krugman l'abbia fatto solo per la prima fase dell'epidemia.

Il premio Nobel per l’economia del 2008 infatti il 31 luglio dell’anno scorso ha scritto: "A questo punto, possiamo solo agognare al successo dell'Italia nel contenere il coronavirus".

L'Italia è un paese critico, scriveva Krugman, aggiungendo che nonostante l'Italia fosse entrata nella pandemia con gravi svantaggi rispetto agli Stati Uniti, tutte le criticità italiane erano però compensate da un grande vantaggio: "L'Italia non era schiacciata dalla disastrosa leadership americana."

Due notazioni: la prima, effettivamente l’Italia aveva retto bene alla prima ondata del virus, patrimonio svanito con l’autocompiacimento estivo, con il libro del ministro Speranza poi ritirato dalle librerie, con i banchi a rotelle, con la sanità rimasta dov’era e con tutto quanto sappiamo. La seconda: Krugman intendeva anche e soprattutto criticare Trump, il quale non a caso a novembre ci avrebbe rimesso la Casa Bianca a causa della cattiva gestione del virus.

Ci sono altre cose che vanno segnalate nel discorso del premier. Eccole in ordine sparso, seguendo il filo del suo intervento:

1) Il tono era più alto del necessario, un pò sopra le righe, complicato certamente dalla mascherina e dalla tensione, ma non lo ha aiutato.

2) Il suo secondo governo (non ha citato il primo) aveva grande slancio ideale ma la pandemia ha rovinato tutto.

3) Nella pandemia “la politica si è confrontata continuamente con la scienza e la tecnica”: come, con la mascherina, il lavarsi le mani e il cosiddetto distanziamento “sociale”, che poi sarebbe quello fisico?

4) Il governo ha avuto la "grande intuizione" di tutelare prima la salute e poi l’economia. Non ci voleva molto, ma tante categorie, dal commercio al turismo non saranno proprio totalmente d’accordo.

4 bis) Sulla salute ha detto solo che si potenzierà la medicina territoriale e l'assistenza domiciliare. Un po' poco, oltretutto senza spiegare nemmeno per cinque righe come.

5) Non ha rinunciato a dare la colpa alle regioni, perchè esse hanno la gran parte delle competenze sulla sanità.

6) Ha ringraziato ripetutamente per circa un minuto le associazioni dei datori di lavoro per il dialogo intercorso: ma se quasi tutte, in primis Confindustria, dicono che palazzo Chigi non le consulta?

7) Ha ringraziato il sindacato, e qui effettivamente Landini è stato più disponibile ed è stato consultato.

8) Ha rivendicato di aver dato grande impulso al Next Generstion Ue. Per le modifiche al Recovery Plan non ha ringraziato nessuno. Poi ha detto che servono altri provvedimenti per l'execution: dobbiamo pensare che ritornano le task force? E la governance?

9) Ha detto che gli Stati Uniti sono il "principale alleato dell’Italia", ma che non dobbiamo trascurare la Cina. Constatazione banale o qualcosa di più per non deludere i Cinque Stelle?

10) Per il G20 si punta sulla triade "persona, pianeta, prosperità". A Papa Francesco saranno fischiate le orecchie, non foss’altro per lo stile da enciclica.

11) Non mantiene la delega all'agricoltura, ma quella della Bonetti si? E perchè?

12) Si è notata anche qualche confusione tra il suo impegno personale e i risultati del governo. Infatti, ha rivendicato a ogni passaggio la "chiara visione strategica" del governo e ha detto che va "a testa alta non per arroganza, ma per la consapevolezza di aver messo tutte le energie".

13) Si è prodigato in elogi all'opposizione, ma ci ha messo quasi un anno prima di consultarla nonostante Mattarella lo chiedesse in continuazione.