
Gli impianti da sci in Italia avrebbero dovuto riaprire i tornelli a partire da oggi. Il Governo ha annunciato che restano chiusi almeno fino al 15 febbraio. Come avvertono associazioni di settore, la stagione sulle vette “italiane” sembra essere ormai compromessa. Un ulteriore rinvio penalizzerebbe il bilancio dell’intera stagione. Sono consentiti allenamenti e gare ai fini agonistici, ciaspolate e sci da fondo.
Eppure, nonostante la nuova ondata di contagi per coronavirus e l’eco della ski battle in Ue, ci sono Paesi che consentono di godersi sugli sci l’eccezionale nevicata del 2021. Ecco in quali piste si sta sciando, chi prevede di riaprirle e quali gli ultimi aggiornamenti.
Si scia in Ungheria, Svizzera e Austria. La Slovacchia riapre il 25 gennaio
L’Ungheria, quest’anno, non nega la sciata agli amanti degli sport invernali. Le località sciistiche, impianti e piste funzionano regolarmente, ma si richiede al turista un piccolo sforzo per evitare gli affollamenti, ad esempio nei punti di ristoro o presso le strutture ricettive. Stessa cosa per l’Austria e la Svizzera, da dove arrivano foto e immagini di paesaggi imbiancati popolati da sciatori e snowboarder che postano, ad esempio, sui social e nei blog. Si legge su Twitter che, in Slovacchia, si attende impazienti la riapertura della maggior parte degli impianti a partire dal 25 gennaio.
Ci sono misure che frenano l’andirivieni di chi parte da lontano. Non è semplice raggiungere stazioni come Kitzbuehel, prese d’assalto da chi proviene dall’estero, dato che le restrizioni di viaggio sono in vigore. Come in Italia, anche in Austria e in Svizzera i controlli e le sanzioni della polizia stradale e ferroviaria si sono intensificati in queste settimane. Alcuni centri minori austriaci e svizzeri hanno addirittura chiuso le strade d’accesso, contingentando gli accessi per evitare congestioni, sovraffollamento e traffico. Ecco perché sulle piste ci sono più residenti locali che turisti. Permangono divieti, chiusura dei ristoranti (sono aperti i chioschi per asporto dove comunque si formano file), regole di distanziamento sociale, uso di mascherine e gel (fastidioso con le basse temperature). Eppure, ci sono centri sciistici che hanno dichiarato il “tutto esaurito”. Il che allarma virologi e scienziati che temono una replica dello scenario già visto con il focolaio di Ischgl a febbraio 2020.