Il peso dei social

Uruguay, bufera su Cavani: squalificato per un messaggio Instagram

L’attaccante del Manchester United dopo le prime apparizioni positive nel campionato inglese dovrà rinunciare a tre gare, a causa di un suo messaggio social

Uruguay, bufera su Cavani: squalificato per un messaggio Instagram

Edinson Cavani è finito in un vortice di polemiche immenso a causa di un innocuo messaggio su instagram: è stato squalificato per la durata di tre giornate per aver scritto “gracias negrito” ad un amico sul social, ritenuto razzista dalla Football Association. Una decisione che ha sollevato diverse polemiche per la durezza del provvedimento, nonostante lo stesso giocatore avesse deciso di non fare ricorso alla decisione per chiudere la questione. In difesa dell’attaccante è intervenuta anche l’associazione dei calciatori uruguaiani che ha diffuso un durissimo comunicato.

 

Le dichiarazione dall'Uruguay:

I sottoscritti, membri dell’Associazione Calciatori dell’Uruguay (AFU), composta sia da uomini che da donne dei settori professionali e amatoriali, rilasciano quanto segue in merito alla sanzione imposta dalla FA al nostro collega Edinson Cavani.

 

Il commento dall’Uruguay:

“Prima di tutto, dobbiamo condannare la condotta arbitraria della FA. Ben lontani dal condannare il razzismo, la FA ha essa stessa commesso un atto discriminatorio contro la cultura e il modo di vivere del popolo uruguaiano. La sanzione mostra che la FA ha una visione parziale, dogmatica ed etnocentrica che ammette soltanto un’interpretazione soggettiva dalla conclusione particolare ed esclusiva, per quanto imperfetta possa essere.

 

Edinson Cavani non ha mai commesso alcun atto che possa essere interpretato come razzista. Ha semplicemente usato un’espressione comune in America Latina per rivolgersi affettuosamente ad un amico o a una persona cara. Sostenere che l’unico modo di ottenere un’interpretazione valida nella vita è quella che risiede nelle menti dei dirigenti federali inglesi è un vero atto discriminatorio, che è del tutto riprovevole e contro la cultura uruguaiana.

 

Vorremmo perciò difendere pubblicamente la figura impeccabile di Edinson Cavani e naturalmente la cultura del nostro paese. Tutti siamo contro ogni tipo di discriminazione, tuttavia purtroppo attraverso questo provvedimento la FA esprime assoluta ignoranza e disdegno per una visione multiculturale del mondo, rispettosa della sua pluralità, imponendo erroneamente, unilateralmente e rigidamente regole antirazziste, che noi sosteniamo ma che ovviamente non sono realisticamente applicabili al caso in questione. Non ha punito soltanto una persona, ma anche la nostra intera cultura, il nostro modo di vivere, che è un vero atto discriminatorio e razzista.

 

Infine, esortiamo la FA a rivedere il proprio processo decisionale relativo a questi problemi quanto prima in modo da non commettere nuovamente simili ingiustizie. I regolamenti dovrebbero tener conto della pluralità delle culture delle persone. La prima regola per combattere il razzismo è rispettare questa pluralità.

In virtù di quanto detto finora, chiediamo che la FA ribalti immediatamente la sanzione imposta a Cavani e riabiliti il suo onore e il suo nome nel mondo che è stato macchiato da questa riprovevole decisione.”

 

Parole dure che però lasciano un messaggio forte al mondo del pallone e non solo: ogni commento fatto da una cultura diversa non può essere inquadrato come razzista o diffamatorio. L’uomo non può pagare per ogni sua azione che va fuori dalla norma del paese in cui vive e il controllo sociale nel calcio dimostra ancora una volta di essere presente, seppur non sempre giustificato. Si rischia di stringere troppo un cerchio di polemiche inutilmente, dando spazio a messaggi (e sanzioni) non sempre spiegabili, soprattutto se normali in altri paesi. Cavani dovrà scontare queste giornate sicuramente, ma ancora una volta il mondo del calcio si riflette più su messaggi extra campo che problemi reali che si verificano (ma che non sono sanzionati) sul terreno di gioco.

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