Commercianti allo stremo sull’onda delle nuove restrizioni che hanno bruciato anche l’ultimo barlume di ottimismo. Non si vede una via d’uscita nonostante l’arrivo del vaccino, i tempi si moltiplicano e le speranze di reggere alla crisi Covid si sciolgono come neve al sole.
I pubblici esercizi, provati come non mai dalla pandemia e dai lockdown, lanciano un accorato appello al ministro Patuanelli per una riapertura in sicurezza, unica soluzione all’ormai sempre più imminente fallimento.
Unioncamere: nel 2020 cessate 273 mila attività commerciali. Il peggio deve ancora venire
Così non si può andare avanti, lo confermano anche i dati Unioncamere sulle iscrizioni e cessazioni delle attività al Registro delle Imprese. Nel 2020 il saldo è risultato positivo con circa 292.000 iscrizioni e 273.000 cessazioni, ma il peggio deve ancora venire. Si attendono i dati relativi ai primi tre mesi del nuovo anno, che con molta probabilità segneranno le maggiori ripercussioni alla crisi Covid.
Da segnalare che a dicembre il dato sulle nuove iscrizioni ha registrato una contrazione del 17,2% rispetto allo stesso mese del 2019.
La forte contrazione dei flussi di iscrizioni e cancellazioni delle imprese nel 2020 suggerisce cautela nella quantificazione delle conseguenze del forzato rallentamento delle attività in molti settori economici, osserva Unioncamere.
Commercianti presentano a Patuanelli piano per riaprire in sicurezza
Fipe Confcommercio e Fiepet Confesercenti chiedono a gran voce che venga restituita la dignità al comparto dei pubblici esercizi attraverso un piano ben definito che conduca a una riapertura in sicurezza dei locali.
Il documento presentato al ministro per lo Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, parla di una riapertura anche graduale, purché stabile e in grado di garantire l’effettiva possibilità di lavoro a 300mila imprese, che negli ultimi 12 mesi hanno registrato circa 38 miliardi di euro di perdita di fatturato.
“Nonostante gli investimenti già fatti dagli imprenditori del settore – spiegano Fipe e Fiepet – siamo disponibili a implementare i protocolli sanitari, coinvolgendo anche il Comitato tecnico scientifico, con l’obiettivo di riprendere l’attività serale di ristorazione nelle Regioni gialle e dare la possibilità ai locali di restare aperti almeno sino alle 18 nelle zone arancioni”.
Servono provvedimenti straordinari per far fronte a un’emergenza straordinaria, che rischia di far scomparire un settore che dà lavoro a 1,2 milioni di persone e rappresenta una componente essenziale della filiera agroalimentare e dell’offerta turistica del nostro Paese.
Patuanelli ha annunciato di aver già richiesto un tavolo di confronto con il Ministro della Sanità e con il CTS per discutere sulle modalità di ripartenza del settore intervenendo sui Protocolli Sanitari. Il ministro ha confermato lo stanziamento di ulteriori contributi a fondo perduto non solo per il 2020 ma anche per l’esercizio 2021.