Il dopo Trump

Biden ora dice sì all’impeachment per Trump (dall’8 febbraio)

Il neo presidente Usa, intervistato dalla CNN, dice sì alla messa sotto accusa. Il via al processo formale tra due settimane. Ecco come si svolgerà

Biden ora dice sì all’impeachment per Trump (dall’8 febbraio)

A cinque giorni dall’insediamento formale di Joe Biden alla Casa Bianca, il 46esimo Presidente cambia linea. Dopo aver tentennato e frenato sull’impeachment, ora pensa che il suo predecessore, Donald Trump, debba essere giudicato ed eventualmente punito per incitamento all’insurrezione, come previsto dal capo d’imputazione. L’Impeachment? “Penso che vada fatto” ha detto Biden, intervistato dalla CNN.

 

Trump “va processato”

Se fino a pochi giorni prima dell’Inauguration Day Biden aveva frenato all’idea di un processo nei confronti di Trump per l’assalto al palazzo del Congresso a Washington, lo scorso 6 gennaio, ora le condizioni sembrano cambiate. In una breve intervista all’emittente tv americana, infatti, ha ammesso che l’impeachment potrebbe provocare ulteriori tensioni sociali oltre ad intralciare la propria agenda di azioni da intraprendere a inizio mandato, ma ha aggiunto che si avrebbe “un effetto peggiore se non si facesse”.

Via, dunque, al procedimento nei confronti di Donald Trump, a partire dall’8 febbraio. Ecco come.

 

Chi giudicherà Trump

Il processo in Senato inizierà il prossimo 8 febbraio. A presiedere i lavori non sarà il giudice capo della Corte Suprema John Roberts, ma il presidente pro tempore della Camera Alta, Patrick Leahy. Nelle scorse ore i 9 deputati-procuratori della Camera hanno trasmesso gli atti al Senato, dunque il fascicolo che fa riferimento all’accusa di incitamento all’insurrezione.

L’articolo è costituito da cinque pagine, che sono state lette in aula dal deputato Jamier Raskin, che guida l’accusa e che ha parlato di “istigazione all’insurrezione” e ha definito Trump “una minaccia per la democrazia”. “Ha messo in pericolo la sicurezza degli Stati Uniti e delle sue istituzioni, ha minacciato l’integrità del sistema democratico e ha ostacolato una pacifica transizione dei poteri – si legge nel documento - Per questo resta una minaccia per la sicurezza nazionale, per la democrazia e per la Costituzione. Non solo. Il testo fa riferimento anche alle “continue false dichiarazioni nel mese precedente che parlavano di elezioni truccate che non dovevano essere accettate e certificate”.

 

La frase che inchioderebbe Trump

Al centro dell’attenzione c’è il comizio tenuto da Trump il giorno prima della manifestazione, poi degenerata, a Washington. In quella occasione l’ormai ex Presidente Usa aveva incitato i propri sostenitori con queste parole: "Se non combattete come indemoniati non avrete più un Paese”. Ad aggravare la posizione del tycoon c’è anche la telefonata con il Segretario di Stato della Georgia, nella quale Trump, in modo insistente, chiedeva di trovare i voti necessari a ribaltare l’esito elettorale nello Stato-chiave, dove poi la vittoria è stata è stata assegnata definitivamente a Biden.

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