Nuovo tour-de-table in vista sui recenti sviluppi del commercio internazionale e i conseguenti effetti sul settore agroalimentare dell’Ue. Il Vice-Presidente esecutivo Dombrovskis, responsabile per il Commercio e il Commissario europeo per l’Agricoltura Wojciechowski, hanno presentato i risultati di uno studio sugli impatti economici dei negoziati commerciali che si verificherebbero entro il 2030 (ad esempio, con il Mercosur, il Canada, il Giappone, il Vietnam e il Messico). L’analisi aggiorna quella condotta nel 2016 dal Centro Comune per la Ricerca (JRC) e si basa sull’esercizio di modellizzazione teorica delle variazioni dei trend di mercato, includendo dati specifici per alcuni comparti dopo la conclusione di 12 accordi commerciali.
Agenda commerciale Ue: competitività e scenari futuri
Si stima che la trade agenda di Bruxelles dovrebbe avere un impatto benefico sull’economia e le produzioni agricole. Le nuove intese dell’Ue con i Paesi terzi potrebbero comportare un aumento delle esportazioni agroalimentari dei 27 a fronte di incrementi più limitati dell’import, creando una bilancia commerciale positiva (50 miliardi di euro).
Tra gli elementi di una politica efficace, l’apertura del mercato, la protezione dei prodotti alimentari tradizionali (incluse le indicazioni geografiche) e la difesa dal dumping o da altre forme di commercio sleale per garantire elevati standard ambientali e di sostenibilità. “Le riforme della PAC hanno contribuito notevolmente alla competitività”, ha spiegato Wojciechowski, parlando di “una reputazione globale” (dei prodotti Ue) di qualità e sicurezza che si riflettono anche nei dati pubblicati dallo studio del JRC, i cui dettagli saranno passati in rassegna al prossimo Consiglio AGRIFISH dei 27 Ministri dell’Agricoltura.
Cresce l’export agroalimentare: lo confermano i dati
L’ultimo rapporto mensile sul commercio agroalimentare dei 27 Stati membri (uscito il 25 gennaio) indica trend in crescita tra gennaio e ottobre 2020. Le esportazioni dell’Ue hanno raggiunto i 151,8 mld di euro, in aumento dello 0,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, mentre le importazioni hanno totalizzato 102 mld, in aumento dello 0,1%. Il surplus commerciale è aumentato dell'1,3%, a 49,8 mld di euro. È forte la performance delle partite agroalimentari in Cina (+3,09 mld di euro) trainata da carne di maiale, grano e alimenti per l’infanzia. Un valore importante anche quello dell’export di orzo e latticini verso l’Arabia Saudita. La domanda del mercato svizzero ha registrato un incremento su una vasta gamma di prodotti, mentre grano e prodotti lattiero-caseari vanno per la maggiore in Algeria e Marocco.
Contrazione post-Brexit degli scambi Regno Unito-Ue
All’Informale del 25 gennaio, i Ministri dell’Agricoltura e Pesca dell’Ue hanno accolto con favore l’accordo Londra-Bruxelles e lo status non tariffario per i prodotti agroalimentari.
L’import dell’Ue dal Regno Unito è diminuito di 1,56 mld di euro e, viceversa, anche l’export verso la GB scende di 546 milioni di euro. Il calo ha colpito prodotti agroalimentari come vino, liquori e liquori, carne, pollame e burro.
Commercio ‘oltremare’
Alta l’attenzione dell’AGRIFISH anche sulle prospettive che si presentano con la nuova Amministrazione USA per l’allentamento delle tensioni commerciali. Gli ultimi dati mostrano che gli europei assumono sempre meno semi di soia e frittelle statunitensi registrando un calo di 663 milioni di euro del valore delle importazioni transatlantiche, mentre l’export dall’Ue agli USA è diminuito di 705 milioni di euro (perdono quota alcolici e vino). In aumento invece la domanda di preparati alimentari Made in EU.
Con un aumento di 713 milioni di euro, il Canada è stato la fonte trainante dell’import di prodotti agroalimentari, con colza e grano in testa. Infine, le esportazioni di carne suina e grano dell’Ue continuano a salire ‘oltremare’.