Tensioni e rimpalli

Ira di Bruxelles: AstraZeneca diserta riunione per spiegare i ritardi

La società non si presenta alla riunione per spiegare i ritardi. Da contratto, spunta clausola “best efforts” senza obblighi verso Ue. Priorità va alla GB.

Ira di Bruxelles: AstraZeneca diserta riunione per spiegare i ritardi

I ritardi nelle consegne delle dosi “europee” del vaccino di AstraZeneca stanno alimentando nuove tensioni tra Bruxelles e Londra. L’Ue sta cercando soluzioni, dato che mancano (o mancheranno) all’appello le dosi attese da Pfizer-BioNTech e da AstraZeneca. Quest’ultima si è ritirata dalla riunione prevista per oggi con la Commissione europea che resta in attesa di spiegazioni, da parte del gigante farmaceutico, in modo da fare chiarezza sugli imprevisti o le ragioni che hanno rallentato i tempi stimati di produzione e spedizione del farmaco.

 

Cosa prevede il contratto: per Soriot, bastano i “best efforts”

Il dibattito a Bruxelles – e nei 27 – si sposta sul contenuto del contratto firmato con AstraZeneca. L’Amministratore delegato dell’azienda, il francese Pascal Soriot, ha dichiarato in un’intervista rilasciata ieri sera che l’accordo messo nero su bianco con l’Ue si basa sui “best efforts”, ossia “tutto il possibile” che AstraZeneca possa fare per soddisfare il committente della produzione del vaccino. Stando a  quanto sostenuto da Soriot, quindi, sarebbe un errore degli “europei” pensare in termini di quantità. Preoccupa una dichiarazione di Soriot secondo cui non sussistono obblighi specifici con Bruxelles. Piuttosto con il Regno Unito, che farebbe dunque la ‘parte del leone’ in virtù di accordi firmati con AstraZeneca 3 mesi prima dell’Ue. È così che Londra si accaparra le prime dosi disponibili per avanzare con i numeri delle somministrazioni. Il che ha fatto pensare ad una sorta di diritto di prelazione concesso dall’azienda al Governo Johnson, che – stando alle parole di Soriot – ha acquisito quindi la priorità delle consegne.

 

Le ipotesi sull’uso degli stock non consegnati

Stando a fonti di Bruxelles, il contratto prevedeva milioni di dosi nel primo trimestre del 2021, ma c’è stata una riduzione di circa tre quarti della quantità richiesta. Sempre nel contratto, si fa riferimento a due sedi di produzione situate rispettivamente nel Regno Unito e in Belgio (lo stabilimento di Anagni, in Italia, si occupa invece del confezionamento): sono quelli da cui partono le forniture destinate ai Paesi dell’Unione europea. Dato che improvvisamente, le partite in ballo sono sospese, in assenza di ragioni “accettabili”, sorge il sospetto (negli ambienti più scettici) che AstraZeneca abbia esportato le dosi prenotate dall’Europa verso mercati “terzi”. Su dove siano finiti gli stock già disponibili e sul piano di consegne del secondo trimestre, l’azienda non si è ancora pronunciata.

 

Eppure, i “best efforts” sono in realtà quelli della Commissione per evitare un contenzioso legale e continuare a cercare il dialogo per collaborare verso soluzioni pratiche per non arrecare danni alle campagne vaccinali. L’Ue, infatti, ha mobilitato 336 milioni di euro per la produzione del farmaco anti-coronavirus. C’è chi solleva il dubbio che AstraZeneca abbia deciso di allocare le partite di vaccino ad altri Paesi per via dell’attesa che intercorre prima che l’EMA autorizzi il farmaco (luce verde prevista per il 29 gennaio). Ma non è così, perché stando a quanto ribadito oggi, la Commissione Ue si è assunta il rischio in caso di mancato Ok dall’EMA.

 

Il registro delle dosi esportate: Ue esige trasparenza

La Vice-Presidente dell’Esecutivo Ue, Dubravka Suica, ha specificato oggi che non si tratta di un sistema per vietare o bloccare l’esportazione del vaccino di AstraZeneca nei Paesi extra-Ue, ma un modo “per fare chiarezza” e capire a chi arrivano le partite. Si è appreso a Bruxelles che l’Ue non accetta le dichiarazioni di Soriot e intende chiedere lo svincolo dalla clausola di segretezza per procedere alla pubblicazione del contratto. Risulta, infatti, che le consegne destinate ai Governi dell’Ue non debbano essere necessariamente prodotte dal sito in Belgio, ma anche da quello in Inghilterra.

Stella Kyriakides ha informato che il Comitato Ue sui vaccini si riunisce oggi alle 18h30 per cercare nuovamente il dialogo con la casa britannico-svedese.

 

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