La svolta

Il presidente Mattarella ha convocato Mario Draghi al Quirinale

Trattativa fallita, il capo dello Stato: “Subito un governo nella pienezza delle funzioni o voto”. Appello ai partiti per fiducia a governo di alto profilo

Il presidente Mattarella ha convocato Mario Draghi al Quirinale

Il presidente della Repubblica ha convocato per domani mattina al Quirinale Mario Draghi. Dopo il fallimento della trattativa e dell’esplorazione del presidente della Camera, Roberto Fico, Mattarella avverte: “o un nuovo governo oppure voto anticipato” con tutti i rischi che questo comporta nella fase della pandemia e con il Recovery Plan da presentare alla Commissione Ue entro il mese di aprile. Le parole del capo dello Stato sono drammatiche. La crisi sanitaria ed economica “richiede un governo nella pienezza delle sue funzioni e non un governo con l'attività ridotta al minimo”. Per la formazione di un esecutivo “dallo scioglimento delle Camere del 2013 sono trascorsi 4 mesi”, nel 2018 “5”. “Si tratterebbe di tenere il nostro Paese con un governo senza pienezza delle funzioni in mesi cruciali. Tutte queste preoccupazioni sono ben presenti ai nostri concittadini, che chiedono risposte urgenti”. Poi l’appello accorato alle forze politiche perché “conferiscano la fiducia ad un governo di alto profilo che non debba identificarsi con alcuna formula politica”.

 

La giornata 

Il tavolo della maggioranza è saltato definitivamente in serata. E il punto di inciampo che se ne dica è stato sui nomi. Una seconda giornata di trattative e tensioni che si è conclusa male e con un fallimento su tutta la linea. L’epilogo del mandato esplorativo che venerdì Mattarella aveva conferito al presidente della Camera è negativo. Fico è salito al Colle alle 20.30 e con delusione non ha potuto fare altro che certificare al presidente della Repubblica: “allo stato attuale emergono distanze alla luce delle quali non c’è unanime disponibilità di dare vita a una maggioranza”. Dopo un ultimissimo giro di consultazioni con i rappresentanti delle forze politiche l’inquilino di Montecitorio ha dovuto prendere atto del nuovo strappo.  Il braccio di ferro ha riguardato soprattutto Italia Viva e Movimento Cinquestelle. 

 

Italia Viva e gli ex alleati

A mettere una lapide su ogni possibile accordo una dichiarazione in serata di Renzi: “Bonafede, Mes, scuola, Arcuri, vaccini, Alta Velocità, Anpal, reddito di cittadinanza. Su questo abbiamo registrato la rottura, non su altro. Prendiamo atto dei niet dei colleghi della ex maggioranza. Ringraziamo il presidente Fico e ci affidiamo alla saggezza del Capo dello Stato”.  A stretto giro è arrivata la replica durissima del Pd: “Renzi ha fatto richieste irricevibili sugli assetti di governo ancor prima che fosse dato l'incarico a Conte”. Poi la rottura, che fonti del Nazareno definiscono “inspiegabile". La situazione è precipitata. “Iv ha dato parere contrario su tutto e non ha sciolto la riserva su Conte. Entriamo in una fase difficile in cui è difficile che possa accadere qualcosa di diverso dalle elezioni” è il pensiero di Loredana De Petris, capogruppo del Misto al Senato. Il reggente dei 5S Crimi ha spiegato: “Malgrado le nostre aperture c’è stato un continuo ‘no’ su tutto. Abbiamo assistito ad attività ostruzionistiche da parte di Iv. Volevano le poltrone e sindacare persino sui ministeri degli altri”. Le negoziazioni già dalla mattina avevano dato chiari segnali di distanze sempre maggiori tra le forze politiche anche sui contenuti. Lo scontro prima su giustizia e prescrizione, poi su reddito di cittadinanza, infrastrutture e Mes. Infine, la battaglia sulle caselle dei ministri. I renziani hanno chiesto la testa di Bonafede, Fraccaro, Azzolina e quella del commissario all’emergenza Covid, Arcuri. Incarichi intoccabili per il Movimento che nelle stesse ore registrava un’altra uscita di spicco dal gruppo al Senato. Quella dell’ex direttore del Tg5 Emilio Carelli che lancia Centro-Popolari italiani.

 

Debolezza dello scenario politico

La debolezza del quadro politico è sotto gli occhi di tutti. Ma se c’è una cosa che il presidente Mattarella non accetterà è il rischio di un’instabilità politica e istituzionale che in questa fase drammatica sarebbe devastante. Con l’incarico che verrà dato a Mario Draghi si apre la strada a un governo istituzionale. Quello a cui guarda il Quirinale è un esecutivo solido e di lunga durata che superi il semestre bianco che si apre ad agosto.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA