Prima di Draghi

Tutti i governi tecnici dal 1953 fino ad oggi: da Pella a Draghi

Mario Draghi è chiamato a guidare un “governo tecnico”. Ecco quali sono i precedenti, dal Dopoguerra ad oggi, istituiti in momenti di crisi politica

Tutti i governi tecnici dal 1953 fino ad oggi: da Pella a Draghi

Il primo dei governi tecnici o istituzionali risale a meno di 10 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale e dunque dell’istituzione della Repubblica. La necessità di chiamare un personaggio non politico alla guida del Paese è sorta per la prima volta nel 1953 con la chiamata di Giuseppe Pella. Poi nel corso della storia del Paese è toccato anche a Fanfani, Ciampi, Dini, Marini e Monti. A volte i loro esecutivi sono stati chiamati anche “di scopo” o guidati da personaggi “di alto profilo”, come lo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha definito quello affidato a Mario Draghi dopo la crisi di governo delle ultime settimane.

Ecco i governi tecnici che lo hanno preceduto, chi li ha voluti e perché.

 

1953, da Pella a Fanfani

A dare l’incarico a Giuseppe Pella nel 1953 è l’allora Capo dello Stato, Luigi Einaudi, di fronte alla difficoltà di Alcide De Gasperi a formare il governo dopo le elezioni del 7 giugno. Pell è un politico, esponente della Dc ed esperto di questioni economiche, che à vita a un "Esecutivo d'affari" per far approvare la legge di Bilancio. De Gasperi parla di "governo amico". Gli succede Mario Scelba, dopo un tentativo fallito di Amintore Fanfani.

 

1987, Fanfani nel dopo Craxi

Proprio Fanfani torna premier nel 1987 dopo le dimissioni di Bettino Craxi: lo scopo, in questo caso, è traghettare il Paese a elezioni anticipate.

 

1993, Scalfaro chiama Ciampi

L’allora governatore della Banca d'Italia è chiamato a Palazzo Chigi dal presidente Oscar Luigi Scalfaro dopo le dimissioni di Giuliano Amato, per far approvare una nuova legge elettorale (il “Mattarellum). Dei 24 ministri della sua squadra, solo 9 sono parlamentari.

 

1994/5, Dini succede a Berlusconi

Questa volta tocca all’ex numero 1 di Bankitalia, Lamberto Dini, ministro del Bilancio del governo Berlusconi caduto per l'uscita della Lega dalla maggioranza, dar vita ad un esecutivo con 19 ministri tecnici.

 

2008, Marini e il no di Berlusconi

Il Capo dello Stato, Napolitano, affida l'incarico a Franco Marini, dopo la caduta di Romano Prodi, ma Silvio Berlusconi si oppone e si va a elezioni anticipate (alle quali vince il Cavaliere).

 

2011, arriva Mario Monti

Travolto dalla corsa dello Spread e da un braccio di ferro con l’Unione europea sui conti italiani, Napolitano si rivolge a Mario Monti, da lui stesso nominato quattro giorni prima senatore a vita. E' un governo "del presidente" senza limiti temporali o di programma. I ministri e i sottosegretari sono tutti tecnici. A questo esecutivo si aggiunge quello “tecnico” di Enrico Letta, di larghe intese e voluto per attuare la riforma elettorale e istituzionale.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA