A colloquio da Draghi

No di FdI. Pd: “Piena disponibilità”. FI: “Sì a governo dei migliori”

Le difficoltà di Dem e Leu su eventuale ingresso della Lega. Forza Italia non vuole un esecutivo politico. Ma i partiti già fissano i punti programmatici

No di FdI. Pd: “Piena disponibilità”. FI: “Sì a governo dei migliori”

Non si stratta solo di capire la dimensione del sostegno politico. Il primo giro di consultazioni dei partiti con il passare delle ore porta con sé la definizione di punti strategici e priorità del programma di governo. Nel pomeriggio in cui le delegazioni di Pd, FdI e Forza Italia incontrano Mario Draghi emerge la preoccupazione delle forze politiche di segnare anche un perimetro dei contenuti. 

 

Meloni: Fratelli d’Italia non voterà la fiducia

A non entrare nel dettaglio di un futuro programma è per ovvie ragioni Giorgia Meloni. Il primo No al governo Draghi arriva dalla leader di Fratelli d’Italia che “non voterà la fiducia” a un esecutivo guidato dal professore. “Una scelta che non ha a che fare con un pregiudizio nei suoi confronti”, dichiara, “l'Italia non è democrazia di serie B”. La motivazione è tutta politica. “Si va verso una maggioranza che ci ha portato al disastro attuale. FdI non andrà mai al governo con Pd, M5s e Renzi. Confermiamo questa convinzione, ma siamo pronti a dare una mano come forza politica responsabile e patriottica”. Il fronte del centrodestra, dunque, si presenta diviso. La linea di Salvini è un’altra. “Mi piacerebbe che” al governo “ci fossero tutti” dice il capo di via Bellerio. “Mattarella ha chiesto di fare un passo avanti ed ora si deve pensare all'interesse del Paese e non a quello dei partiti”. Un’apertura impegnativa che Salvini dovrebbe confermare domani al presidente incaricato. E che mette in difficoltà non solo Fratelli d’Italia. “A me piacerebbe piuttosto un governo con il centrodestra compatto”, replica Meloni. “Voglio andar al governo con lui e Fi, non con il Pd e i Cinque Stelle”. Oggi, anche le consultazioni di Draghi con Pd, LeU, Autonomie e Italia Viva.

 

I dem segnano il perimetro programmatico

La disponibilità del Carroccio crea disagio anche al Pd. Non a caso Zingaretti uscito dall’incontro con Draghi, pur dando ‘pieno sostegno” al presidente incaricato, segna i confini del futuro programma. Il segretario si dilunga: loda il precedente esecutivo, puntella la centralità del suo partito, fissa una piattaforma di contenuti. Le parole chiave sono “sostenibilità, Europa, investimenti, giustizia, semplificazione della Pa, infrastrutture economiche” e, prima ancora, “infrastrutture sociali”. Perché “è intollerabile” dice, “la crescita delle disuguaglianze”. C’è preoccupazione per la crisi economica. Poi rimarca la vocazione democratica sul solco di Joe Biden, che cita. Tutti avvertimenti rivolti alla Lega. Per i dem ‘maggioranza larga’ significa ‘maggioranza Ursula’. Con Forza Italia, l’ala moderata del centrodestra, punti di sintesi sono possibili, con Salvini improbabili. Ritrovarsi a camminare insieme creerebbe non pochi problemi. Gli stessi che si pone Leu. Tuttavia Zingaretti lancia un messaggio di fiducia. “La sfida è davvero grande e noi faremo di tutto per aiutare a vincerla. Come diceva Ciampi, l'Italia ce la farà”. 

 

Forza Italia: “Non nasce una maggioranza politica” 

L’ultima a entrare a colloquio con Draghi è Forza Italia che partecipa alle consultazioni senza Berlusconi, ma con Tajani e le capogruppo al Senato e alla Camera, Bernini e Gelmini. L’incontro preceduto da una lunga e “cordiale” telefonata tra il cavaliere e l’ex governatore conferma “pieno appoggio a un governo con tutte le forze migliori della politica dell'economia e della cultura”. Ma questo, precisa l’ex presidente del Parlamento Ue “non implica la nascita di una nuova maggioranza politica, ma un governo di migliori al servizio dell'Italia e degli italiani”. L’Udc fissa i paletti anche per Fi: “Per noi la famiglia, mamma e papà sono fondamentali: siamo contro genitore uno e genitore due. Attenzione a anziani e disabili”. 

 

Il M5S voterà con Russeau. Telefonata Grillo-Draghi

Quanto a domani la più grande incognita rimane quella dei 5S. Si presenteranno alle consultazioni con Beppe Grillo a capo della delegazione. Anche in questo caso l’incontro è stato preceduto da una lunga telefonata tra Draghi e il fondatore del Movimento. A fare da mediatore il presidente della Camera, Roberto Fico. Per i grillini è previsto il voto sulla piattaforma Rousseau. Di Battista avverte: “Molte ragioni per dire no a Draghi”.

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