
Arrivano i numeri del 2020 sulle vendite al dettaglio o meglio sul crollo dei consumi causa Covid.
L’Istat ha comunicato che nell’anno appena trascorso, le vendite al dettaglio hanno subito una contrazione del 5,4% a causa delle restrizioni legate alla pandemia da Coronavirus, con la sola eccezione delle vendite online che invece hanno messo a segno un vero e proprio balzo.
Quelli diffusi dall’Istat sono numeri importanti perché quantificano la portata della crisi che sta colpendo l’Italia, dando modo di riflettere a chi si deve occupare della ripresa economica post Covid.
Istat: consumi in calo del 5,4% nel 2020. Vola solo commercio elettronico
Secondo l’Istituto di statistica nazionale nel complesso del 2020 le vendite al dettaglio sono state fortemente influenzate dall’emergenza sanitaria, che ha determinato una flessione annua del 5,4%, con una forte eterogeneità dei risultati sia per settore merceologico, sia per forma distributiva.
Il comparto non alimentare ha subito una pesante caduta, anche a causa delle chiusure degli esercizi disposte per fronteggiare l’emergenza sanitaria, mentre il settore alimentare ha retto alla crisi.
Rispetto a dicembre 2019, il valore delle vendite al dettaglio diminuisce sia per la grande distribuzione (-2,5%), sia per le imprese operanti su piccole superfici (-6,6%). Le vendite al di fuori dei negozi calano del 12,3%.
L’unica forma distributiva a segnare una forte crescita è stata il commercio elettronico (+33,8%).
Consumi, Confcommercio lancia l’allarme: moltissime imprese a rischio chiusura
Sempre più preoccupata Confcommercio, secondo l’Associazione si fanno più concreti i rischi di chiusura di moltissime imprese. Per molti format distributivi e segmenti di consumo (in primis l’abbigliamento e le calzature) il 2020 ha fatto registrare un vero crollo della domanda che difficilmente potrà essere recuperato nel breve periodo.
Confesercenti, invece. lancia un appello al nuovo esecutivo chiedendo una particolare attenzione per le micro e piccole imprese, per mettere in campo tutti i sostegni attesi, “dal mercato del lavoro ai ristori insieme all’approvazione del piano del Recovery Plan, destinando, senza disperderle, una parte cospicua delle risorse proprio al contrasto dei fenomeni di distruzione del potenziale produttivo oggi in corso per questa tipologia di imprese, che potrebbero giocare un ruolo molto importante nel rilancio del tessuto economico del Paese, attraverso un progetto mirato di modernizzazione ed innovazione rivolto agli esercizi di vicinato da inserire nei progetti dedicati alla rigenerazione urbana”.