
Neppure due giorni e Alexej Navalny torna in un’aula di tribunale oggi. Questa volta l’accusa è di diffamazione contro un veterano di guerra. Ma a tenere banco in queste ore è la misteriosa scomparsa di Maksimishin Sergey Valentinovich, il medico che per primo ha curato l’oppositore del presidente russo, Putin, dopo l’avvelenamento da Novichock, il potente gas nervino del cui uso Navalny accusa i servizi segreti di Mosca e lo stesso capo del Cremlino. L’uomo, 55 anni, era considerato uno dei migliori medici dell’ospedale di Omsk, la cittadina dove Navalny si era sentito male, prima di essere trasferito in Germania per le cure.
La morte improvvisa del medico
A confermare la notizia della morte, apparentemente per cause naturali, è stato lo stesso ospedale dove Maksimishin Sergey Valentinovich lavorava. “Con rammarico, vi informiamo che il vice capo medico per l'anestesiologia e la rianimazione dell'ospedale di emergenza ?1, assistente del dipartimento dell'Università statale di medicina di Omsk, dottore di ricerca in scienze mediche Maksimishin Sergey Valentinovich è improvvisamente morto” si legge nella dichiarazione dell'ospedale, riportata dalla Cnn e nella quale non si indica una causa di morte. Il medico era colui che meglio di chiunque altro conosceva i dettagli dell'avvelenamento di Navalny.
Oggi Navalny in tribunale
Intanto nuovo processo per Alexej Navalny, già condannato il 3 febbraio a 3 anni e mezzo di carcere per aver violato i termini della libertà vigilata, essendo venuto meno all’obbligo di firma quando si trovava in Germania per essere curato dall’avvelenamento dal gas nervino Novichock. Questa volta l’udienza si svolge presso il tribunale Babushkinsky di Mosca. Navalnj è accusato di diffamazione contro un veterano della seconda guerra mondiale, come confermato all’agenzia TASS dalla portavoce del tribunale, Alexandra Savelyeva: “Navalny sarà portato in aula per partecipare personalmente all'udienza”.
Il caso riguarda le dichiarazioni di Navalny del 2 giugno scorso, quando commentò un video diffuso su Telegram e Twitter in cui il veterano Ignat Artyomenko esprimeva sostegno agli emendamenti alla Costituzione. L’oppositore russo, invece, via Twitter lo definì “vergogna del Paese” e “traditore” insieme ad altri testimonial presenti nel filmato realizzato dal Cremlino.
Navalny si proclama innocente, ma in caso di condanna è prevista una multa o lavori sociali obbligatori.
Il blog dalla cella e un cuore per la moglie
Intanto l’attivista politico resta in cella, dopo la condanna di 48 ore fa. Prima di tornare in carcere nel centro di detenzione Matrosskaya Tishina dopo la lettura della sentenza, Navalny aveva disegnato col dito un cuore sul vetro che lo separava dalla moglie Yulia. Ieri, invece, ha pubblicato un post sul suo blog: “Possono mantenere il potere, usandolo per un guadagno personale, solo contando sulla nostra paura. Ma noi, avendo superato la paura, possiamo liberare la nostra patria da una manciata di ladri usurpatori. E facciamolo. Siamo obbligati a farlo. Per voi stessi e per le generazioni future. La verità è dalla nostra parte. Siate liberi”.