Dirige l’orchestra...

Sanremo, Vessicchio su Draghi: “Altro che governo di larghe intese...”

Beppe Vessicchio dirigerà gli orchestrali per l’esibizione della cantante Elena Faggi: sarà quindi presente anche a questa edizione del Festival di Sanremo

Sanremo, Vessicchio su Draghi: “Altro che governo di larghe intese...”

È una star di Sanremo, il direttore d’orchestra con più presenze al festival, con i suoi cravattini colorati, i baffoni e la barba alla garibaldina il Maestro Beppe Vessicchio fa parte della storia del Festival della canzone italiana: impensabile un’edizione senza sentire almeno una volta l’annuncio: “Dirige l’orchestra il maestro Beppe Vessicchio”.

 

Sanremo 2021, ci sarà anche Beppe Vessicchio

Quest’anno il direttore dirigerà i 60 orchestrali del Teatro Ariston per accompagnare l’esibizione di Elena Faggi, in gara tra le Nuove Proposte con la canzone “Che ne so”. E su questo Sanremo del Covid, senza pubblico in platea, il maestro dice la sua: “Sono dispiaciuto per l’assenza di pubblico, ma contento che il festival si faccia comunque – racconta Vessicchio all’Adnkronos- ogni forma d’arte soffre dell’assenza degli spettatori, ma il festival è più importante per i tanti che lo vedono da casa che per i pochi che lo vedono seduti in platea. Sanremo è forse l’unico caso settantennale di comprovata adesione di un grande pubblico anche trasversale, mostra da sempre una capacità di unione senza pari”. E il maestro ironizza sulla situazione politica e le consultazioni di Draghi per risolvere la crisi di Governo: “Altro che governo di larghe intese...”.

 

Per il direttore napoletano chi soffrirà di più per la mancanza di pubblico saranno i conduttori: “Per loro l’assenza di pubblico sarà molto più difficile da gestire che per i cantanti, è abituato a cantare su un set per i videoclip ad esempio, ma per i conduttori, che magari fanno una battuta e non c’è nessuno che reagisce, è ben più dura. Penso ad Amadeus e soprattutto a Fiorello. Comunque se Fiorello avesse bisogno, mi ci siedo io in platea a fargli da sparring partner sulle battute. Una cosa è certa: di una ventata di leggerezza e di un po’ di musica abbiamo tutti bisogno. Non fare Sanremo sarebbe stato un delitto, soprattutto per le Nuove Proposte. Perché i big spesso vanno a Sanremo per una conferma o una rinascita ma i giovani ci vanno per nascere. E bloccare una nascita non è mai una cosa felice”.

 

L’augurio di Vessicchio è che il 6 marzo, il giorno della finale, “si possa annunciare agli italiani, proprio dal palco di Sanremo, la riapertura al pubblico con distanziamento di tutte le sale: i teatri, i cinema e le sale da concerto, finora considerati purtroppo settori meno importanti di altri”.

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