Cura anti-Covid

Anticorpi monoclonali: cosa sono, come si usano, costo e terapia

Anche l’Italia può utilizzare la terapia, dopo il via libera di Aifa e del ministro della Salute, Speranza. Come funziona, perché è utile contro il Covid

Anticorpi monoclonali: cosa sono, come si usano, costo e terapia

I primi a utilizzare gli anticorpi monoclonali sono stati gli Usa, dove anche l’ex presidente Donald Trump è stato curato con un “cocktail” a base anche di anticorpi monoclonali. La terapia è in uso anche in Israele e, da pochi giorni, anche la Germania ha annunciato l’acquisto di fiale.

Ma come funzionano? In quali casi sono consigliati e come vanno impiegati?

Nei giorni scorsi anche in Italia è arrivato il semaforo verde all’utilizzo degli anticorpi monoclonali, dopo che il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato il decreto che ne dà il via libera e dopo che anche l’Agenzia italiana del Farmaco ne aveva dato l’autorizzazione, seppure con qualche ritardo criticato da molti virologi e infettivologi.

 

Cosa sono gli anticorpi monoclonali

Gli anticorpi monoclonali sono prodotti in laboratorio grazie alle tecniche di ingegneria genetica. Copiano il comportamento degli anticorpi umani, andando ad attaccare distruggere il coronavirus. sono già utilizzati per curare altre patologie, come l’artrite reumatoide e alcune forme di cefalea tramite modernissimi farmaci resi disponibili negli ultimi mesi.

Si chiamano monoclonali perché, essendo prodotti da un clone, sono tutti identici. Gli altri anticorpi presenti nell’organismo umano venuto a contatto con una malattia, invece, appartengono a una famiglia di anticorpi.

 

Come funziona la terapia, a chi e in quali casi

Gli anticorpi monoclonali sono somministrati per infusione endovenosa che, come indicano gli esperti dell’Agenzia italiana del farmaco, avviene in 60 minuti, ai quali seguono altri 60 minuti di osservazione, per permettere “una pronta e appropriata gestione di eventuali reazioni avverse gravi".

Sono due gli anticorpi monoclonali che il 3 febbraio hanno ricevuto il via libera dall’Aifa. Si tratta dei prodotti di Regeneron e Eli Lilly. Nel parere della Commissione tecnico scientifica dell'Agenzia del farmaco, è stato dato il proprio assenso "a maggioranza” e “in via straordinaria e in considerazione della situazione di emergenza”, ritenendo che “possa essere opportuno offrire un'opzione terapeutica ai soggetti non ospedalizzati che, pur con malattia lieve/moderata, risultano ad alto rischio di sviluppare una forma grave di Covid-19".

I destinatari devono avere almeno 12 anni, devono essere “positivi per Sars-CoV-2, non ospedalizzati per Covid-19, non in ossigenoterapia per Covid-19, con sintomi di grado lieve-moderato di recente insorgenza (e comunque da non oltre 10 giorni) e presenza di almeno uno dei fattori di rischio (o almeno 2 se uno di essi è over 65)". Questi sono rappresentati da malattie renali croniche, diabete non controllato o immunodeficienze.

 

Chi decide la cura e quanto costano

La "modalità di prescrizione degli anticorpi monoclonali, come pure la definizione degli specifici aspetti organizzativi, potrà essere lasciata alle singole Regioni". Al momento non sono acquistabili dal paziente, ma vengono somministrati da specialisti esclusivamente in ospedale. In un prossimo futuro si prevede l’uso anche a livello ambulatoriale. Si tratta comunque di una cura riservata ad alcuni casi specifici, anche perché i tecnici hanno sottolineato "l'immaturità dei dati e la conseguente incertezza rispetto all'entità del beneficio offerto". Nonostante "non possono essere attualmente considerati uno standard di cura", il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha annunciato la firma del decreto ad hoc "sulla base delle indicazioni dell'Agenzia Italiana del Farmaco e del parere del Consiglio Superiore di Sanità" così, insieme ai vaccini "abbiamo, una possibilità in più per contrastare il Covid 19".

 

L’efficacia degli anticorpi monoclonali

Quanto all'efficacia, nel caso del bamlanivimab ed etesevimab di Eli Lilly, i dati indicano una riduzione del rischio di ospedalizzazione e morte per Covid-19 del 70% in pazienti ad alto rischio, come da risultato della sperimentazione di Fase 3 presentato dall’azienda lo scorso 26 gennaio. L’efficacia del prodoto Regeneron è stimata equivalente.

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