Misure per i lavoratori

Professionisti e autonomi: a Draghi compito di rivedere bonus e aiuti

Mario Draghi sembra intenzionato a passare dai contributi a fondo perduto agli incentivi, dai ristori ai finanziamenti per innescare ripresa economica

Professionisti e autonomi: a Draghi compito di rivedere bonus e aiuti

Sono serviti 5 decreti nel 2020 per aiutare imprese e famiglie in difficoltà a causa della pandemia da Coronavirus, che ha creato non solo una crisi sanitaria ma anche economica e sociale alla quale ancora non si trova una via d’uscita.

 

Contributi a fondo perduto e bonus Covid per professionisti ed autonomi mentre per i lavoratori dipendenti e le imprese è stata varata la cassa integrazione Covid e il blocco dei licenziamenti, prorogato fino al 31 marzo 2021.

 

Per il 2021 era già stato approvato un nuovo scostamento di bilancio da 32 miliardi di euro destinato ai nuovi aiuti, ma la crisi di governo ha fatto saltare il decreto Ristori 5, rimettendolo nelle mani del nuovo esecutivo, ovvero del governo Draghi.

 

Il decreto Ristori 5 finisce nelle mani di Draghi: cosa ne sarà dei contributi a fondo perduto e dei bonus 

Da coprire con bonus ed aiuti i primi due mesi di lockdown del 2021, che hanno creato ingenti perdite ad imprese ma anche a professionisti con e senza Partita Iva e ad autonomi.

 

Sinora i bonus Covid hanno aiutato 15 categorie di lavoratori, ma con una serie di decreti varati in emergenza, senza un progetto di fondo orientato al rilancio economico post Covid.

 

A questo dovrà pensarci il nuovo esecutivo, con Mario Draghi che sembra intenzionato a passare dai contributi a fondo perduto agli incentivi, dai ristori ai finanziamenti per innescare una ripresa economica e per evitare di sovvenzionare inutilmente aziende zombie destinate al fallimento.

 

Draghi incontra le parti sociali per discutere di bonus e aiuti Covid

Sul tema lavoro, o meglio emergenza lavoro in vista della fine del blocco dei licenziamenti fissato al 31 marzo 2021, il premier incaricato Draghi incontra oggi le parti sociali, sindacati e Confindustria, per trovare una misura alternativa alle precedenti che possa aiutare i lavoratori ma solo dei settori in difficoltà, come il turismo e la ristorazione.

 

Per tutti gli altri bisognerà mettere in atto politiche attive di lavoro per il reinserimento, con l’intenzione di creare nuovi posti di lavoro grazie anche alla possibilità di agevolare gli investimenti per il futuro, il tutto accompagnato da una riforma degli ammortizzatori sociali che comprenda anche professionisti ed autonomi.

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