Curiosità in cucina

Usa, il giallo dei bucatini introvabili: ecco svelato il “mistero”

Indagine di una giornalista americana, amante della pasta italiana bucata al suo interno e “scomparsa” durante la pandemia. Era stata ritirata dalla FDA

Usa, il giallo dei bucatini introvabili: ecco svelato il “mistero”

Ci ha messo diversi mesi, ma alla fine Rachel Handler ha scoperto il mistero della scomparsa dei bucatini dagli scaffali dei supermercati americani. Merito della sua testardaggine, ma anche della passione per la pasta italiana, simile a spaghetti, bucata al suo interno. Adesso la giornalista americana ha raccontato, sul sito di cucina Grubstreet, l’accaduto: dagli effetti della pandemia al ritiro da parte della Food and Drug Administration, per colpa del “ferro”.

 

La storia: come sono scomparsi i bucatini

Rachel Handler è appassionata di pasta italiana, ma il formato che preferisce sono i bucatini. Ha anche una marca preferita, la De Cecco, ma durante i primi mesi di pandemia la scorsa primavera, ha visto scomparire dagli scaffali del supermercato entrambi. Semplicemente introvabili. Da giornalista, dopo aver atteso diverse settimane e arrivando a sfiorare “l’astinenza” da uno dei suoi cibi preferiti, ha iniziato a insospettirsi, chiedendo informazioni. Ha cominciato dalle catene di supermercati fino a interpellare sia la National Pasta Association (il sindacato americano dei produttori di pasta), sia la Food and Drug Administration, l’agenzia governativa statunitense che si occupa della regolamentazione di cibi e medicinali.

Ma se inizialmente aveva pensato a un “tiro mancino” da parte dei produttori di pasta concorrenti al brand italiano, solo di recente è venuta a capo del “giallo”.

 

Perché sono spariti i bucatini

Una prima risposta è arrivata da Rosario Del Nero, chef e portavoce della National Pasta Association, secondo cui i bucatini semplicemente sono spariti perché più difficili da cucinare. Un po’ come accaduto in Italia, all’inizio dell’emergenza sanitaria da Covid-19 era diventato difficile garantire i normali approvvigionamenti e si era puntato su cibi più comuni e formati popolari, come spaghetti e penne. Poi, però, era emersa un’altra possibile spiegazione: secondo Del Nero, in molti (troppi) avevano iniziato a usare proprio i bucatini al posto delle cannucce di plastica. Da qui la decisione di ritirarli dal commercio, per timore che qualcuno li potesse mangiare crudi e potesse intossicarsi a causa di un batterio del ceppo di Escherichia Coli, segnalato dalla stessa FDA.

Ma se la FDA c’entra, Handler ha scoperto che il vero motivo è un altro.

 

Pasta poco “arricchita” di ferro

Il motivo del ritiro da parte della FDA, infatti, sembra legato alla presenza di ferro nella pasta De Cecco. A confermarlo, come spiegato dalla giornalista, è un passaggio della motivazione pubblicata sul sito dell’agenzia, in cui si ricorda la normativa statunitense riguardo alla pasta: secondo gli standard Usa, infatti, gli enriched macaroni, formato a cui appartengono i bucatini del marchio italiano, avrebbero dovuto contenere almeno 13-16,5 mg di ferro ogni 500 grammi, mentre si fermavano a 10,9 mg. La norma risale al Dopoguerra quando, per contrastare la diffusione massiccia di ramen Nissin (gli spaghetti giapponesi utilizzati per il tipo piatto nipponico) si decise di introdurre un quantitativo minimo di nutrienti per la cosiddetta enriched pasta, categoria in cui rientrano i bucatini della De Cecco. L’azienda sembra abbia assicurato di essere al lavoro per adeguarsi.

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