
Ieri si è giocato il ritorno delle semifinali di Coppa Italia, in una sfida che è terminata in pareggio lanciando così i bianconeri (grazie al 1-2 dell’andata) in finale. Molti sono gli spunti lasciati da una partita più spenta del previsto, che ha inquadrato la reale situazione dei due team. Conte storico allenatore di Pirlo si è visto sconfiggere, fallendo nuovamente l’approdo all’ultima fase del torneo.
Inter, rimane solo il campionato
Se nel primo tempo l’Inter è riuscita a creare diverse situazioni pericolose, nella ripresa i nerazzurri sono parsi a corto di idee. Hanno tenuto tanto palla, ma non hanno avuto grosse opportunità. Considerando che i goal da fare erano almeno due, l’atteggiamento dei ragazzi di Conte è stato alquanto inspiegabile: poca cattiveria, poco agonismo e voglia di proseguire nella speciale competizione nazionale.
Al 10' l'Inter invoca un rigore, protestando per un presunto contatto tra Lautaro Martinez e Bernardeschi. Ma l'arbitro lascia proseguire e il Var conferma la decisione, su un tocco che non esisteva. L’argentino non è leader in certe gare, il suo apporto è troppo ridotto per le aspettative reali che si hanno. Si ritrova ad avere tre palle buone, che non sbaglierebbe in altre partite, ma che finisce sempre per smorzare. Causa poca precisone e rigorosità nel calciare.
Lui così come il suo compagno di reparto, Lukaku, che ancora una volta dimostra che i big match non fanno per lui. Riesce a farsi vedere solo sui calci piazzati, in cui i blocchi che crea mettono in difficoltà le marcature avversarie. Pochissima invece la presenza in area avversaria, dove non si fa mai trovare. Hakimi è indubbiamente il migliore, fa soffrire molto Alex Sandro sulla fascia e più volte il difensore juventino è costretto ad atterrarlo, anche al limite dell’area, per fermare l'esterno marocchino. Bene anche Eriksen, che smista diversi palloni in fretta, dando soluzioni tra le linee che però non trovano mai i compagni.
Una prova complessivamente deludente, che tocca particolarmente la stagione nerazzurra. Conte rischia ancor di più di non vincere nulla, in una gara che avrebbe dovuto dominare visto l’andamento dell’andata. Il secondo tempo dice zero conclusioni dalle parti di Buffon: ergo nessuna reazione, nessuna idea e pochissima personalità. In campionato si domina, ma basterà per reggere il ritmo pure lì? Intanto i tifosi si spazientiscono dell’allenatore e della sua visione delle partite.
Juventus, primo match point
La grande Juventus criticata da tutti svolta in casa propria ieri sera nella sfida contro l’Inter. Infatti il passaggio del turno non è soltanto il ritorno alla finale (a distanza di tre anni), ma anche la risposta di Pirlo alle critiche frettolose, alle voci di addio e al calcio che vuole proporre. Forse tutti si aspettavano un gioco “poetico”, che rispecchiasse ile caratteristiche dell’ex centrocampista da giocatore: fluido, esaltante e geometrico. Questa squadra non è così ed è arrivato il momento di accettarlo.
L’allenatore punta sulla solidità, in primis della difesa con una coppia ringiovanì alquanto paurosa. Demiral sta scalando tutti gli step a grande velocità, dimostrando che il futuro passa anche da lui e ovviamente dal compagno di reparto olandese. Una coppia promettente e talentuosa, che tra qualche stagione si affermerà vome una delle migliori del mondo. L’Inter non ha mai tirato in porta e questo rimane un dato che non può non essere apprezzato, soprattutto per la difficoltà nello strutturare la difesa ad inizio anno.
In mezzo al campo ancora si soffre, la velocità manca e lo si vede. Tante, troppe volte i nerazzurri ripartivano in campo aperto. Manca un muro capace di abbinare rapidità di paleggio al recupero della sfera. Arthur sembra il più indicato per tale ruolo, anche se il lavoro su di lui è ancora lungo. Davanti poco, se non molto sacrificio: bravo Bernardeschi che continua a dare belle conferme, che sanno di riscatto. Ronaldo in certe gare sparisce, limitandosi a portare su il team, ma senza grandi pericoli ulteriori. Questo team è più “meccanico” di quello che si possa pensare, in qualcosa assomiglia alla Juve di Allegri. Compatti, solidi e grintosi nel vincere. Perché il Pirlo che tanto veniva criticato si ritrova pian piano in corsa in tutte le competizioni, al contrario di chi dovrebbe essere in gioco, ma ha già fallito.