Vaccini anti-Covid

Vaccino Sputnik e J&J: perché bisognerà attendere ancora per averli

La Russia frena gli entusiasmi: per l’Ue non sarà disponibile comunque prima di maggio. Intanto manca l’autorizzazione europea dell’EMA per entrambi i sieri

Vaccino Sputnik e J&J: perché bisognerà attendere ancora per averli

Russia first”. Facendo eco allo slogan di Donald Trump negli Usa, anche la Russia pensa di privilegiare i propri cittadini e così, dopo gli entusiasmi dei giorni scorsi per un possibile arrivo anche del vaccino di Mosca, lo Sputnik V, ecco la doccia fredda: “le grandi consegne all’Ue saranno possibili solo dopo la conclusione delle vaccinazioni di massa in Russia”.

Ritardi potrebbero esserci anche per il vaccino americano Johnson & Johnson, ma oltre all’attesa dell’autorizzazione dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, in questo caso potrebbero influire gli accordi siglati dall’azienda produttrice con il governo Usa.

 

Sputnik V, non prima di fine maggio

L’Unione europea potrebbe dover aspettare ancora diversi mesi prima dell’arrivo del vaccino russo Sputnik V. In particolare le prime dosi potrebbero fare il loro ingresso nel Vecchio Continente non prima di fine maggio- inizio di giugno. L’annuncio, che frena gli entusiasmi dei giorni scorsi e le aperture che erano circolate nei confronti del prodotto Made in Russia, è arrivato dalla televisione di stato, Rossiya 24: “Le grandi consegne all’Ue saranno possibili solo dopo la conclusione delle vaccinazioni di massa in Russia” ha chiarito Kirill Dmitriev, a capo del Fondo russo per gli investimenti diretti responsabile della commercializzazione internazionale dello Sputnik V.

 

Manca l’autorizzazione Ema

Oltre a dare la priorità alla popolazione russa, a rallentare le forniture potrebbe essere l’iter burocratico, ossia l’autorizzazione dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco: “Ci auguriamo che la nostra richiesta venga esaminata a breve e che la politica rimanga fuori da questa procedura, e quindi che la domanda venga valutata in modo concreto” ha sottolineato Dmitriev.

Senza dubbio, in caso di via libera europeo, il nuovo siero, che secondo uno studio pubblicato sulla rivista medica The Lancet è risultato efficace per oltre il 91% contro il Covid-19, andrebbe ad aumentare la quantità di vaccini disponibili in Europa.

A questi potrebbe aggiungersi anche quello di Johnson & Johnson.

 

Johnson & Johnson, a che punto è

Anche J&J ha chiesto a sua volta l’autorizzazione all’Ema, ma a rallentare la commercializzazione potrebbero essere altri due fattori. Il primo riguarda il fatto che la multinazionale che produce il vaccino (molto atteso perché monodose) avrebbe chiesto e ottenuto, a quanto si apprende a Bruxelles, di realizzare il "fill and finish", la riempitura e rifinitura delle fiale contenenti le dosi, negli Stati Uniti.

Il secondo riguarda, invece, il divieto di esportazioni di vaccini tuttora in vigore negli Usa, dove ha sede la multinazionale Johnson & Johnson. Da quanto trapelato, l’Ue avrebbe chiesto l’assoluta garanzia che le dosi destinate all’Europa, siano realmente consegnate: in caso contrario non arriverebbe l’autorizzazione europea all’invio delle dosi per il "fill and finish" negli Usa.

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