Fondi indicizzati

ETF, fondi indicizzati 2021: cosa sono, vantaggi e tipologie

Gli ETF sono fondi indicizzati a basse commissioni di gestione negoziati in borsa come normali azioni sull’ETFplus. ETF è l’acronimo di Exchange Traded Fund

ETF, fondi indicizzati 2021: cosa sono, vantaggi e tipologie

Gli ETF sono fondi indicizzati a basse commissioni di gestione negoziati in borsa come normali azioni. ETF è l’acronimo di Exchange Traded Fund, che vuol dire appunto fondo indicizzato quotato. Ha come unico obiettivo quello di replicare fedelmente l’andamento e quindi il rendimento di indici azionari, obbligazionari o di materie prime.

 

Questo strumento d’investimento, apparso nel settembre del 2002, sta riscuotendo sempre più interesse sia tra gli investitori istituzionali che tra gli investitori privati. Il numero degli ETF negoziati, infatti, è cresciuto sensibilmente nel tempo così come i volumi scambiati.

 

Quali sono i vantaggi di un investimento in ETF?

Gli ETF sono strumenti d’investimento molto pratici e poco costosi. Permettono di unire i vantaggi dei fondi comuni con quelli dei titoli azionari.

 

Come per i fondi comuni d’investimento, il capitale investito nel fondo ETF è protetto in caso di fallimento della società di gestione poiché separato dal patrimonio della società d’investimento.

 

L’ETF, inoltre, replica un indice come ad esempio il FTSE MIB, e viene negoziato come un titolo azionario sul segmento di Borsa italiana ETFplus. Può essere comprato e venduto facilmente sul mercato proprio come un titolo azionario. 

 

Gli ETF sono degli strumenti a gestione passiva, ossia il gestore del fondo si limita a seguire un indice di mercato senza effettuare nessuna scelta discrezionale d’investimento. Gli investitori quando acquistano un ETF conoscono sin da subito e nel dettaglio su cosa investono, in quanto sanno da cosa è composto l’indice da replicare. Nel caso dell’indice FTSE Mib, saranno i 40 titoli azionari a maggiore capitalizzazione del mercato italiano.

 

Questa forma d’investimento permette di diversificare il proprio portafoglio titoli riducendo i rischi tramite un unico strumento.

 

Quanto costa investire in ETF?

Il ruolo del gestore del fondo indicizzato è molto più limitato rispetto a quello di un fondo comune d’investimento e quindi le commissioni annuali saranno sicuramente più basse.

 

Inoltre, non sono previste commissioni di ingresso o di uscita dal fondo e spese di performance. Si pagheranno solamente le commissioni sugli ordini della banca.

 

Da considerare poi la tassazione, del 26% come per tutti gli investimenti finanziari mentre se l’ETF investe in titoli di Stato compresi nella white list viene applicata l’aliquota del 12,5%.

 

Dove sono quotati gli ETF?

Il mercato italiano degli ETF nasce nel settembre del 2002 quando iniziarono le negoziazioni dei primi fondi indicizzati che replicavano la performance degli indici delle maggiori blue chips europee, a cui seguirono a quelli legati all’indice domestico FTSE Mib.

 

Il successo registrato negli anni seguenti da questi strumenti fu tale da portare alla creazione di un mercato totalmente dedicato alla loro negoziazione: nell’aprile del 2007 nacque così ETFplus di Borsa italiana. Grazie a questo segmento di mercato, si possono vendere e comprare ETF in qualsiasi momento durante l’orario di negoziazione, che va dalle ore 9.00 della mattina alle 17.30 del pomeriggio. I fondi di investimento tradizionali, invece, sono negoziati sono una volta al giorno tramite le società di investimento.

 

Facendo un breve excursus storico, possiamo dire che nel 2002 apparvero i primi ETF sugli indici azionari europei, nel 2003 quelli sul FTSE Mib, nel 2004 i primi ETF sui bond, nel 2005 i primi ETF sui mercati emergenti, l’anno seguente quelli sugli indici delle materie prime. Nel 2007 nacque il mercato ETFplus, nel 2008 vennero negoziati i primi ETF sugli indici di credito, nel 2009 i primi ETC short e a leva, nel 2010 i primi ETF obbligazionari short e nel 2013 i primi ETF obbligazionari corporate sui mercati emergenti.

 

Nel 2011 gli ETF quotati superarono quota 500 e nel 2012 oltrepassarono quota 800 mentre ad oggi ce ne sono oltre 1.000.

 

Tipologie di ETF

Esistono diverse tipologie di ETF:

  • ETF strutturati, non si limitano a replicare un indice ma permettono agli investitori di accedere a particolari strategie di investimento. Esiste la possibilità di prendere posizione su un mercato con effetto leva (leveraged ETF), di proteggersi da eccessivi ribassi del mercato di riferimento (ETF protective put), scommettere, con o senza leva, sui ribassi (ETF short).

  • ETF a gestione attiva, che prevedono una certa discrezionalità da parte del gestore. Per ora sono in numero assai limitato su Borsa Italiana

 

Differenza tra ETF e ETFs

L’ETF è un fondo comune che replica un determinato indice mentre l’ETFs è un contratto che replica l’andamento del cambio di una valuta, del prezzo di una materia prima oppure di un indice azionario o obbligazionario.

 

Si chiama ETC - Exchange Traded Commodities - quando replica l’andamento di una materia prima mentre negli altri casi si chiama ETN - Exchange Traded Noted. Funzionano esattamente come gli ETF ma non sono un fondo e non possiedono direttamente nessun titolo. Sono quotati sul segmento ETFplus di Borsa Italiana ma rispetto agli ETF sono esposti al rischio di insolvenza dell’emittente.

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