
Effetto Brexit: cosa cambia per gli italiani che desiderano recarsi nel Regno Unito per lavoro?
Dal 1° gennaio 2021 sarà necessario ottenere un visto a punti: alcuni sono negoziabili, mentre altri obbligatori.
Una delle opzioni per poter vivere e lavorare in UK è quindi ottenere un visto per Skilled Workers, ossia per lavoratori qualificati, di 70 punti.
Questa però non è l'unica strada: ci sono anche i visti intra-company transfers, lo status di "posted worker", gli short-terms business e i detached workers.
Brexit, visto per skilled workers: i requisiti
Quali sono i requisiti per il visto lavorativo secondo il sistema Brexit a punti? I requisiti obbligatori forniscono 50 punti e sono i seguenti:
aver ricevuto un’offerta di lavoro da un datore di lavoro con licenza di sponsor;
l’occupazione offerta deve essere al livello RQF 3 o superiore. In Italia corrisponde all’esame di maturità;
un livello di inglese B1 o superiore secondo il CEFRL (Common European Framework of Reference for languages).
Ci sono tre modi per dimostrare il proprio livello di inglese: la cittadinanza di un Paese in cui la lingua principale è l’inglese; un titolo accademico ovviamente in inglese; il superamento di un test di inglese apposito; aver già soddisfatto questo requisito in una richiesta di visto precedente.
I requisiti negoziabili, che possono essere scelti a seconda delle richiesta che si riesce a soddisfare e con cui raggiungere i 70 punti necessari per il visto, sono:
un salario maggiore di £25,600 annui e del salario annuale medio (going rate) per il proprio ruolo
oppure, in alternativa, se il salario dovesse risultare più basso:
20 punti per un dottorato rilevante per l'occupazione offerta, se il salario è superiore alla cifra di £23,040 e del 90% della going rate per il ruolo;
20 punti per un dottorato in discipline scientifico-tecnologiche, sempre rilevante per il ruolo, se il salario è maggiore di £20,480 e dell’80% della going rate;
20 punti se il lavoro è di natura sanitaria o educativa, e il salario maggiore di £20,480 e della going rate;
20 punti se è una professione con carenza di lavoratori, con salario superiore a £20,480 e dell’80% della going rate per il ruolo;
20 punti se il lavoratore entra per la prima volta nel mercato del lavoro e il salario è maggiore di £20,480 e del 70% della going rate per quel ruolo. Per poter rientrare in questa ultima categoria, oltre al salario minimo, è però necessaria una di queste condizioni: avere meno di 26 anni; aver richiesto il cambio di visto da studente (o laureato) a lavoratore qualificato; lavorare in modo da conseguire una qualifica professionale; scegliere di passare direttamente a una posizione di post-dottorato.
Il Governo potrà in futuro continuare ad ampliare le richieste che possano fornire i 20 punti negoziabili previsti.
Visto lavorativo post Brexit: ulteriori richieste
Ogni lavoratore che intende trasferirsi nel Regno Unito per lavorare nell'era post Brexit dovrà, oltre a fornire i propri dati, dimostrare di possedere le risorse per mantenersi. Al momento non è ancora stata comunicata una cifra precisa.
Al rilascio di questo visto si dovrà pagare l’Immigration Health Surcharge, ossia una tassa che dà accesso ai servizi sanitari NHS; mentre lo sponsor dovrà pagare la Immigration Skills Charge. Per poter restare a vivere nel Paese il governo britannico richiede ora il settlement status: i 5 anni trascorsi con il visto "Skilled Workers" vengono conteggiati a questo scopo.
È possibile portare con sé anche il coniuge o il partner? La risposta è sì, insieme ai figli minori di 18 anni al momento dell’arrivo.
Brexit, come richiedere il visto per lavoratore qualificato?
La richiesta di visto può essere effettuata comodamente online. I cittadini europei con passaporto elettronico hanno inoltre l’opportunità di inviare la domanda attraverso l’app "UK Immigration: ID Check".
Una volta ottenuto il visto, oppure se già in terra britannica con un permesso di lavoro Tier 2, sarà necessario presentare una nuova richiesta se dovessero verificarsi questi 3 casi:
cambiare categoria di lavoro;
cambiare datore di lavoro;
prolungare il proprio soggiorno nel Regno Unito.