Vaccinazioni anti-Covid

Addio al piano vaccini di Arcuri? Stop alle “Primule”: cosa cambia

Cambio di rotta: dopo i bandi andati deserti per i padiglioni a forma di primule, voluti da Arcuri, in arrivo tende militari, protezione civile, CRI

Addio al piano vaccini di Arcuri? Stop alle “Primule”: cosa cambia

Erano state presentate come i luoghi innovativi, facilmente identificabili e adatti a gestire la campagna vaccinale di massa, la fase 3 nelle quale sarà interessata la maggior parte della popolazione, dopo quella per le categorie maggiormente a rischio. Invece le “primule”, i padiglioni con la forma del fiore primaverile, simbolo che della “rinascita” e della speranza di uscire dall’emergenza sanitaria potrebbero non “fiorire”. Al loro posto potrebbero essere utilizzate tende militari, della Protezione civile e spazi della Croce Rossa, così come palestre o stadi, come ventilato anche da alcuni Governatori regionali. Ecco cosa cambierà, col nuovo governo e in vista della scadenza del mandato del Commissario straordinario, Domenico Arcuri, ideatore e promotore proprio dei padiglioni e del piano vaccinale nazionale.

 

Primule addio?

Presentate lo scorso 13 dicembre da Domenico Arcuri come luoghi facilmente riconoscibili per la somministrazione delle vaccinazioni, da collocare in 1.500 piazze italiane, sono state disegnate dall’archistar Stefano Boeri. Ma potrebbero non “sbocciare” mai. Il bando, in scadenza inizialmente il 27 gennaio, è stato prorogato al 3 febbraio (31 le aziende candidate) modificandone i termini: sono passati da 30 a 45 i giorni per il completamento e la consegna dei padiglioni “al fine di garantire la partecipazione del più ampio numero di imprese” come scritto nelle motivazioni. Ma il futuro delle strutture (valore del bando  8,59 milioni di euro per almeno 21 padiglioni, uno per Regione o provincia autonoma) è incerto.

 

Arcuri affiancato da Miozzo

Il mandato di Domenico Arcuri è in scadenza a fine marzo, ma il suo piano vaccinale potrebbe subire un drastico cambio fin dalle prossime ore o giorni. Secondo indiscrezioni di stampa, infatti, il Commissario straordinario per l’emergenza sanitaria potrebbe essere “commissariato”, semplicemente affiancato da un’altra figura. Circolano già pronti alcuni nomi: da quello di Agostino Miozzo, 68 anni, medico e coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, a quello di Guido Bertolaso, fresco di nomina di commissario per l’emergenza Covid in Lombardia, che aveva già gestito (a titolo gratuito) l’allestimento dell’ospedale in Fiera a Milano ed ex numero 1 della Protezione Civile; non è escluso neppure il coinvolgimento dell’attuale capo del Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, 57 anni, uomo delle emergenze e dei conti (è, tra l’altro, dottore commercialista). In quest’ultimo caso non sarebbe necessaria neppure una nomina in quanto già a guida dell’ente che affiancherebbe Arcuri nella gestione del piano vaccinale.

 

Le Regioni snobbano i padiglioni a primula

“Abbiamo le nostre strutture e 1.500 farmacie pronte, ci servono vaccini e non primule” hanno fatto sapere dalla Regione Lazio nei giorni scorsi. Stessa linea per la Liguria, con il Governatore, Giovanni Toti, che ha spiegato: “Non stiamo aspettando nessuna primula, casomai altre dosi”.

D’accordo anche il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che punterebbe invece su palestre e stadi come luoghi le vaccinazioni. I dubbi riguardano anche la sicurezza: in soli 40mq dovrebbero sostare 20 persone in sala d’attesa, con 1 solo bagno a disposizione per 18 operatori sanitari. Troppe, perché siano garantita la distanza e le norme di sicurezza anti-Covid.

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