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Il Governo in rodaggio

Draghi, il difficile dosaggio tra fatti, silenzio e comunicazione

Domani il discorso al Senato per la fiducia al governo. Il premier bada all’essenziale ma va ancora trovata la misura tra dire, dire troppo o troppo poco.

Draghi, il difficile dosaggio tra fatti, silenzio e comunicazione

“Noi comunichiamo quello che facciamo. Non abbiamo fatto ancora niente e non comunichiamo niente”. L’essenzialità dello ‘stile’ Draghi sta in queste poche e parche parole che il nuovo premier ha rivolto ai suoi nel primo Consiglio dei ministri subito dopo il giuramento al Colle. Sobrietà, misura, stretto legame tra fatti, comunicazione e risultati. Per il professore, ex numero uno di Bankitalia e della Bce, la forma è sostanza. Non usa mai le parole a caso, esse sono uno strumento di conoscenza, scambio sensato e con un valore legato al contesto. In pochi giorni l’orientamento Draghi si palesa ai partiti della nuova maggioranza. Il suo messaggio arriva forte e chiaro: non entrerò nell’agone delle polemiche, del botta e risposta, della compulsione a dichiarare. Così resta in silenzio sugli impianti sciistici con il leghista Garavaglia che alza il tiro, sulle bordate di Salvini contro la Lamorgese e Speranza, sul consigliere alla Salute Ricciardi che invoca un nuovo lockdown. E poi sulla partita dei sottosegretari. E’ uno che lascia al buio forze politiche e mondo dell’informazione. La luce la accende quando decide lui. Non ci tiene a presentarsi come politico, preferisce essere uomo delle istituzioni. Il suo prestigio lo ha costruito nel tempo. Il forte equilibrio è parte integrante della credibilità internazionale di cui gode.

 

Domani Draghi è atteso al Senato, giovedì alla Camera dei deputati. In sede parlamentare esternerà la sua visione, la rotta di un esecutivo il cui scopo ancora non si sa se è quello di arrivare a fine legislatura. Ma che sicuramente ha nell’immediato degli obiettivi fondamentali da raggiungere. Venti minuti, forse mezz’ora sarà il tempo del discorso del premier. Asciutto, come tutti si aspettano. Ma l’essenziale il presidente del Consiglio lo già detto: il suo governo sarà “europeista, atlantista, ambientalista”. Tre sole parole che lanciano un programma. E danno a Bruxelles e Washington le credenziali del governo italiano nello scacchiere dei rapporti futuri. Quello che l’Ue e gli Usa attendevano. E che candidano il capo dell’esecutivo ad un ruolo di ampio respiro nella pur difficile congiuntura economica e geopolitica dei questo momento storico.

 

Nella sua visione a trecentossessanta gradi essere trascinati nelle beghe politiche quotidiane rappresenta per il professore un rischio da evitare. O quanto meno da calibrare con attenzione. Le scelte di Roberto Garofoli, sottosegretario alla Presidenza, e di Antonio Funiciello, nuovo capo di gabinetto e consigliere politico del premier, autore del “Metodo Machiavelli”, ne sono la prova. Palazzo Chigi ha la necessità di bilanciare distacco e concretezza, profilo istituzionale e aspettative della politica. Senza correre un altro pericolo: quello di sorvolare troppo e perdere le redini degli avvenimenti. Non tutti in queste ore apprezzano il silenzio scientemente ostinato di Draghi. E anche se molti non hanno amato il metodo ‘casaliniano’, che ha dettato legge nel Conte I e II, ‘in medio stat virtus’. L’orizzonte comunicazionale dovrà inevitabilmente subire qualche mutamento. In nome anche dell’unità dell’ampia coalizione che sostiene il governo. Con l’arrivo tanto inaspettato quanto repentino del nuovo inquilino di Chigi i partiti sono ancora sotto choc. Cercano un posizionamento nella nuova alleanza e contrappesi al loro interno per saggiare l’ordine che si è prefigurato con le nomine dei ministri. Il timoniere dovrà essere più presente di quanto voglia anche nel quadrante mediatico. Non è detto che debba rinunciare a un metodo in sottrazione come tratto distintivo di una comunicazione essenziale, evitando ogni forma di bulimia mediatica. Ma dovrà accettare anche scelte meno inflessibili. Sempre alla sua maniera: con pochi fronzoli, molta sostanza e una narrazione dei contenuti.

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