
Il governo Conte bis si era fermato al 2020 per i ristori legati alle chiusure Covid, affidando al decreto Ristori 5 gli indennizzi per il lockdown di inizio anno.
Molti gli italiani che attendono l’approvazione del provvedimento da 32 miliardi di euro: le attività commerciali che hanno registrato consistenti perdite di fatturato e tutte quelle categorie di lavoratori sinora trascurate dai Ristori come le Partite Iva, gli stagionali, autonomi ed intermittenti.
In arrivo anche una proroga della cassa integrazione Covid e del blocco dei licenziamenti e misure per le famiglie, con un prolungamento dell’indennità di disoccupazione Naspi e del Reddito di emergenza (Rem) ma anche una nuova pace fiscale 2021 per gli italiani in lite con il Fisco.
Indennizzi decreto Ristori 5 sempre più importanti
L’approvazione del decreto Ristori 5 si fa sempre più impellente, specie dopo la decisione in extremis di tenere chiusi gli impianti sciistici fino al 5 marzo 2021, vale a dire a ridosso della fine della stagione invernale. Coinvolti non solo gli impianti di risalita ma tutto il settore dello sci e della montagna in generale, l’indotto che riunisce le attività legate al turismo dello sci: rifugi, alberghi, ristoranti, artigianato. Il turismo della neve, tuona Coldiretti, ha subito un calo del fatturato fino al 90%.
Servono indennizzi immediati e significativi, lamentano le imprese del settore e non solo, per evitare di finire nel baratro della crisi Covid che sta inghiottendo piano piano imprese e lavoratori, in attesa che il governo, quale che sia, metta delle reti di protezione adeguate ma soprattutto adotti misure urgenti per rimettere in pista le aziende.
A peggiorare la già critica situazione le varianti Covid, in particolare la variante inglese che al momento copre il 20% del numero totale dei contagi e che a causa della sua elevata contagiosità rischia di compromettere un quadro epidemiologico in equilibrio precario.
Giorgetti e Garavaglia promettono “priorità assoluta” per indennizzi montagna
Le chiusure arrivano in extremis, ad un soffio dalle tanto attese riaperture, mentre ancora non si vede ancora l’ombra degli indennizzi legati al lockdown di inizio anno.
Ad allungare i tempi è stata la crisi di governo, che con il passaggio di consegne connesso rischia di far slittare ulteriormente l’approvazione del tanto atteso decreto Ristori 5, per il quale è stato già approvato uno scostamento di bilancio da parte del Parlamento di 32 miliardi di euro. Il decreto in questione dovrebbe tradursi in contributi a fondo perduto, bonus 1000 euro per Partite Iva e stagionali e altre agevolazioni per gli italiani in difficoltà casa Covid.
Per il momento non si vedono ristori all’orizzonte anche se i neoministri del governo Draghi, Giorgetti allo Sviluppo economico e Garavaglia al Turismo, promettono “priorità assoluta” per la montagna.